domenica 25 marzo 2018

Fascino di un numero





























Come per il passato, anche quest'anno mi piace ricordare con un' immagine e un brano di musica la festa dell'Annunciazione che cade proprio oggi.
E stavolta, mi sono lasciata catturare dall'incanto della semplicità, dalla nitida architettura con cui è costruito il dipinto che vedete e dal gioco di luci, ombre e penombre che creano la sua bellezza.

Siamo a Firenze, nel Convento di San Marco che il Beato Angelico (1395 - 1455) ha affrescato nei suoi vari ambienti comprese le celle dei singoli frati. 
È stata raffigurata proprio sul muro di una cella questa affascinante "Annunciazione", realizzata tra il 1438 e il 1440 e così diversa dalle altre opere che l'artista aveva dedicato in precedenza allo stesso tema. 
Quanto quelle, infatti, sono colorate e ricche di dettagli preziosi tipici dello stile tardogotico, tanto questa è semplice, spoglia, essenziale e in linea con le novità pittoriche della nuova stagione artistica del Quattrocento inaugurata da Masaccio.

Contrariamente al passato, qui non ci sono decorazioni, mancano spazi aperti o giardini e vi troviamo solo un breve riferimento nel verde e nel portico a sinistra. 
Ma la rappresentazione, finalizzata alla preghiera personale dei singoli frati, è inquadrata in una stanzetta disadorna, come se anche la Vergine si trovasse nel chiuso di una cella.

Il piccolo ambiente è definito solo dalle volte a tutto sesto e dalla luce, un fiotto di luce obliqua che riempie il vuoto al centro del dipinto. 
Sia nell'atteggiamento di Maria che nelle ali dell'Arcangelo, infatti, possiamo notare un tratto curvilineo che sembra seguire lievemente l'andamento delle arcate, quasi le due figure lasciassero spazio proprio a quella luce in mezzo a loro, segno del Mistero che si sta compiendo.
Non ci sono oggetti o arredi che ci possano distrarre, solo lo sgabello dove Maria è inginocchiata e nelle sue mani il libro su cui è in preghiera. 
In secondo piano si scorge un frate - forse San Pietro martire qui in abito da domenicano - e ciò ci conferma che l'Angelico, frate egli stesso, prima che come opere d'arte, ha realizzato i dipinti per la contemplazione di ogni singolo religioso.
Anche i colori non sono più quelli vivaci che ci ricordano il passato di abile miniatore dell'artista, ma chiari e smorzati: dalla tinta lievemente rosata dell'abito della Vergine al beige del pavimento e delle pareti su cui giocano ombre ora sfumate, ora più scure.
Rappresentazione essenziale ed elegantissima quindi, che rimanda alla sostanza del dialogo tra Maria e l'Arcangelo, fatto di un muto e pacatissimo gioco di sguardi in una dimensione tutta interiore.

E per commentare in musica questa immagine, ho scelto Bach con lo splendido brano iniziale della "Cantata BWV 1", intitolata "Wie schön leuchtet der Morgenstern" (Come splende luminosa la stella del mattino). 
Si tratta di un famoso corale luterano il cui testo è stato scritto dal poeta tedesco Philippe Nicolai nel 1597 e musicato anche da Buxtehude. 
Ma nonostante inizialmente fosse stato composto per l'Epifania, Bach lo ha ripreso nel "Preludio corale BWV 739" e soprattutto in questa "Cantata" scritta per la festa dell'Annunciazione del 1725.

Come suggerisce il titolo, ci troviamo di fronte a un pezzo luminoso, ricco di soavità ed eleganza, ma anche di una fresca vivacità che - per certi aspetti - può contrastare con l'atmosfera intima dell'opera dell'Angelico. 
Tuttavia, a me pare che la musica - sempre capace di esprimere il non detto - con la dolce e quasi danzante esuberanza del tempo di 12/8, qui sappia riempire il silenzio del dipinto e interpretare il di Maria, anticipando la futura lode e la consapevolezza gioiosa della Visitazione.

Ma a scegliere il brano mi hanno indotto anche due piccoli particolari.
Il primo è in realtà solo un dettaglio cronologico: la festa dell'Annunciazione del 1725 per la quale Bach ha composto la "Cantata" coincideva con la Domenica delle Palme, esattamente come oggi.
Ma il secondo a mio avviso è più suggestivo.
A colpirmi è stato quel numero uno (BWV 1), cioè il fatto che il brano sia stato collocato al primo posto nell'elenco della vastissima produzione bachiana che conta più di mille opere.
È pur vero che la loro catalogazione riportata dalla sigla BWV (Bach Werke Verzeichnis) non è stata fatta dal compositore, ma da un suo studioso (Wolfgang Schmieder), e per di più la numerazione dei vari pezzi non segue un criterio cronologico, ma va per tipologia. Quindi è solo un caso.
Tuttavia, quell' uno posto a siglare un brano dedicato proprio all'Annunciazione, mi suona come la sottolineatura di un evento iniziale, di un "In principio...", dell'alba di una nuova creazione per ogni uomo e per tutto il cosmo. Come se, di fronte al di Maria che prelude alla nascita di Cristo, quel numero volesse dirci: 
"Attenzione, è da qui che tutto riparte e si rinnova!".

Buon ascolto !

(Per vedere il video, cliccate su "Guarda su youtube" e si apre senza problemi.)

8 commenti:

amicusplato ha detto...

In effetti devo riconoscere che questa Annunciazione è la più bella di tutte le altre (ho negli occhi quelle della mia provincia aretina, Cortona e S. Giovanni Valdarno, dove domina il colore e la magnificenza).
Questa fiorentina del Convento domenicano di S. Marco è la più affascinante, per i motivi che hai puntualizzato con tanta competenza ;)
Significativi anche i riferimenti numerici. L'opera 1 nel catalogo BWV e l'inizio della salvezza con l'Incarnazione di Gesù nel giorno dell'Annunciazione, sono molto suggestivi ;)

Un caro abbraccio :)


Stefyp. ha detto...

Carissima Annamaria, concordo con te. Questa Annunciazione nella sua semplicità è un quadro di particolare suggestione e di singolare leggiadria. Molto bello soffermarsi ad ammirarlo e grazie per la tua particolareggiata lettura. Interessanti anche i riferimenti al numero 1 e se vogliamo suggestivi nella loro interpretazione.
Ti ringrazio per questo momento così intenso.
Un abbraccio, e a presto
Stefania

Annamaria ha detto...

Caro Antonio, la tua provincia è ricchissima di opere d'arte una più bella dell'altra, a iniziare dalla tua città. Quanto all'Angelico, adoro la soavità dell'Annunciazione di S.Giovanni Valdarno, ma questa del Convento di Firenze è tutt'altra cosa e la sua semplicità ci tocca in modo profondissimo.
La coincidenza della Cantata bachiana catalogata col numero uno mi è parsa anch'essa significativa perchè è un dettaglio che ci parla!
Grazie e un abbraccio di buona giornata!!!

Annamaria ha detto...

Sì, cara Stefania, la semplicità di questo dipinto, così intenso ed essenziale, ci aiuta a cogliere senza distrazioni il messaggio dell'Annunciazione, che poi la musica riprende ampliandone la gioia e la dolcezza.
Grazie di cuore! Un abbraccio e a presto!!!

Anonimo ha detto...

"E' da qui che tutto riparte"
Nella splendida luminosa stella del mattino, nella vita ...
miracolo di bellezza!
E' una gioia ascoltare questo dono
Grazie!
Adriana

Annamaria ha detto...

Sì, cara Adriana, "E' da qui che tutto riparte": quel N.1 a me suggerisce proprio questo. Grazie della tua presenza e della tua sensibilità!!!

Anna Bernasconi Art ha detto...

Hai creato un'atmosfera davvero luminosa tra musica, pittura e suggestioni!

Annamaria ha detto...

Grazie, Anna! Ma mi sono limitata ad associare ciò che Bach da un lato e l'Angelico dall'altro hanno creato. Grazie di cuore della tua presenza e del tuo apprezzamento!!!