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(Foto prese dalla pagina Facebook "La valle di Cogne") |
La neve tanto attesa è scesa insolitamente fitta e copiosa su tutto l'arco alpino, creando talora alcuni disagi, ma offrendoci anche uno spettacolo che da anni ci mancava.
Guardo le immagini del mio paesetto di montagna trovate sul web e vado cercando il panorama che ben conosco nella nuova fisionomia del paesaggio invernale: una baita, una fontana, un sentiero ormai affondato nel biancore, il cielo grigio che nasconde le abetaie, il silenzio.
Tutto ormai ha un aspetto diverso ed è proprio questo a condurmi indietro negli anni e al tempo stesso avanti, in una dimensione per certi versi familiare ma per altri straniante.

Era il mio approccio con il mondo attraverso le immagini delle stagioni, dove l'inverno era un piccolo universo familiare e raccolto di cui scoprire l'intimità e davanti al quale lasciarsi cullare dallo stupore. Immagini destinate a fissarsi nel cuore e alle quali riandare talora con nostalgia di bambini, come a un sogno che da sempre ci appartiene.
Dall'altro, la grande nevicata che toglie alle cose il loro aspetto consueto mi lascia la percezione e insieme lo sgomento di un tempo nuovo e sconosciuto, di una solitudine nella quale ogni legame si dissolva e si rimanga, semplicemente, davanti a se stessi. Ma anche una solitudine dove specchiare la propria anima e accoglierne la verità - qualunque essa sia - con pacificante dolcezza.
E

Si tratta del Preludio corale BWV 639 "Ich ruf' zu dir, Herr Jesu Christ" ("Io ti invoco, Signore Gesù Cristo") che molti ricorderanno di aver ascoltato - tra l'altro - all'interno della colonna sonora del film "Solaris" di Andrej Tarkovskij.
Non ho scelto però l'originaria versione per organo, ma quella per violoncello e pianoforte che, nonostante accentui la tristezza della composizione, ne accresce a mio avviso anche il fascino e la profondità.
Il pezzo si snoda lento nella malinconica oscurità del fa minore, segnato dal canto dolente del violoncello, accompagnato con passo sempre uguale dal pianoforte e tuttavia non privo di aperture di luminosa speranza negli splendidi passaggi in tonalità maggiore fino al lievissimo finale.
Scritto dal compositore un anno prima della morte, il brano è semplice e solenne, essenziale e rigoroso: un Bach più che mai sublime nella capacità di interpretare il dolore di ogni essere umano, facendo affiorare l'invocazione che sta al fondo della sua anima.
Un brano che si addentra con intensità struggente in un abisso di tenebra, ma che su di essa proietta anche spiragli di una luce che viene dall'Alto, suggerendoci un dolce abbandono alla consolazione che ne deriva.
Così come questo paesaggio, sotto la sua coltre di neve, c'induce a contemplare la vita dentro e fuori di noi, l'antico e il nuovo, il familiare e l'ignoto, il passato e il tempo che verrà.
Buon ascolto!
18 commenti:
Buongiorno Annamaria!
Che bello vedere queste immagini innevate. Infatti è come dici. Il paesaggio che si conosce con la neve improvvisamente cambia. I contorni si addolciscono e per me è tutto meraviglioso.
Bello anche il pezzo musicale che mi ricorda anche il film.
Posso condividere in Google? Non so neanche se riesco, spero di sì.
Ti abbraccio forte, ciao carissima!
Certo che puoi condividerlo, cara Pia, e ti ringrazio di questa tua attenzione!
In fondo al post, dopo il video, ci sono in piccolo le varie icone tra cui quella di Google+. Penso che si possa fare da lì. Altro non so.
Bellissimo, vero, il pezzo di Bach?...
Grazie e un grande abbraccio a te!!!
Sì, fatto...Grazie Annamaria. Smack!
Ciao cara Annamaria. Grazie sempre delle tue belle pagine.
Un abbraccio.
egle
Grazie a te, Pia!!
Egle...lo so che questo Bach è triste, ma mi ha letteralmente incantato.
Grazie a te di essere passata di qui e un abbraccio di buona settimana!!
Sì, hai ragione: questo bel brano dalla note intense e profonde è come un invito al raccoglimento, ad una leggera malinconia di un'età lontana dove ancora - tuttavia - sono ben salde la nostre radici.
E' come un tenerci per mano e guidarci a ritrovare una dimensione nostra più intima e raccolta , che la fretta per un tempo che passa, a volte ci fa dimenticare di avere.
Sì, cara Frida, proprio un tempo che passa e insieme resta dentro di noi, del quale la suggestione delle immagini e della musica ci restituisce in qualche modo la percezione. Una dimensione intima dove le note ci accompagnano pacate sulla soglia del passato, ma anche di un tempo nuovo che ancora non conosciamo.
Grazie!!!
Carissima Annamaria, è un brano decisamente malinconico, ma bellissimo!! Lasciarsi trasportare dalla suggestione di queste note, dimenticare tutto e per qualche breve istante perdersi tra le note della melodia, è un po' come quando scende la neve. Per me quelli sono momenti pieni di dolcezza, dove tutto sembra rallentare e quasi fermarsi ed pare di essere proiettati verso un tempo sospeso, distaccati dalla realtà. I rumori perdono consistenza e sfumano in un silenzio quasi surreale.
Grazie per questo dolcissimo momento musicale.
Un abbraccio a te, Stefania
È proprio così, cara Stefania! Un brano malinconico, ma al tempo stesso affascinante che si fonde dolcemente con la magia della neve e di quel grigiore che, nelle foto, nasconde anche le montagne isolandoci da tutto.
Grazie del tuo commento e un abbraccio grande!!!
Mi piace molto l'abbinamento neve e musica è molto più forte di quello che potrebbe sembrare
Grazie della tua sensibilità, Carmine! Nella musica di Bach - e in questo brano in particolare - c'è infatti uno spessore che va a fondersi con le immagini suscitando emozioni dal profondo.
Buona serata!!!
Buongiorno Annamaria!
Volevo avvisarti che c'è un premio per te nel mio blog "I Pensieri di P.".
Abbraccio e smack!
Grazie, cara Pia! Come sempre sei gentilissima. Ho fatto un po' fatica a entrare nella tua pagina ma poi sono riuscita e mi ci sono iscritta.
Un abbraccione e buona domenica!!!
Ciao Annamaria,
ieri ho istituito il premio che ti ha donato Pia.
Conoscendoti lo ritengo strameritato.
Un abbraccio e buona domenica!
Cara Mariella, mi sorprende sempre un po' essere oggetto di questi premi tra blogger, ma ti ringrazio di cuore per essere qui e per il tuo apprezzamento.
Ti abbraccio con affetto!!!
Carissima Annamaria, riporto le tue dolcissime parole, perle sgranate su una bellissima melodia di parole"...Era il mio approccio con il mondo attraverso le immagini delle stagioni dove l'inverno era un piccolo universo familiare..."
E ci racconti di una dolcissima solitudine dove si specchiava l'anima per accogliere la verità con pacificante dolcezza..
Quale meraviglia! Non potevi farmi vivere parole più incantevoli di queste!
Ed è proprio vero che Bach ha il dono celestiale di farci vivere questa "pacificante dolcezza"
nell'incanto della sua musica, così profonda, così vera!
Grazie, un grazie infinito per la bellezza che ci sai donare
Adriana
Grandissimo il nostro Bach, vero, Adriana??? Pensa che, contrariamente a ciò che talora mi accade, quando ho sentito questo preludio corale non ho avuto dubbi non solo a pubblicarlo, ma anche a farne la colonna sonora di quel paesaggio innevato e dei miei ricordi. E' lui, mi sono detta, e di tutta questa pacificante dolcezza il merito è suo.
Grazie del tuo commento e un carissimo abbraccio!!!
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