Si tratta dell' "Annunciazione" del Beato Angelico (1395 - 1455) conservata a San Giovanni Valdarno nel Museo della basilica di S.Maria delle Grazie: un' opera incantevole che l'artista ha dedicato al tema dell'Annunciazione insieme a quelle altrettanto famose di Cortona, di Madrid e del Convento di S.Marco a Firenze.
E anche se la definitiva attribuzione di questo dipinto all'Angelico è relativamente recente e risale al 1978 dopo il restauro, da tempo la tavola è giustamente celebrata per il suo splendore.
La composizione ci rimanda a una fase di passaggio tra stile tardo-gotico e primo Rinascimento. Il decorativismo, la cura attenta dei particolari e la presenza della predella sono ancora eredità del passato, mentre la chiarezza dell'impostazione prospettica e la cornice classicheggiante ci parlano già delle novità artistiche del Quattrocento.
Lo spazio del dipinto è bipartito da due grandi arcate, un'architettura nitida all'interno della quale sono incorniciate le figure della Vergine e dell'Angelo, mentre l'apertura a sinistra in un piccolo scorcio ci mostra un giardino - un hortus conclusus simbolo della verginità di Maria - e, nell'angolo in alto, la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre.
Della tavola - per tanti aspetti simile alla pala di Cortona e a quella di Madrid - colpisce subito la raffinatezza: dai panneggi ornati di ricche bordure alla preziosità delle aureole, dal sottilissimo velo di Maria alle ali dell'Angelo, dalla cura dei dettagli alla luminosità dei colori.
Sono caratteri che andranno gradatamente scomparendo nelle successive Annunciazioni del Convento di S.Marco che risultano più semplici, spoglie e caratterizzate da colori più spenti, come se il pittore ricercasse una progressiva essenzialità, privilegiando la concretezza narrativa rispetto alla decorazione.
Ma al di là della posa di Maria e dell'Angelo, del libro aperto sulle ginocchia della Vergine, della colomba dello Spirito Santo e della finestrella nel vano restrostante - elementi che appartengono alla tradizionale iconografia del tema dell'Annunciazione - ciò che mi colpisce è proprio la figura della Vergine.
E' il suo viso ad affascinarmi: soavissima infatti la sua espressione che unisce stupore a sgomento, pudore a una lontana tristezza, lievissima ritrosia ad ascolto, con quell'attitudine pensosa che accomuna lo sguardo di Maria a diverse altre rappresentazioni di questo tipo.
Una figuretta delicata e leggera come il suo velo o come quelle mani dalle dita affusolate, eppure ferma nel suo viso ancora fanciullesco e insieme consapevole.
Una raffigurazione di soffusa dolcezza che desidero commentare con una musica di altrettanta soavità.
Ho letteralmente contato le ore pregustando la gioia di regalarvi qui - proprio oggi, nella ricorrenza dell'Annunciazione - questo brano così capace di riempire l'anima.
Le note che desidero condividere con voi sono quelle dell' "Et incarnatus est" dal "Credo" della "Missa in angustiis", famosa anche come "Nelson Messe" di Franz Joseph Haydn (1732 - 1809).
Si tratta di uno dei pezzi più suggestivi dell'intera composizione, che alterna passaggi delicatissimi ad altri più fortemente drammatici, squarci solistici di straordinaria bellezza ad intense aperture corali e orchestrali.
Incantevoli note con le quali il compositore austriaco, ai tempi difficili e alle afflizioni della sua epoca (in angustiis), oppone il culmine della soavità.
Uno splendore sottolineato anche dalla voce della solista Margaret Marshall, dolcissima nella levità dei suoi crescendo e nelle sue modulazioni.
14 commenti:
Sono senza parole. Ascolto in silenzio. E rimango qui !!
Felice serata
Paolo
Sì, Paolo, è proprio il silenzio che fa spazio a questa musica e alle immagini.
Grazie di essere qui!!!
Bellissima la tua lezione sui dipinti, che tanto apprezzo.
Amo Hayden ma la musica di chiesa mi mette tanta tristezza, contrariamente ai colori e alle forme dei dipinti.
Grazie Annamaria.
Abbraccio.
egle
Lo so, cara Egle, che certe musiche sacre ti mettono malinconia e, in certi casi, sono davvero struggenti.
Grazie comunque della tua schiettezza e di tutto!
Un abbraccio grande!!!
E' bellissimo, anch'io non ho parole...Il dipinto è un capolavoro di soavità e dolcezza, e mi trasmette una pace interiore..e il brano di musica che hai scelto è il connubio perfetto...Si può stare ore ad ascoltarlo...Grazie Annamaria della proposta. Un abbraccio e buona serata Stefania
Grazie, cara Stefania!
In effetti, musica e immagini sono talmente belle che non vedevo l'ora di pubblicarle per condividerle con voi.
E non si finirebbe mai di ascoltare....
Un abbraccio!!!
Ammazza è proprio brava questa Margaret Marshall.
Bellissima la tua descrizione sull'opera, dipinto sublime per me.
Ti abbraccio forte Annamaria cara.
Sapevo, cara Pia, che ti sarebbe piaciuto tutto....dall'Angelico - e tu di arte sei una grande esperta - alla voce di questa incantevole soprano. E poi Haydn è Haydn.
Grazie e un abbraccio di buon weekend!!!
Qui è la sede virtuale dell'arte nella sua triplice e ricchissima manifestazione: musica, pittura e scrittura (la tua).
Il tuo è tra i blog più interessanti e più belli, sempre in una perfetta armonia di note, parole e colori.
Grazie Ambra, ma.....non esagerare! Il merito di questa bellezza è della musica e delle immagini.
Io mi limito a diffonderle, con grandissima gioia certo, ma sono solo un piccolo canale di trasmissione!!!
Ti abbraccio!!!
Solo tu potevi donarci , con un'associazione stupenda di musica, una descrizione così perfetta soave di questa vergine bambina adulta, conscia della gravità del suo peso , ma ligia al compito che le viene assegnato..
Adorabile come sempre ...
Ti stritolo, come d'abitudine!
Cara la mia NELLA, hai detto proprio bene: l'immagine dell'Angelico è quella di una "vergine bambina adulta".
Grazie di essere qui! Spero che la tua influenza sia passata, almeno un po'.
Abbracci da stritolo, sempre!!!
Tutto bello, interessante e soave come sempre!!!
Ricambio gli auguri Buona Pasqua a te e famiglia.
Grazie ancora Stefano e auguri di gioia nel nome della musica!!!
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