venerdì 27 gennaio 2012

Il sorriso di Etty

Ci sono documenti di vita vissuta che ci restano dentro insieme ai loro autori non solo per l'interesse storico del contenuto, ma perchè scendono nel profondo dell'anima interpellandoci in modo particolarmente toccante.

E' il caso del "Diario" di Etty Hillesum, ebrea di origine olandese morta a 29 anni ad Auschwitz alla fine del 1943.
Si tratta di un testo che ha avuto larghissima diffusione a partire dagli ultimi trent'anni e dal quale la personalità dell'autrice emerge in modo spiccato con la sua luminosa capacità di reagire al buio della persecuzione nazista.


Il Diario registra infatti gli ultimi due anni dell'esistenza di Etty : dalla sua vita ad Amsterdam a quella nel campo di smistamento di Westerbork, dal forte legame con Julius Spier alle relazioni con familiari ed amici.
Ma a chi lo legge non può sfuggire quanto le sue annotazioni, più che un susseguirsi di eventi esterni, siano in realtà una storia interiore, la storia di un'anima.

Quella di Etty è una progressiva crescita nella consapevolezza di ciò che sta accadendo agli Ebrei, ma soprattutto nella volontà di vivere quell'esperienza preservando in sè viva l'immagine di Dio. Una consapevolezza che si fa strada in modo sempre più chiaro attraverso lo sbocciare della fede religiosa, conseguenza quasi naturale del suo ascoltarsi dentro.

C'è freschezza, c'è sorriso nel suo cuore, ma soprattutto una gratitudine che non solo non viene mai distrutta dal drammatico precipitare degli eventi, ma che nel tempo prende forza e fondamenta sempre più sicure.
Evidentissima è l'attitudine a non lasciarsi fiaccare, a non cedere alla tentazione della paura o del ripiegamento su se stessa: il suo è infatti un andare verso gli altri con altruismo operoso, lo stesso altruismo che la porterà a non tentare di salvarsi, ma ad accettare e condividere la sorte dei suoi compagni di sventura fino alla fine.
Anche la piccola
foto che la ritrae mentre sorride e gioca forse col gatto di casa, restituendoci un'immagine quotidiana, ce la rende vicina nella concretezza del suo vivere e credibile in tutta la sua gioia.
E alcune sue affermazioni hanno il sapore di una preghiera ancora di grande attualità:

"L'unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l'unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini."

Considerazioni che non abbisognano di commenti così come le splendide parole che concludono il "Diario", parole incantate, soprattutto se si pensa che sono state scritte alla vigilia della deportazione ad Auschwitz:

"Si vorrebbe essere balsamo per molte ferite".

Nel "Giorno della Memoria", mi piace allora rendere omaggio a questa donna straordinaria attraverso un altrettanto straordinario Bach e una giovane bravissima interprete.
Il
"Preludio e fuga in la minore BWV 543" trascritto per pianoforte da Liszt e qui eseguito da Lise de la Salle è infatti un brano grandioso e fortemente drammatico, delicatissimo e insieme profondo. E mi pare che ben si adatti alla vicenda di Etty ricordandoci che - davvero - anche ogni autentica espressione artistica può essere "balsamo per molte ferite".

Buon ascolto!

10 commenti:

Perdin.Dirigente ha detto...

Ho letto il libro, in effetti è molto bello!

Annamaria ha detto...

Grazie Palmy!!!
Buona serata!

Anonimo ha detto...

veramente una donna straordinaria

Annamaria ha detto...

Sì, Dario, veramente!
E il libro è di quelli che non smetteresti mai di rileggere.
Grazie!

luigina salmaso ha detto...

ciao... una donna eccezionale...un libro da leggere... ciao...luigina

Annamaria ha detto...

Luigina, mille grazie della tua condivisione e buona giornata!

Ambra ha detto...

Nella tua recensione ritrovo sentimenti ed emozioni suscitatimi dalla lettura del libro parecchio tempo fa.
Condivido la tua ammirazione per questa donna unica ed eccezionale e per la sua leggerezza di cuore.

Anonimo ha detto...

Grazie per aver ricordato, attraverso "Il Sorriso di Etty", un evento tremendo. Solo nel vergare queste poche righe sto male. E dico perchè. Quando, tanti anni fa, frequentavo l'ultimo anno delle superiori fui inviata dalla prof. di lettere a vedere una mostra fotografica itinerante sui Lager e su tutto ciò che si faceva dei deportati, soprattutto ebrei. Non riuscii a svolgere il tema tanto stetti male. Così come ora. E non riesco a scrivere quello che vidi. Solo Bach può accompagnare il dolore e lenirlo un po'.
Ma non dobbiamo dimenticare quello scempio.
Ti abbraccio piangendo, Annamaria.
egle

Annamaria ha detto...

Grazie Ambra! Anche per aver sottolineato la "leggerezza di cuore" di Etty in circostanze così tragiche. Una leggerezza che, ben lontana dalla superficialità, si radica in una fede luminosa in Dio.
A presto!

Annamaria ha detto...

Egle carissima, un abbraccio anche a te!
Grazie per la tua sensibilità e per aver condiviso qui la tua esperienza!
Quello scempio non va assolutamente dimenticato!!!