Si tratta di "Les choristes", una pellicola del 2004 di Christophe Barratier ambientata nella grigia provincia francese del secondo dopoguerra, dove un musicista disoccupato viene assunto come sorvegliante in un collegio chiamato "Fond de l'étang".
Già il nome, "Fondo dello stagno", rende l'idea dell'atmosfera del luogo: un istituto di correzione per ragazzini difficili che, nel clima di repressione instaurato dal direttore, rischiano davvero di diventare delinquenti.
Il nuovo arrivato però, nonostante divergenze e difficoltà, riuscirà almeno in parte a cambiare le cose. E lo farà adottando metodi educativi più umani, ma soprattutto appassionando i ragazzi alla bellezza del canto fino a creare un vero e proprio coro.
E' la musica, quindi, in certo qual modo la protagonista della storia, con la sua capacità di suscitare emozioni facendo emergere volontà e passione, restituendo speranza e sorriso.
Inutile dire che il film mi è piaciuto molto per il contenuto, la maestria degli attori (professionisti e non), ma anche perchè evita il rischio della retorica, frequente nella trattazione di argomenti di questo tipo.
La narrazione infatti è lieve, misurata, talora a metà strada tra il dramma e l'ironia, nel raccontare una vicenda nella quale - come accade peraltro anche nella vita - non tutti si salvano e il lieto fine è lasciato più al piano delle emozioni che a quello degli eventi.
Ma torniamo alla musica.
Tra i brani cantati dal coro, tutti decisamente pregevoli, uno dei più suggestivi è l' "Hymne à la nuit", tradizionalmente attribuito a Jean-Philippe Rameau (1683 - 1764) anche se, in realtà, la versione corrente è l'adattamento successivo di un pezzo di Rameau da parte di J.Noyon ed E.Sciortino.
E' una melodia nella quale, sia nella parte corale che in quella solista, la solennità si risolve in straordinaria limpidezza.
E il testo che ci parla di incanto e di mistero, di dolcezza e di speranza, mi sembra particolarmente adatto a una vicenda che vede protagonisti dei ragazzi che si affacciano alla vita, col bisogno profondo di far emergere da se stessi la capacità di sognare.
O nuit, viens apporter à la terre
Le calme enchantement de ton mystère
L'ombre qui t'escorte est si douce
Si doux est le concert de tes voix chantant l'espérance
Si grand est ton pouvoir transformant tout en rêve heureux
O nuit, ô laisse encore à la terre
Le calme enchantement de ton mystère
L'ombre qui t'escorte est si douce
Est-il une beauté aussi belle que le rêve ?
Est-il de vérité plus douce que l'espérance ?
8 commenti:
..e no..qui devo tornare con calma..e leggermi tutto.
Per ora un caro saluto AnnaMaria
A presto allora, Carla, e grazie!
Salutoni a te!
Non lo conoscevi? Io l'ho fatto vedere a diverse classi ed è stato sempre un successo, per spunti di riflessione e pensieri che ne sono venuti fuori!
Ciao Palmy!
No, non lo conoscevo e in effetti me l'ha consigliato un'amica insegnante.
Sì, è molto adatto anche per la scuola! Offre davvero parecchi spunti di riflessione.
Grazie!
Bellissimo il coro e struggente il solista. Non sapevo nulla di questa pellicola, tempo le sia successo quello che capita spesso: pochi giorni in poche sale cinematografiche. Mi attiverò per cercarlo.
Ciao Sandra!
La trovi facilmente in dvd. Vale davvero la pena, per la storia e per la musica.
A presto e grazie!
Ciao Annamaria.
La bellezza del tuo post, le tue considerazioni sull'argomento così come è stato trattato e infine sul coro e la musica, le cui ombre avvolgono ed incantano, mi spingono a cercare questo dvd per vederlo e ascoltarlo magari con altri. E scambiarci poi impressioni e opinioni.
Bella, Ambra, l'idea di vedere il dvd con altri e poi discuterne.
E' un film stupendo.
Ma preparate i fazzoletti....
Ciao!!!
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