lunedì 7 ottobre 2024

Sera d'autunno

È proprio vero che chi cerca trova...ma non è detto sia sempre quello che sta cercando. A volte ci s'imbatte in qualcosa di inaspettato - vecchio o nuovo, conosciuto o meno non importa - ma tale da suscitare e soddisfare il nostro interesse ancor meglio di ciò che volevamo.

Sfogliavo giorni fa le foto nel pc in cerca di un dipinto che credevo di aver salvato e invece...Invece al suo posto ho scoperto l'immagine che vedete presa chissà quando da un sito di sfondi paesaggistici. E il suo cielo autunnale, la solitudine della campagna brulla attraversata da quel sentiero che conduce chi sa dove mi hanno affascinato al punto da fondersi col presente. Tempo grigio anche qui infatti, a tratti piovoso, e mentre la luce andava digradando avevo la sensazione di percorrere davvero quella stradetta sterrata, camminando assorta e lasciando vagare i pensieri.

Allo stesso modo, giorni fa stavo cercando un pezzo di Gounod e invece youtube mi ha riportato improvvisamente a una composizione di Bach impossibile da dimenticare, uno di quei movimenti lenti che ti restano nel cuore e che, riascoltati a distanza di tempo, ti regalano ancora più intensa tutta la loro suggestione.
Si tratta del "Larghetto" dal "Concerto in Re maggiore BWV 972" che avevo
pubblicato più di otto anni fa proprio quiÈ una trascrizione bachiana da Vivaldi come spiegavo nel vecchio post, nel quale avevo condiviso la bellezza di tre clip audio: l'originale vivaldiano e due versioni bachiane, una eseguita al clavicembalo e l'altra al pianoforte. 

Proprio quest'ultima è quella ricomparsa all'improvviso su youtube, sempre nell'incantevole interpretazione di Boris Bloch, pianista ucraino classe 1951. Proprio quest'ultima ho riascoltato l'altra sera mentre fuori imbruniva e iniziava a piovere piano. Lo sentivo dal ticchettìo sulle finestre della mansarda mentre lo schermo del computer era un'oasi di luce azzurrina nella penombra della stanza.
Niente come quel brano aveva risvegliato in me un silenzio assorto,
un respiro privo di affanno quasi il ritmo del cuore somigliasse a un passo tranquillo sul viottolo di campagna della foto, ed esistesse una segreta, riposante sintonia tra la sua atmosfera autunnale e le note di Bach. 

Allora ho pensato che dovevo ripubblicare quella musica perchè il mio cuore era lì, ad ascoltare la morbida eleganza con cui il pianista affrontava la tastiera, arricchendo il brano di abbellimenti e - come altri celebri interpreti - scandendone a fior di labbra le note ora con piglio severo, ora con un'ombra di sorriso.
Il pezzo non presenta grandi difficoltà tecniche, ma il suo splendore è tutto affidato alle capacità interpretative di chi lo esegue. Ed è qui che emerge la classe di Boris Bloch che da un lato trasforma gli accordi iniziali e finali del "Larghetto" in delicatissimi arpeggi, e dall'altro dona alla melodìa un ritmo e una luce che ne sottolineano l'intimità e l'incanto.
Un'interpretazione decisamente fiorita se confrontata con altre più rigorose. Penso
per esempio a quella di Andrea Bacchetti che potete trovare qui: un Bach più essenziale, pulito, quasi spoglio, ma non privo di una sua timida dolcezza.

Buon ascolto!

(La foto è presa dal web)

 

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