giovedì 13 ottobre 2022

Interessanti scoperte

Il mondo della musica - e non solo quello - è sempre pieno di sorprese, soprattutto per una persona come me che, seppure decisamente appassionata, ha però conoscenze specifiche solo su alcuni autori e periodi a scapito della completezza dell'argomento.
Certo, adoro Bach
e il barocco, la polifonia, poi Mozart, Haydn, Chopin e tanti altri compositori che ora non sto ad elencare.

Tuttavia ci sono diversi generi - per esempio jazz, blues e rock - sui quali ho conoscenze ancora limitate, anche se alcuni pezzi mi possono piacere.
Lo stesso vale per certi autori vissuti tra Ottocento e Novecento che non ho mai
ascoltato a fondo. Ma siccome sono curiosa, navigando su youtube ogni tanto mi piace fare qualche piccola incursione proprio tra questi.

Così, sono rimasta piacevolmente sorpresa scoprendo Edward Mac Dowell (1860 - 1908), compositore e pianista statunitense del quale oggi voglio condividere un brano che mi è parso non solo gradevole, ma anche molto interessante sul piano dei riferimenti. 
Le date ci parlano di un artista contemporaneo al tardo romanticismo, quello di
Liszt e di Brahms per intenderci, solo per citare alcuni dei musicisti del periodo. Certo, la sua formazione iniziale è sulla musica americana. Tuttavia, va ricordato che essenziale sarà il suo viaggio in Europa dove frequenterà il conservatorio e verrà poi a contatto con diversi musicisti tra cui - appunto - Liszt dal quale riceverà anche grandi apprezzamenti.

Tra le sue composizioni che comprendono brani per pianoforte, per orchestra e per coro, ho scelto il primo movimento, "Praeludium", della "Modern Suite n.2 op.14": un "Andante maestoso" che mi ha molto colpito. Perchè mai?
Senza dubbio per le grandi sonorità - proprio maestose -
e l'andamento ricco di energia a cominciare dai fortissimi accordi iniziali che fungono da introduzione al tema. Un tema di grande fascino nel suo ritmo inquieto e quasi ansimante, bellissimo, che a mio avviso potrebbe egregiamente fare da colonna sonora all'atmosfera di un film un po' noir. Un tema che si ripete con dolcezza e va facendosi poi più impetuoso come un mare agitato o una sorta di magma interiore cui le note intendono dar voce.

Ma questo brano mi lascia anche la suggestione di musiche già sentite altrove e di svariati riferimenti. Come scrivevo, lo stile è quel tardo romanticismo ricco di virtuosismo pianistico molto amato dal pubblico d'oltreoceano che ha applaudito Mac Dowell tributandogli onorificenze anche dopo la morte, o perlomeno fino a quando in America non si è affermato un filone musicale innovativo come il jazz. Si può dire quindi che il compositore concluda un'epoca e le sue creazioni, più che alle novità degli inizi del Novecento, guardino ancora al passato.

Quale passato, allora? Per rispondere, occorrebbe ascoltare l'intera "Modern Suite" e non solo il primo tempo. Già il fatto che si tratti di una forma come la Suite la dice lunga sulla conoscenza della musica antica da parte dell'artista, a cominciare da quella barocca. E basterebbe sentire il secondo movimento - "Fugato" - per pensare subito a Bach e a certi pezzi del suo "Clavicembalo ben temperato" anche se rielaborati molto, molto liberamente.
Ma torniamo al "Preludium".

Il brano mi riporta a quel pianismo sinfonico che può ricordare Liszt, Brahms e Saint-Saëns al quale non a caso la Suite è dedicata. Ma altri due compositori mi risuonano dentro.
Il primo
è Chopin, in particolare col  "Notturno in do minore op.48 n.1". La "Suite" di Mac Dowell - sia pure in tonalità diversa e in modo molto più energico - ne riprende gli accordi iniziali, ma il compositore americano potrebbe aver preso spunto anche dalla tempestosa irruenza della seconda parte del Notturno. Con ciò non intendo stabilire un confronto impossibile tra Mac Dowell e il genio inarrivabile di Chopin, ma solo sottolineare quanto quest'ultimo sia stato un faro di luce per molti artisti successivi.

Il secondo è Rachmaninov. Ma se al musicista polacco si può fare riferimento con tranquillità, la cronologia non lo consente per il russo che, nel 1883 quando la "Suite" è stata composta, aveva solo dieci anni. E allora?
Allora potrebbe essere accaduto il contrario, ed essere stato Rachmaninov ad
ispirarsi al compositore americano, soprattutto scrivendo brani come il celebre "Preludio in do diesis minore op.3 n.2", o in alcuni tratti del suoi "Concerti per pianoforte" a cominciare dal secondo.
E comunque sia stato, Mac Dowell resta per me una scoperta interessante.

Buon ascolto!

(La foto è presa dal web)

 

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