sabato 11 giugno 2022

Ortensie

Avete mai rubato qualcosa per qualcuno?
O siete mai stati tentati di farlo?
Un fiore...un dolcetto...le ciliegie dalla
pianta...l'erba voglio nel giardino del re?...Insomma, avete mai violato una regola per amore?

Tranquilli, la mia non è istigazione a delinquere, ma solo una domanda che mi sorge spontanea pensando che, a volte, una piccola trasgressione può rendere un regalo ancora più prezioso. Del resto, da bambini - e non solo - non abbiamo forse avuto tutti il classico desiderio del frutto proibito?

Allora ve lo dico piano, pianissimo perchè nessuno ci senta...
Vedete quelle ortensie nella foto?
Sì, lo so che avete letto l'ultimo post e avete capito che sto attraversando un periodo floreale, coi gelsomini, l'azalea, ecc. ecc. Quello che non sapete però è che proprio quelle ortensie, ieri sera, le ha rubate mio marito per me!
Sì, ru-ba-te nel giardinetto condominiale, dopo che avevo espresso grande
apprezzamento per il folto cespo che cresce in un'aiuola sul retro della casa, lamentando il fatto che, trattandosi di uno spazio comune, non è possibile cogliere i fiori liberamente...o perlomeno non lo sarebbe.
Così, facendo finta di niente, al primo calar delle tenebre e con la solita scusa, "Vado in
garage" - non va a prendere le sigarette solo perchè non fuma - il consorte è uscito, ma invece di sparire, pochi minuti dopo è rientrato e mi sono trovata davanti alla sorpresa delle ortensie in tutto il loro splendore.

Chiariamo le cose. Mio marito è un uomo di poche parole che però potrebbe fare tranquillamente il testimonial del "Ditelo con i fiori". Confesso che a volte preferirei qualche discorsetto in più...ma pazienza, col tempo ho imparato a leggere tra le foglie. In tanti anni di matrimonio - e il mese venturo saranno quarantuno (!) che solo a scriverlo mi viene un colpo - il ragazzo, si fa per dire, mi ha omaggiato di un infinito numero di piante e pianticelle. Francamente, all'inizio alcune erano un po' cimiteriali, poi però ha capito i miei gusti e siamo arrivati alle rose o alle meravigliose azalee dei tempi più recenti.

Eppure, nonostante io li abbia sempre graditi, i fiori più belli non sono stati quelli regalati di rito per le feste comandate, i compleanni, ecc., ma quelli fatti a sorpresa e senza un motivo perlomeno apparente. Come le primuline di bosco di qualche anno fa, che durante un giro in bici aveva colto per me sulla sponda di un fosso, rischiando di cascarci dentro...e ora queste ortensie che ho subito sistemato in vaso e che valgono più di mille parole.
E ora che mi sono confidata con voi, vi prego di mantenere il silenzio.
Si venisse a sapere in giro del suo gesto e il brav'uomo mi dovesse finire nei guai,
non potrei neanche portargli le arance in galera perchè non è stagione. Quindi, acqua in bocca!

Così, per passare alla musica dedicando alle ortensie - e a lui - un pezzo adatto, vi propongo un brano che tanti forse non approveranno perchè non sembra accordarsi al tono un po' leggero di questo post. Ma l'ho scelto lo stesso perchè le sue note vanno a scandagliare quella profondità che talora si cela anche sotto le apparenze dei gesti più furtivi o dei toni più giocosi.
Si tratta dello splendido "Adagio assai", secondo movimento del "Concerto in Sol maggiore per
pianoforte e orchestra" di Maurice Ravel (1875 - 1937), qui interpretato da Martha Argerich.

È una musica che alterna levità a intensa passione, malinconia a squarci d'inusitata serenità, accenni di scala pentatonica ad accordi più vigorosi: una melodia nostalgica e vibrante da ascoltare senza fretta, lasciando che le sue note entrino nell'anima e la pervadano col loro fascino. Protagonista è il pianoforte mentre l'orchestra resta in secondo piano fino all'incantevole intervento del flauto che - a 2.53 dall'inizio - va ad accompagnare la voce dello strumento solista.
Un Ravel di assoluta bellezza che, al di là del suo brano più popolare - il celebre
"Bolero" - in questo concerto altrettanto famoso svela tutto il suo genio fatto ormai di superamente dello stile impressionistico nel segno di una grande modernità, ma anche di solide radici nella musica del passato. È lui stesso infatti a rivelare di essersi ispirato per questo "Adagio" a un delicatissimo brano di Mozart, il "Larghetto" dal "Quintetto K.581".

Il compositore però mi dovrà perdonare perchè io ci trovo anche altri riferimenti. Se ascoltate il pezzo più volte, altre musiche vi riecheggeranno in cuore: da un richiamo a Bach a 5.26 - quando il pianoforte si produce in un'incantevole serie di arabeschi accompagnando la melodia ripresa stavolta dal corno inglese - fino al ricordo lontano di un passaggio del terzo movimento della Nona sinfonia di Beethoven che affiora qua e là, soavissimo.
Note in taluni passaggi anche intensamente drammatiche, ma nell'esposizione del
tema sempre ricche della delicatezza del non detto, come un fiore rubato nottetempo, o quasi.

Buon ascolto!

6 commenti:

giorgio giorgi ha detto...

Mentre ascoltavo la musica sublime dopo aver letto lo straordinario post mi si è presentata alla mente questa frase: la trasgressione più grande è rimanere con te tutta la vita.
Adesso devo cercare di capire cosa vuol dire...

Annamaria ha detto...

Già! Ottimo spunto di riflessione questa frase che ti si è presentata alla mente. Può voler dire tante cose...ma la sostanza è che la trasgressione sia motivata da amore.
Grazie Giorgio e buona serata!

Gus O. ha detto...

Nessuna innocente trasgressione. Ravel è legato al suo Bolero.
Ciao Annamaria.

Annamaria ha detto...

Certo, Gus, che Ravel è legato al suo Bolero! Non fosse altro che per la sua particolare struttura ripetitiva e senza sviluppo. Però questo brano del Concerto in sol resta per me di uno splendore assoluto.
Ciao e buona serata!

Pia ha detto...

Mi sono commossa leggendo del dolcissimo dono di tuo marito.
Sono queste le cose più belle e che più amo in una coppia solida come la vostra.
Mio marito mi fa doni raramente ma quando li fa sono pieni di tutto...
Il pezzo musicale poi... sublime.
Brava l'artista nella sua esecuzione. Poi, seguendo le note sullo spartito mi sono davvero divertita, difficilissimo pezzo direi. Almeno per me.
Ciao Annamaria, sempre grazie.

Annamaria ha detto...

Cara Pia, bello seguire le note sullo spartito, vero? Sì, il pezzo musicale è veramente sublime ed è difficile perchè questa è una trascrizione per due pianoforti.
Grazie della tua commozione!
Ti abbraccio!!!