Oggi, faccio riferimento al post della volta scorsa sul primo tempo del "Preludio, Fuga e Allegro BWV 998" di Bach e - se non vi dispiace - vado subito avanti.
Parliamo allora del secondo movimento, una fuga in realtà molto singolare.
Si compone infatti di tre parti: la prima e la terza perfettamente identiche, mentre la seconda - che risulta inclusa tra queste come fosse il vero e proprio cuore del brano - è ben diversa, ma francamente struttura di fuga non ha.
Che cos'è allora? Un intermezzo? Una sorta di variazione? Non saprei bene come definirla, ma mi piace moltissimo per il suo andamento dolcemente mosso dopo il rigore della prima parte. Il brano si apre infatti sulle note lente e severe di un tema enunciato dalle prime due battute della mano destra - come potete vedere dalla foto - e ripreso più avanti dalla sinistra proprio come in un pezzo fugato. E via così in un intreccio sempre più complesso.
Ma poi? Come dicevo, nella parte centrale le cose cambiano e nella composizione si viene a respirare un'atmosfera del tutto differente come se, a un tratto, Bach voltasse pagina dando di ciò che ha dentro una lettura diversa. Così, se all'inizio il tono era serio ed austero, poi diviene leggero e quasi danzante. E non vi dico il piacere che si prova suonando questa sezione al pianoforte - sia pure con i limiti della sottoscritta - perchè sono note che vi cantano dentro e aiutano davvero a voltare pagina e a rasserenare lo sguardo se per caso il momento non fosse dei migliori.
Scorrevolezza e discorsività potrebbero essere i termini adatti ad esprimere almeno in parte il carattere di questo pezzo, e mi rendo conto che tante volte, anche in passato, mi è occorso di paragonare il linguaggio della musica - e in particolare quello di Bach - a un discorso con una sua struttura sintattica fatta di principali e secondarie, di pause, incisi e via dicendo.
Ma c'è di più. Ad attirare la mia attenzione su questa parte del brano, oltre alla sua bellezza, è stato un particolare riferimento.
Verso la fine, la continuità delle note affidate alla mano destra viene intervallata da coppie di accordi ben scanditi che chi ha un pochino di familiarità col compositore ricorderà certo di aver già sentito.
Su passaggi simili, infatti, è strutturato il celebre "Preludio n.12 in fa minore BWV 881" del secondo Libro del Clavicembalo ben temperato che - se volete - potete ascoltare qui nientemeno che dalle mani di Andras Schiff. Non trovate anche voi che ci sia una chiara somiglianza?
Se tuttavia finora ho fatto riferimento al pianoforte, l'interpretazione che pubblico della "Fuga BWV 998" non è per questo strumento, bensì per chitarra. Ho ascoltato e confrontato a lungo le numerosissime esecuzioni che youtube offre e ho scelto infine quella di Ana Vidovic. Mi è parsa infatti pregevole non solo dal punto di vista tecnico, ma decisamente migliore di altre anche a livello interpretativo per la naturalezza con cui la Vidovic suona e il risalto che sa dare alle varie dinamiche del pezzo. Parliamo del resto di un' interprete di fama internazionale. Così, nonostante la registrazione live sia un po' disturbata, mi perdonerete se ho deciso di pubblicarla ugualmente.
Poi - lo so - qualcuno penserà che, al prossimo post, di questa composizione bachiana vi ammannirò di certo anche il terzo movimento, l' Allegro.
Francamente non ho deciso: è vivace, veloce, spigliato, ma ancora non so. Magari in un secondo tempo. Intanto ci penso.
Buon ascolto!
4 commenti:
Bach è anche imprevedibile.
Ciao Annamaria.
Ma sei velocissimo, Gus!!! Ho pubblicato il post ora ora...
Sì, Bach è anche imprevedibile.
Grazie mille!!!
Che grazia! Davvero una magnifica interpretazione. E la tua descrizione aiuta ad entrare dentro le note, a sentirne più profondamente il flusso. "Voltare pagina"... un invito.
Hai sentito, cara Rossana, che meraviglia di interpretazione? Nella parte centrale del brano, Bach ci cattura davvero con la serenità e la scorrevolezza delle sue note.
Grazie mille di questa tua sintonia e buon pomeriggio!
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