lunedì 8 novembre 2021

Piccoli gioielli

Un brano brevissimo quello di oggi, e molto conosciuto soprattutto da chi ha studiato un po' di pianoforte. Sì, anche
solo un po'.
Questo pezzo infatti è tra quelli che
vengono proposti a quanti cominciano ad avvicinarsi al vastissimo panorama bachiano - ebbene sì...è Bach! - insieme a composizioni non molto impegnative come i suoi preludi, le fughette e qualche invenzione a due voci.

Ma per quanto semplice possa essere l'approccio ad un brano simile - facile sì, ma non facilissimo! - ci sono sempre mille modi per eseguirlo, da quello di un principiante a quello di un pianista fatto e finito capace di renderlo quel gioiellino che è. Così, quando ho scoperto l'interpretazione di Murray Perahia, non ho resistito al desiderio di condividerla qui perchè il tocco misurato del pianista ce ne restituisce in pieno il garbo e il ritmo.
Si tratta infatti di una danza, in particolare della "Gavotta" inserita come quarto
tempo nella "Suite francese in Sol maggiore n.5 BWV 816", pezzo bachiano di grande leggiadrìa nel suo movimento moderato ed elegante.
Ma mi ha colpito anche perchè di questo piccolo brano ho un ricordo un po'
particolare che risale a tanti e tanti anni fa.

Sono in vacanza con un'amica nel mio paesetto di montagna e una sera andiamo a un concerto, un evento gratuito che si tiene nella chiesa parrocchiale. Talora ci sono giovani interpreti, talaltra gruppi corali del posto, ma stasera è la volta di un organista che viene da fuori, un signore anziano dalla chioma grigia e disordinata che gli dà un'aria vagamente bohémienne.
La chiesa è piena, il pubblico attento, ma il grande organo a canne sopra
l'ingresso è dietro di noi, quindi possiamo solo ascoltare senza vedere.

Così, non riusciamo a capire perchè, a concerto iniziato, inframmezzato alle note musicali si senta uno strano tramestìo, come se il nostro organista stesse furiosamente litigando con qualcosa. Forse la pedaliera? Forse un tasto che si pianta e non vuol saperne di tornar su? Forse i registri organistici che sono vecchi e funzionano male? La musica continua, e insieme il tramestio.
Una certa inquietudine si diffonde tra il pubblico, ci si guarda un po' straniti...ma
che razza di concerto è questo? Va bene, è Bach...ma povero Bach, anche perchè ogni tanto si avverte qualche stonatura o qualche accordo a dire il vero un po' troppo dissonante!
Così, sorge un dubbio: che i registri non c'entrino e il difetto stia proprio nell'organista?...
Comunque, in qualche modo si arriva al gran finale dove il pezzo forte è appunto la nostra "Gavotta".

Nell'enfasi del brano conclusivo, il brav'uomo - poveretto! - ce la mette tutta suonando a registri spiegati e producendo, più che musica, una sorta di fracasso: sonorità fortissime ma sconnesse dove intonazione e ritmo si perdono tra lo sconcerto del pubblico. Nella panca davanti alla mia c'è un signore che alloggia nel mio stesso albergo: è un musicista appassionato di strumenti antichi, un intenditore insomma, che ha anche fondato un piccolo ensemble per suonare musica barocca. Me lo vedo davanti ancora adesso, mentre si volta indietro puntando verso l'organista uno sguardo feroce che trasuda indignazione mentre a me - francamente - scappa solo da ridere.  

Il mio ricordo finisce qui, così torno a quella "Gavotta" che oggi Murray Perahia mi restituisce scandendo invece le note con dolcezza e garbo.
Un brano semplice dicevo, come tanti altri pezzi di Bach brevissimi, ma non per
questo privi di un' aura di splendore e perfezione.
E mi sembra significativo che tale perfezione possa essere cercata e realizzata non
solo nelle composizioni grandiose e altisonanti, ma anche nel piccolo pezzo da esercizio quotidiano per farne, a suo modo, un gioiellino.

Buon ascolto!

(La foto in alto è presa dal web)

 

6 commenti:

Gus O. ha detto...

Bach, è universalmente considerato come uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi. Per me il più grande.
Grazie Annamaria.

Annamaria ha detto...

Sono pienamente d'accordo.
Grazie a te, Gus!

Dark Miryam ha detto...

Hai ragione nel definire questo brano un vero e proprio gioiellino.
Lo ammetto: ho cercato di immaginarmi il vecchio organista che cerca di suonare questo brano manco fosse Jerry Lee Lewis alle prese con Great Balls of Fire... Fuoco compreso. E bravura non compresa nel pacchetto :D

Annamaria ha detto...

Grazie, Dark Miryam, di aver apprezzato questo pezzo bachiano, piccolo ma grande nel suo equilibrio e nella sua perfezione. E grazie anche di aver lavorato di fantasia con la tua immaginazione.
Buona giornata!

Marco Capponi ha detto...

L'esecuzione della Gavotta da te proposta è delicata ed elegante. Io preferisco il timbro del cembalo a quello del pianoforte. Un tempo molto lontano anch'io torturavo l'organo, in chiesa: ma per accompagnare i canti durante le funzioni, non per fare concerti.
E un bel "Pleno" (a me piaceva in particolare una fuga di Haendel che ben si adattava allo scopo) a fine messa ci stava, per far scappare i "devotissimi fedeli" che con le loro chiacchiere trasformavano l'aula liturgica in un mercato. Dopo qualche anno, ho capito che non trovavo più motivazioni in quel servizio e me ne sono andato, rifiutando qualche richiesta che mi era stata fatta per andare a suonare altrove. Ho scelto il silenzio (e la musica fatta tra le mura di casa: quella dimensione domestica per la quale molti autori hanno scritto tante piccole perle, ma anche molti capolavori).

Annamaria ha detto...

Grazie di aver condiviso la tua esperienza, Marco! Un bel "pleno" all'organo sta davvero bene a conclusione di una funzione liturgica. Peccato che spesso la gente non ascolti e alla fine trasformi la chiesa in un mercato...Capisco perfettamente quanto scrivi.
È molto bella poi la tua scelta di suonare in una dimensione domestica, però - se posso permettermi un piccolo consiglio - non abbandonare del tutto l'idea di suonare anche fuori dato che te lo hanno chiesto. Leggendo il tuo blog, ho visto che hai fatto studi molto approfonditi anche in campo musicale, hai talento e una cultura vastissima. Sarebbe bello che anche altri ne fossero arricchiti.
Ancora grazie e buona serata!