domenica 6 dicembre 2020

Poesia di una città


Mi auguro che in tanti conosciate il sito web dal quale ho tratto queste foto.
È la pagina Facebook intitolata "Semplicemente Milano di Andrea Cherchi" nella quale il fotografo - che qui ringrazio - pubblica quotidianamente
splendide immagini della città.
Sono scorci di una metropoli della quale coglie mirabilmente il
carattere e insieme la poesia, il respiro delle diverse attività e lo splendore dell'arte, le vie affollate come gli angoli più discreti e appartati dove talora il verde offre - a sorpresa - l'illusione di essere in campagna. Scatti che riprendono i monumenti del centro storico o gli scorci della vecchia Milano, come pure le stazioni e le periferie. 

Ma non è raro che le sue foto fermino anche squarci di vita vissuta, immagini di un'umanità colta al volo nei gesti quotidiani, antiche botteghe simbolo di lunga operosità e tradizione, insieme alla Milano dei tram e dei grattacieli più arditi nelle cui vetrate si specchia il cielo.
E poi ariose prospettive e panorami
dall'alto, che ci regalano il respiro ancora più ampio di una città dove mille vite e mille storie s'intersecano. Una metropoli vista con ogni tempo e in ogni stagione, dal sorgere del sole al tramonto dove la luna gioca tra i pinnacoli del Duomo, fino alla notte che riempie di solitudine e malinconia le strade vuote.

E immergendoci nell'atmosfera della foto qui a lato, vengono in mente le parole di quella canzone di Giorgio Gaber che dice: "Le strade di notte mi sembrano più grandi e anche un pochino più tristi", a restituirci inquieta e pungente la voglia di casa.
Una Milano amata e multiforme, nella quale lo sguardo
di Andrea Cherchi coglie la bellezza dove essa risplende, ma pure dove è nascosta e va cercata nei dettagli che solo l'occhio acuto del fotografo sa scandagliare per farne affiorare la vita oltre le apparenze.

Ma quella di Cherchi è anche la Milano ferita dal Covid che le sue immagini ci testimoniano nella desolazione di certe piazze vuote, così come nella resistenza caparbia di una città che non si lascia domare.

E i suoi scatti sono intrisi di quella poesia che nasce quando cerchiamo la bellezza e la condividiamo con altri perché resti perno e punto fermo del nostro vivere, proprio come fa il fotografo regalandoci ogni giorno - instancabile - il fascino di un gesto, di una strada o di un pezzo di cielo.

Una città che - proprio a causa del Covid - domani avrà una "prima" della Scala diversa da quella tradizionale, ma una Milano che non si arrende e persevera nella volontà di offrire a tutti lo splendore della musica anche in questi giorni difficili. Se non potrà essere un'opera lirica ad inaugurare la stagione scaligera come per il passato, l'evento sarà comunque straordinario e di portata forse ancora più ampia.
Sarà un concerto a platea vuota, ma in realtà con un pubblico molto più vasto, anche se - come ha affermato Riccardo Chailly - "mancherà il momento emotivamente forte di misurarsi con l'intensità degli applausi".
Un segno di resistenza nel nome dell'arte, un ricco programma di musica e non solo, in un percorso verso la speranza. E significativo di tale speranza è il titolo dell'evento, "A riveder le stelle", che ci riconduce all'ultimo verso dell' "Inferno" di Dante e - in sostanza - alla capacità dell'arte di aiutarci ad uscire dai vari inferni che talora ci troviamo ad attraversare.

Così, a questa Milano che tanto amiamo, desidero dedicare un brano di Giuseppe Verdi (1813 - 1901) in cui il compositore ha fatto riferimento proprio a Dante e alla "Divina Commedia", musicando i versi della celebre preghiera di San Bernardo a Maria nel Canto XXXIII del "Paradiso".

Si tratta del terzo dei "Quattro pezzi sacri" scritti dal musicista intorno al 1890 e intitolato "Laudi alla Vergine Maria" : brano per coro a cappella per quattro voci femminili, due soprani e due contralti.
Una musica davvero celestiale, ricca di passaggi di grande intensità ma anche di leggiadrìa, scritta su quel testo sublime che tutti
conosciamo: "Vergine Madre, figlia del tuo Figlio..." e che potete seguire, verso per verso, nella clip video.

Un canto che mi sembra bello dedicare - alla vigilia della sua festa - alla grande città che vive proprio all'ombra e sotto il manto della sua celebre Madonnina.

Buon ascolto!

6 commenti:

Gus O. ha detto...

Verdi è il più grande.
Post magnifico.

Annamaria ha detto...

Verdi è patrimonio dell'umanità!
Grazie Gus!!!

giorgio giorgi ha detto...

Ho visto la "prima" della Scala di quest'anno in tv. Molto bella, fatta bene, accattivante, con alcune perle importanti. Bella soprattutto l'idea di bypassare il covid con un po' di creatività. Magico Roberto Bolle, che mi ha emozionato per l'ennesima volta. In tanta bellezza, una sola sola grande stonatura: la presenza di Bruno Vespa in un contesto degno di altre stelle.

Annamaria ha detto...

Concordo in pieno con te, Giorgio. Bruno Vespa a parte, una "prima" emozionante per la regia, le musiche, i testi e primo fra tutti, sì, Roberto Bolle!!! La sua esibizione mi è parsa una sorta di modermissima Creazione di Adamo.
Ma per me è stata commovente anche l'apertura con la città vista dall'alto di notte. Benchè non ci sia nata nè ci abiti, sono legatissima a Milano fin dai tempi dell'università, e di anni ne sono passati...
Grazie e buona giornata!

Rossana Rolando ha detto...

Bellissimi davvero gli scorci di Milano. La fotografia è arte, quando sa cogliere e fissare tratti che rimandano all'essenza, all'anima - in questo caso - di una città. Evocativa l'immagine del bambino che guarda verso la finestra, in cui si intravede una persona, forse la nonna che non può uscire, in tempi di covid. Sempre fine la tessitura dei tuoi post. Buona giornata.

Annamaria ha detto...

Ho avuto davvero l'imbarazzo della scelta, cara Rossana, davanti alle foto di Andrea Cherchi, tanto sono numerose e belle!!! E per una che ama Milano come me, puoi immaginare quanto sia stato difficile dover ridurre il numero delle immagini per ovvie ragioni di spazio. La foto cui alludi - diventata molto famosa nei mesi scorsi - riprende una donna che cerca di salutare la madre anziana in casa di riposo.
Sì, la fotografia è arte e in questo caso anche grande espressione di umanità.
Grazie e buona giornata a te!!!