martedì 8 ottobre 2019

Irresistibile

Claude Monet: "Mare grosso ad Étretat" - Parigi, Museo d'Orsay.














Agitato, impetuoso, irruente, tempestoso come un mare in burrasca percosso da un vento gagliardo e irresistibile. Un vento che tuttavia sembra concedere - qua e là - brevi pause di calma mentre, dopo ondate potenti, le spume si allargano dolcemente sulla riva e il rumore sordo della risacca si stempera in un suono più lieve.
A suscitarmi queste sensazioni è un brano di musica famoso e affascinante: lo "Studio in re diesis minore op.8 n.12" di Alexander Skrjabin (1872 - 1915), pianista e compositore russo del quale forse ricorderete il "Preludio n.8 op.11 in fa diesis minore" pubblicato qui.
Il suo stile si colloca nella fase di passaggio dal tardo romanticismo alle novità della musica atonale. Tuttavia, il pezzo che ascolterete appartiene a quella serie di composizioni che guardano ancora alla tradizione e nelle quali - come osservavo anche nel vecchio post - è possibile ritrovare, tra l'altro, riferimenti a Chopin.
Credo sia facile sentirlo riecheggiare anche in queste note: nella forza improvvisa degli accordi iniziali, ma anche in quei passaggi conclusivi in cui - soprattutto nella celeberrima interpretazione di Vladimir Horowitz - gli accenti si fanno più lievi e il brano ha sfumature d'incomparabile dolcezza.
E vengono in mente ancora una volta alcuni famosi pezzi del musicista polacco: dall'impeto appassionato dello "Studio op.10 n.12" conosciuto col titolo "La caduta di Varsavia", fino alle parti più animate del "Larghetto" del "Concerto n.2 in fa minore op.21".
Sembra che Skrjabin abbia a tal punto interiorizzato le note di Chopin da restituircele ormai fuse con la propria passione, anche se talora ricche di contrasti ancor più accesi e drammatici. Lo "Studio in re diesis minore" in effetti, si conclude con un parossistico crescendo di accordi che può ricordare anche l'irruenza di Rachmaninov. 
Una musica di grande effetto dunque, e non priva di difficoltà tecniche. 
Come si osserva dallo spartito, infatti, la mano destra suona sempre ottave e la sinistra è impegnata in intervalli che talora vanno oltre l'ottava stessa.

E a proposito di mare in tempesta, mi piace associare l'atmosfera e l'impeto del brano di Skrjabin alle onde turbinose e al colore plumbeo, quasi cangiante, del cielo che vedete in queste immagini.
Si tratta di un'affascinante opera di Claude Monet (1840 - 1926) intitolata "Mare grosso ad Étretat".

La celebre scogliera con la falesia a picco sul mare è un luogo che l'artista ha rappresentato spesso, in differenti orari e angolature di luce, un po' come per la famosa serie delle Cattedrali di Rouen.
Ma qui mi pare che bianco, verde, azzurro cupo e grigio, insieme alla tinta scura della spiaggia e della roccia, si accostino tra loro con rara efficacia, dandoci la percezione del dramma che si sta compiendo. 
La tempesta rischia infatti di travolgere un'imbarcazione al largo, mentre le persone radunate sulla riva a scrutare l'orizzonte sembrano rendersi conto del pericolo. 
Si tratta di una burrasca invernale, come si vede dal loro abbigliamento che l'artista ha raffigurato con tratti sintetici ma al tempo stesso efficaci. E benchè i volti non siano delineati, insieme all'urto del vento cogliamo ugualmente la loro incertezza e i timori per la gravità della situazione.

Basterebbe questo solo particolare qui a lato a farne un piccolo quadro nel quadro, un dipinto a sè stante sul dramma di un'attesa.
Ma possiamo osservare la tecnica pittorica dell'artista anche da altri dettagli: dalle spume che si confondono con la roccia alle larghe pennellate di colore, sommarie e quasi materiche, fino alle onde bianche che riproducono il movimento del mare in un affascinante impasto di tinte.
E laggiù in fondo, quella piccola imbarcazione, sola nel suo precario destino. 
Ne riconosciamo la vela e il profilo, preciso pur nella sua indeterminatezza, o forse efficacissimo proprio per questa. 
Sta anche qui la magìa della pittura impressionista: pochi tratti a individuare una situazione, a raffigurare una natura grandiosa e infida, splendida e impetuosa, irresistibile nella sua potenza come queste note di Skrjabin.

Buon ascolto!

4 commenti:

Stefyp. ha detto...

Affascinante musica, travolgente proprio come le onde del quadro di Claude Monet, che ben esprime lo stato d'animo del mare e delle persone alla riva in quel preciso momento.
Che dire di Monet? Ogni volta davanti alle sue rappresentazioni è sempre un'emozione intensa per me.
Mi piace molto il tuo abbinamento musica e pittura perchè insieme hanno una forza che parla al cuore.
Buona serata, cara Annamaria.
Un abbraccio, Stefania

Annamaria ha detto...

So bene dai tuoi blog, cara Stefania, quanto anche tu sia affascinata dalle opere di Monet. Ho trovato questo dipinto per caso, tra altre sue rappresentazioni della falesia di Etretat, ma è questa è quella che mi è piaciuta di più. E poi mi è parsa davvero in sintonia con lo Studio di Skrjabin, "travolgente", proprio come hai detto.
Grazie e un abbraccio di buona giornata!!

Nella Crosiglia ha detto...

Sicuramente non un pezzo facile, ma la tua grande maestria ce lo descrive così bene che si sente il pericolo e la forza delle grandi onde nel mare in questo caso infido che prospetta pure una tragedia determinata anche dall'apprensione che suscita negli astanti. Molte note ci avvicinano ad altri compositori è vero, la mia limitatezza non sa dire quali, ma la tua esperienza li mette in vista.
Bravissima come sempre.
Un abbraccio da stritolo

Annamaria ha detto...

Carla NELLA, la mia non è maestria! E' semplicemente ascolto, abitudine all'ascolto che ho ormai da anni: è questa che mi suggerisce riferimenti e confronti.
Sì, il brano di Skrjabin non è facile, ma di una bellezza - come scrivevo - irresistibile. Come il mare in tempesta di Monet, il vento e le onde...
Grazie e un fortissimo abbraccio di buona settimana!!!