domenica 12 maggio 2019

Piccole cose intorno a noi

(Foto presa dal web)
Devo dire grazie, ancora una volta, a un mio compagno di liceo - lo stesso che, tempo fa, mi ha dato l'idea di un post su Prokofiev - per la simpatica vignetta qui a lato che ho trovato la scorsa settimana sulla sua pagina Facebook.
Come vedete, rappresenta un compositore che prende ispirazione da ciò che osserva dalla finestra, traducendo in note la posizione delle rondini - o almeno faccio finta che lo siano - appollaiate sui fili della luce come su di un pentagramma.
Un' immagine che mi lascia una sensazione leggera e ariosa, svagata e fresca: la colgo nell' espressione incantata, naso all'insù, del musicista; ma anche in quei fogli sparsi a terra, quasi che la sua attenzione sia tutta presa da ciò che il disegno degli uccelli sui fili gli detta dentro e null'altro al mondo conti di più.

Già, potenza dell' ispirazione! Se essa ti anima, tutta la realtà diventa un pentagramma dal quale attingere linfa, e sul quale trasferire le sconfinate passioni che abitano il cuore dell'uomo. 
Così l'amore, il dolore, il sogno, il desiderio, il cielo, le stagioni e mille altre dimensioni dell'esistenza, sono diventate nel tempo la fonte da cui i musicisti hanno preso spunto per creare in note straordinari universi di poesia.
Ma oltre a questi, molteplici sono stati gli aspetti della quotidianità - talora minimi dettagli della vita che ci scorre accanto - che essi si sono soffermati a descrivere o che hanno trasfigurato nelle loro creazioni.

E proprio perchè l'ispirazione può nascere anche da piccole cose intorno a noi, oggi vi propongo un brano di Giovanni Allevi, forse non tra i più conosciuti dal grande pubblico ma, nel suo genere, una vera chicca che - a mio modesto avviso - merita di non restare in secondo piano.
Si tratta de "L' ape e il fiore", dal cd "13 dita", primo album del compositore uscito nel 1997: è infatti un delizioso pezzo per piano solo che ha tutta la freschezza di un'invenzione giovanile e che, se nel titolo può ricordare il celebre "Volo del calabrone" di Rimsky-Korsakov, nella ritmica di certi passaggi mi pare invece più vicino a Scott Joplin.
Il brano si snoda in un andirivieni di velocissime scale, trilli e dissonanze in cui sembra che Allevi si sia divertito a giocare con la tastiera o che abbia voluto dare sfogo alla parte ribelle e funambolica della sua personalità musicale.  
Non per niente, ascoltandolo, mi sono venuti in mente i versi di Aldo Palazzeschi in un testo altrettanto funambolico e trasgressivo:
"Il poeta si diverte pazzamente / smisuratamente! / Non lo state a insolentire, / lasciatelo divertire..."

Divertimento, sì! "L'ape e il fiore" alterna passaggi netti e fortemente scanditi, spesso giocosi e ammiccanti, ad altri più morbidi e leggeri, per poi arrivare al finale con una serie di accordi dissonanti che sembrano proprio il divertimento scatenato di un pianista in vena di follìa. Un pezzo di bravura dove le note garriscono come aquiloni al vento e che immagino difficilissimo da eseguire.

Una musica certo lontana dalla vena intima e meditativa di altri brani del compositore - da "Carta e penna" sempre in "13 dita", fino all' "Adagio" del più recente "Piano Concerto N.1" dal doppio cd "Equilibrium" - eppure straordinaria per leggerezza e capacità descrittiva. 
La sua costruzione, infatti, non è casuale nè improvvisata, perchè Allevi vi riproduce il volo dell'ape attorno al fiore con un moto prima lento e quasi a scatti, poi più fluido e infine vorticoso, simile a un corteggiamento che va facendosi gradatamente più serrato. 
Una capacità descrittiva attenta, ma a dire il vero anche frutto di fantasia perchè, nella ripresa finale, dove le note fioriscono in una rincorsa sempre più spensierata e veloce, lo sguardo del compositore - e qui sta il bello! - sembra quello di un creatore di cartoni animati o di un bambino.
Ed è una fantasia che ci rapisce sull'onda di un indomabile desiderio di libertà!

Buon ascolto!

6 commenti:

eglissima egle ha detto...

E' da un po' di tempo che non ascoltavo "L'Ape e il Fiore" dall'album "13 Dita" di Giovanni Allevi. Quanta allegria, quanto movimento, quanta musica del tempo passato, dell' oggi e del futuro. Voglio riascoltare per tutto il giorno questo pezzo meraviglioso di un Giovanni giovane e spensierato che osserva divertito le bellezze della natura e ce le ridona con le sue magiche note.

Grazie, Annamaria cara! Un post bellissimo!
Ti abbraccio.

egle

Annamaria ha detto...

Grazie, Egle! Anch'io non ascoltavo il brano da tempo e inoltre, per quanto ne so, raramente rientra nella scaletta dei concerti. Ma il fatto che sia di vecchia data non ci autorizza a dimenticarlo, soprattutto perchè - come hai sottolineato - è ricco di spensieratezza e nasce da uno sguardo incantato sulla natura.
Un abbraccio di buon pomeriggio!!!

Rossana Rolando ha detto...

Il brano è davvero un vortice di allegria e giocosità, che rimanda ad una vita naturale osservata dall'artista e riprodotta in note. Eppure questa "riproduzione" è qualcosa di più della semplice descrizione, è dono di bellezza, armonia, gioia che il musicista riceve e condivide. Questo "di più" - rispetto alla semplice comune esperienza - credo abbia a che fare, come tu metti in luce all'inizio del post, con quella che siamo soliti chiamare "ispirazione".
Grazie. Un caro saluto.

Annamaria ha detto...

È proprio così, Rossana. Qui si va oltre la semplice riproduzione, perché la fantasia creativa del compositore di tutto ciò che osserva fa una cosa nuova. L'ispirazione sta nel suo sguardo che sa cogliere e far fiorire la segreta armonia delle cose, anche le più piccole.
Grazie del tuo commento e di essere, per così dire, "entrata" in questa musica.
Buon pomeriggio!!!

Anonimo ha detto...

Un brano bellissimo che farò ascoltare ai miei piccoli artisti!
Un caro saluto e un brindisi alla bellezza che ci doni
Adriana

Annamaria ha detto...

Sì, cara Adriana, fallo ascoltare ai tuoi piccoli artisti! E' un brano bellissimo, pieno di una grande gioia che li catturerà!
Grazie di cuore!!!