venerdì 14 settembre 2018

Rughe

Dal mio balconcino di montagna - ormai diversi giorni fa - guardavo il Gran Paradiso in quel clima di fine agosto che prelude già all'autunno.  
Come sempre, quando la stagione declina, è la luce a fare la differenza: una luce che, se spesso rende il paesaggio più nitido quasi lo si potesse toccare, a volte tuttavia ci restituisce tinte smorzate e contrasti meno forti.

Ma anche quando il tempo piega verso il brutto, è bello starsene lì a prendere l'ultimo occhio di sole, mentre sulle cime in fondo alla vallata già si annunzia il temporale o un fiotto chiaro di pioggia copre il paesaggio. E a colpirmi non sono tanto i repentini cambiamenti di tempo - e di temperatura - quanto l'atmosfera che si crea nel giro di pochi momenti: un'aura di solitudine e di silenzio in cui a dominare resta solo il vento.

È stato in uno di questi pomeriggi, mentre le nuvole si addensavano sul Gran Paradiso, che - per l'ennesima volta - mi ha colpito il suo aspetto, sempre splendido e maestoso certo, eppure diverso dalle estati di tanti anni fa, quando i ghiacciai riempivano quasi tutta la conca: a destra quello rotto e tormentato della Tribolazione, a sinistra la colata liscia e scintillante del Money. 
Per chi, come me, frequenta e ama da tempo questi luoghi, è un dispiacere constatare come l'innalzamento delle temperature negli ultimi decenni abbia gradatamente modificato la fisionomia del paesaggio. Ad ogni estate, il grigio della roccia e della morena prevale sempre più sul bianco, inducendomi a desiderare che le prime nevicate, dando al panorama il consueto aspetto invernale, mi illudano che lo splendore dei ghiacciai sottostanti sia ancora intatto.
Così, mi sono chiesta che farei se in futuro le cose dovessero cambiare radicalmente. Amerei ancora questo luogo incantato o le ferite del paesaggio mi resterebbero inesorabilmente anche nel cuore?
Poi, ho considerato ciò che accade a ciascuno di noi quando il passare del tempo incide sulla fisionomia delle persone care: smettiamo forse di amarle perchè una rete di rughe copre il loro viso, il passo si fa incerto o lo sguardo ha perso lo smalto della giovinezza? Certo che no! Anzi, insieme all'inevitabile dispiacere, spesso si fa strada in noi una nuova tenerezza, un legame che tutto comprende, così come le rughe del paesaggio o i sassi di un luogo amato ci sono familiari perchè appartengono alla nostra storia, anch'essi incastonati nel suo misterioso splendore.

Allora, mi piace associare a queste piccole considerazioni un pezzo che mi pare rifletta un po' tali suggestioni. 
Si tratta dell' Ouverture dall'opera "Griselda" RV 718 di Antonio Vivaldi, qui nell'Andante e nel Minuetto - rispettivamente secondo e terzo movimento -   diretti dal compianto Claudio Scimone. 
È l'Andante, in particolare, ad affascinarmi: un brano venato da una sottile malinconia, come quella che può prendere all'appressarsi dell'autunno. 
Eppure vi trovano spazio anche un garbo, una pacata serenità di note cui abbandonarsi con dolcezza, insieme a un ritmo di fondo che - fateci caso - ci accompagna fin dall'inizio, quasi ci fosse un orologio a scandire con i suoi battiti il passo inarrestabile delle ore. Un trascorrere del tempo tuttavia privo di angoscia che ci guida ad accettare i mutamenti delle stagioni sia fuori che dentro di noi, le rughe del paesaggio - come quelle del corpo o dell'anima - in una prospettiva di apertura a ciò che verrà.

Buon ascolto!

12 commenti:

Rossana Rolando ha detto...

Bellissima questa idea delle "rughe", questo prestare alla terra e alla maestà della montagna i caratteri di una persona cara che non si smette di amare mentre invecchia e che, anzi, si guarda con un'attenzione, un'apprensione, una tenerezza tutte particolari. Grazie per queste note malinconiche e dolci.

Annamaria ha detto...

Sì, Rossana, scatta a volte con i luoghi una sintonia che ce li rende vivi come fossero persone, anche perché in essi capita di ritrovare una parte di noi e del nostro vissuto. E i segni del tempo che passa si disegnano sul paesaggio come sul viso di nostri familiari.
Grazie di cuore del commento e un augurio di buona serata!!!

Pia ha detto...

Buongiorno Annamaria.
Beata te che hai davanti al tuo sguardo il Gran Paradiso. Spero un giorno di poterlo ammirare anch'io.
Mi è piaciuta molto la tua riflessione.
Tutto cambia e noi che notiamo tali cambiamenti ci trasformiamo a sua volta. Ma questo è il bello della vita, nonostante tutto ciò noi sappiamo di aver vissuto bene e guardiamo al tempo che continua con serenità. Questo è importante.
Hai scelto di nuovo il maestro che mi hai fatto conoscere la scorsa volta. Bello il pezzo, grazie.
Felice fine settimana, ciao.

Annamaria ha detto...

Ciao Pia! Diciamo che "avevo" davanti il Gran paradiso fino a una quindicina di giorni fa. E' vero, tutto cambia. Intendiamoci, le mie montagne sono ancora incantevoli ma è il confronto col passato che a volte mi stringe il cuore.
Ma, come giustamente hai scritto, cambiamo anche noi e l'importante è accettare la situazione guardando avanti con serenità. E in questo ci aiuta anche Vivaldi!!!
Grazie e buon fine settimana a te!!!

Stefyp. ha detto...

Cara Annamaria, io spero proprio che ciò non avvenga. Anche se hai pienamente ragione. In questi anni c'è stato proprio un netto cambiamento, ma spero tanto non sia inesorabile e che ci possa essere una ripresa. Il declino di ciò che mi circonda, mi fa star più male del mio, ma credo sia normale. Sono così abituata a vedere la montagna nella sua staticità di grandezza e di fascino, che mi sembra quasi impossibile.
La musica di Vivialdi è molto bella, anche se la trovo romanticamente un po' triste, ma si associa molto bene all'idea di declino.
Grazie carissima, sempre molto belli i tuoi scritti, che danno ancora più bellezza a tutto il resto.
Un abbraccio e passa un buon week and
Stefania

Annamaria ha detto...

Certo, Stefania! Spero bene anch'io che ciò non avvenga! Del resto le nostre montagne sono un vero paradiso anche ora. Però, se penso alla situazione - posso dirlo? - di 40 anni fa, mi si stringe un po' il cuore e concordo con te: tale declino mi fa star più male del mio.
Grazie mille e un abbraccio di buon weekend.

eglissima egle ha detto...

Molto bella l'interpretazione del Maestro Scimone della Griselda di Vivaldi che, in qualche modo, associ al tuo rapporto con il paesaggio montano. Tu mi conosci e comprenderai quanto questi due elementi mi riempiano di malinconia, come se mi mancasse il colore, il ritmo e un pizzico di cambiamento per produrre nuova allegria. Scusa se mi lascio andare a queste confidenze.
Un abbraccio.

egle

Annamaria ha detto...

Lo capisco, cara Egle, e non scusarti di nulla!!! Ognuno ha i propri gusti, ma anche i luoghi, i suoni e i colori con cui si sente più in sintonia. Tu hai quel brio e quella luminosa vivacità che s'intonano ad atmosfere diverse da questa...lo so.
Grazie di averlo condiviso qui.
Ti abbraccio!!!

frida ha detto...


E forse amiamo meno le persone quando sono meno spumeggianti ( non di un bianco brioso , ma di un rosso caldo e meditativo ) e con qualche tonalità malinconica?
Quanto sarebbe monotono lo specchio dell'anima se non ci fossero queste continue " variazioni " ( proprio come nella musica! ).
Non c'è un " di meno" o " un di più" in queste variabili, ma tutto il senso dell'umanità ( dove nulla è eterno e ogni cosa è mutevole…).
Struggenti le note del brano musicale che ben si accordano al " timbro" del post...

Annamaria ha detto...

Hai perfettamente ragione, Frida! Non c'è un di meno o un di più in queste variabili, ma il senso dell'umanità: variazioni nella vita, nel paesaggio, nella musica che ci arricchiscono di una miriade di sfumature. E la bellezza sta anche in questo.
Grazie di cuore!!!

Anonimo ha detto...

Carissima, queste tue incantevoli parole mi hanno regalato un inizio poetico di una giornata che vivrò all'insegna di questa tua profonda testimonianza.
Testimonianza che parla di Bellezza, di "autentica bellezza"
Mi piace riportare queste tue preziose parole, perché forte è il desiderio di rileggerle.
"Come sempre, quando la stagione declina è la luce a fare la differenza: Una luce che, se spesso rende il paesaggio più nitido quasi lo si potesse toccare, a volte tuttavia ci restituisce tinte smorzate e contrasti meno forti" Poi continui, e appare ai miei occhi un'espressione dolcissima "L'ultimo occhio di sole" accompagnata da una musica dell'anima, fatta di parole autentiche "Così, mi sono chiesta che farei se in futuro le cose dovessero cambiare radicalmente. Amerei ancora questo luogo incantato o le ferite del paesaggio mi resterebbero ancora inesorabilmente nel cuore?" E mi appare una tua risposta dolcissima nel raccontarci quella nascita che chiami dolcemente "Una nuova tenerezza, un legame che tutto comprende" Giunge, alla fine, la musica, l'Andante di Antonio Vivaldi che, come mirabilmente racconti, ha il dono straordinario di farci vivere i mutamenti delle stagioni della nostra vita, della nostra straordinaria Bellezza, così unica, così inestimabile.
Sai, quest'anno a scuola ho proposto come progetto formativo "La bellezza", partendo dalle parole di Impastato che qui riporto " Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la corruzione, la rassegnazione, la paura e l'omertà. All'esistenza di orrendi palazzi sorti all'improvviso ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante nel davanzale, e presto si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così per sempre e da sempre. E' per questo che bisogna educare alla bellezza, perché in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione e rimangono per sempre vivi la curiosità e lo stupore."
Voglio far "esplorare" questo tuo scritto ai miei piccoli artisti, perché desidero immensamente che vivano il loro presente e il sogno del futuro, all'insegna della vera e autentica bellezza.
Un grazie infinito
Adriana

Annamaria ha detto...

Grazie infinite a te, Cara Adriana, che hai condiviso il tuo cuore, oltre alle splendide parole di Impastato che faccio mie. Davvero la Bellezza ci allena - per così dire - lo sguardo a coglierla ovunque, nelle cose intorno a noi, nel paesaggio e soprattutto nelle persone e può diventare un'arma contro ogni tipo di corruzione.
Del resto i nostri blog, a cominciare dal tuo, non hanno forse proprio lo scopo di condividere la bellezza che ci ha toccato dentro, ora con la musica, ora con i colori e via dicendo...?
Credimi, sono fortunati i tuoi piccoli allievi ad avere un'insegnante come te e a ricevere una formazione così profonda!
Ti ringrazio ancora e ti abbraccio forte!!!