Un po' diario, un po' favola, un po' riflessione filosofica, "L'equilibrio della lucertola" è un testo a più piani di lettura che nasce dalla presa di coscienza di quegli squilibri e di quella fragilità che - a somiglianza di tanti - il musicista avverte in sè.
Ma com' è tipico della sua personalità, di fronte a ciò che lo manda in crisi, Allevi non si allontana evadendo il problema, ma sceglie di attraversarlo per scandagliarne il messaggio oscuro e segreto, per ascoltare con l'anima e i sensi all'erta ciò che il problema stesso vuole comunicargli, nella sua dimensione di novità e di cambiamento.
Il libro si apre con una coraggiosa analisi dei motivi che possono destabilizzare un personaggio di fama, esposto quotidianamente al giudizio degli altri, ma anche al proprio. Ed è con una scrittura sobria ed essenziale, profonda e al tempo stesso lieve, che il compositore ci conduce in tale indagine, necessaria per andare con sincerità disarmante alla radice della sua inquietudine, cogliendo ciò che si annida sotto manifestazioni come l'ansia e il panico.
Un po' pirandellianamente, Allevi parte da un dettaglio quasi insignificante - si è accorto di non riuscire più a stare in equilibrio con un piede solo - per allargare poi il proprio pensiero dal piano fisico a quello esistenziale, dal microcosmo della sua singola esperienza agli eventi del macrocosmo.
Prende il via allora una sorta di diario dove, nella solitudine di un'isola dell'Atlantico in cui si è rifugiato, il musicista registra quotidianamente gli esercizi compiuti per recuperare l'equilibrio fisico.
Ma insieme annota le proprie riflessioni sul fatto che lo squilibrio - quella sorta di asimmetria che talora cogliamo in noi - non è in fondo un dato negativo, perchè l'essere equilibrati non sta tanto in un'asettica equidistanza tra poli opposti, ma in uno sporgersi senza paura verso la vita.
A guidarlo in questa analisi progressivamente più ampia è appunto la lucertola citata nel titolo, una sorta di immaginario guru che risponde agli interrogativi del compositore, conducendolo ad una considerazione più positiva della sfasatura interiore che egli avverte. In realtà, un dialogo di Allevi con se stesso, alla ricerca del senso profondo delle cose e di quella luce che si cela, a volte ancora più fulgida, tra le pieghe delle esistenze scombinate e sofferte.
Ma sarà anche la musica - nel cuore di una suggestiva quanto drammatica esperienza narrata nella parte finale del libro - ad illuminare il compositore come un dono dall'Alto e a svelarsi in tutta la sua potenza salvifica.
Così, proprio in riferimento ad essa, desidero condividere qui uno dei più recenti brani di Allevi. Si tratta del secondo movimento, "Adagio", del "Piano Concerto n.1" uscito lo scorso autunno nel doppio cd "Equilibrium".
È evidente da questo titolo che l'argomento del libro stava da tempo a cuore al musicista, anche se qui esso riguarda in particolare il rapporto tra le sue contrastanti anime musicali, quella classica e quella rock. Entrambi gli aspetti emergono infatti sia dal "Piano Concerto n.1" che - tra l'altro - ha come straordinario interprete l'americano Jeffrey Biegel, sia dai singoli pezzi contenuti nel cd dove solista è lo stesso Allevi.
Ma torno all'"Adagio". Non è un brano da ascoltare frettolosamente con l'animo ingombro da mille pensieri, ma una composizione che esige tempo, concentrazione e soprattutto silenzio. A differenza del primo e del terzo movimento del Concerto ricchi di scintillante esuberanza, queste note ci conducono infatti in un clima di intimità e di calma contemplativa.
È una musica che esordisce sommessa e, dall'atmosfera quasi rarefatta dell'introduzione orchestrale fino al pacato dispiegarsi del tema e alla sua ripresa in successive delicatissime variazioni, va a pervaderci il cuore come una brezza leggera. E il suo ritmo lento e sognante, segnato qua e là da luminosi passaggi, ci regala un profondo respiro di pace.
Un "Adagio" che, se nella sua struttura e nella sua aura di romanticismo può ricordare certi pezzi di Chopin, ha tuttavia il timbro inconfondibile dell'ispirazione di Allevi che la splendida interpretazione di Jeffrey Biegel fa fiorire in tutta la sua intensità.
Buon ascolto!
12 commenti:
WOW! Il mio amatissimo Giovanni con il suo ultimo lavoro letterario che ha il ritmo di un concerto. E, non a caso, tu posti l'Adagio del Concerto n.1 di Allevi eseguito con la dolcezza e la bravura di Jeffrey Biegel. Amo anche le altre due parti di questa straordinaria composizione e, ogni volta che l'ascolto, non posso fare a meno di stupirmi, così come per "L'Equilibrio della Lucertola".
Grazie Annamaria.
Buona domenica.
egle
Anche a me, cara Egle, piacciono gli altri due pezzi del Concerto. Tuttavia l'Adagio non è postato a caso, ma volutamente perché proprio di questo brano si parla nel libro. E poi è un incanto. Grande Giovanni e grande Jeffrey!
Grazie e buona domenica a te!!!
Molto interessante il tuo post sul Diario di Allevi che ci fa scoprire ( attraverso la presa di coscienza di una fragilità ) il lato umano di un artista. Spesso ( ma erroneamente ) pensiamo a questi personaggi come a una sorta di semi-dei, " immuni"
da tutti quei problemi ( fisici e non ) e incombenze che attanagliano ciascuno di noi. Bene hai fatto dunque a riportarci ad una realtà certo meno favolistica, ma più vera.
Riguardo al brano musicale che ci hai proposto, sono d'accordo che sia uno di quelli da ascoltare con un po' di tempo a disposizione e con l'animo il più possibile svuotato, in modo da poterci ri- caricare con la sua dolce positività.
Grazie.
Sì, Frida, è un testo che ci riporta alla realtà, lontano da quell'idea un po' mitica che a volte aleggia intorno a personaggi famosi. E' scritto in modo molto scorrevole e lo si legge, volendo, anche in fretta. Ma poi ci si ritorna sopra più volte perchè il tema dello squilibrio e della fragilità ci coinvolge un po' tutti.
Dolcissimo il brano di musica, da ascoltare e riascoltare!
Grazie!!!
Ciao Annamaria, grazie per questo doppio e gradito suggerimento letterario e musicale! Credo proprio che cercherò il libro per leggerlo, il tema mi stuzzica molto e come dici tu in realtà riguarda un po' tutti noi, anche se certo non facciamo la vita di un famoso musicista. Molto dolce davvero questo tempo del concerto! Pensare che ai tempi in cui facevo io il conservatorio, Allevi (la cui fama si stava diffondendo in quel momento) era visto con sufficienza dai miei professori e dai miei compagni di corso più bravi, come se fosse un delitto allontanarsi dai canoni della classica e offrire una musica "per il grande pubblico". Io ho sempre trovato quest'opinione così snob, e apprezzo ancora Allevi, come musicista e anche come persona!
Ciao Silvia e grazie di essere passata di qui! Conosco anch'io le critiche con cui Allevi è stato bersagliato soprattutto in passato. Fatta salva naturalmente la libertà di ciascuno di avere i propri gusti musicali, sono d'accordo con te: dietro certe critiche c' è un atteggiamento talora snobistico che non vuol vedere la realtà. E mi fa molto piacere che, ad apprezzare il compositore, sia una persona esperta come te che sei diplomata in pianoforte.
Il Piano Concerto n.1 di Allevi è splendido in questo come negli altri suoi movimenti. Buona lettura del libro, se vorrai, e buon ascolto!
Grazie di cuore!!
Ciao Annamaria
Bellissimo e buone vacanze
Stefano
Mille grazie, caro Stefano, e buonissime vacanze anche a te!!!
Che bellezza!
L'incanto della musica e della sua splendida compagna. la poesia!
Un brindisi a quest'incanto
Adriana
Hai detto bene, cara Adriana! Le note di questo "Adagio" di Allevi sono ricche di delicata poesia.
Grazie!!!
Ciao, carissima Annamria. Sono contenta di aver trovato un po' di tempo per il tuo blog, un piacevole intermezzo, questo, che ho apprezzato molto. Incantevole il dolcissimo momento di musica. Grande Allevi. Interessante anche la recensione letteraria che tratta l'aspetto più profondo e umano dell'artista. Purtroppo, abituati a vederne solo la figura mediatica, troppo spesso, siamo portati a torto, a non andare oltre. Un buon modo, quindi, per scoprire e conoscere un po' dell'intima natura di questo artista sensibile.
Buon sabato, un abbraccio
Stefania
Grazie, carissima Stefania! Sì, a volte, il "carrozzone mediatico" non rende ragione a certi artisti e non ce li fa conoscere per quello che sono. Per fortuna, nel caso di Allevi, parlano i suoi scritti e soprattutto la sua musica. Sono contenta che il brano ti sia piaciuto.
Buona giornata a te con un abbraccio grande!!!
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