T. E. Rosenthal: "J.S.Bach all'interno della sua famiglia" |
Quello che vi propongo è infatti un pezzo scritto da Carl Philipp Emanuel Bach (1714 - 1788), secondogenito del grande Johann Sebastian.
Sappiamo tutti che Bach ha avuto ben 20 figli - 7 dalla prima moglie Maria Barbara e 13 dalla seconda Anna Magdalena - parecchi dei quali morti al momento della nascita o ancora in tenera età come purtroppo accadeva un tempo. Alcuni tra coloro che sono sopravvissuti hanno proseguito sulla strada paterna dedicandosi alla musica: in particolare Johann Christian, Johann Christoph Friedrich, Wilhelm Friedemann, Johann Gottfried Bernhard e Carl Philipp Emanuel che - a questo proposito - è forse il più famoso.
Del resto, in un contesto culturale come quello della società tedesca del Settecento dove grande attenzione era dedicata all'educazione musicale a cominciare dalla famiglia, era naturale che i figli seguissero le orme dei padri. Erano destinati così a diventare organisti, clavicembalisti, compositori, insegnanti, o anche costruttori di strumenti proprio come se la musica fosse una sorta di artigianato da tramandare di generazione in generazione.
Ma nella vita privata che tipo di persona e soprattutto che genitore era Johann Sebastian Bach?
Le varie biografie ci parlano di un uomo laboriosissimo e concreto, padre attento e affettuoso, ma anche severo ed esigente. Non stento a crederlo e - chissà perchè! - me lo immagino come una sorta di Immanuel Kant della musica, metodico e puntuale tanto che i contemporanei, al suo passaggio, avrebbero potuto regolare gli orologi.
Mi piace pensare tuttavia che con i figli, oltre al rigoroso insegnamento delle nozioni di armonia musicale, abbia condiviso anche il fuoco della propria passione, quella che - a vent'anni - lo aveva portato a percorrere a piedi 400 chilometri (!) da Arnstadt fino a Lubecca, per ascoltare Buxtehude e cogliere i segreti della sua eccellenza organistica.
Ma torniamo a Carl Philipp Emanuel che, dopo essere stato allievo del padre, divenne nel tempo clavicembalista, organista e compositore apprezzato dai contemporanei primo fra i quali Mozart.
Fra le sue molteplici creazioni - concerti, sonate, sinfonie e un numero considerevole di cantate sacre - ho scelto il "Rondò espressivo" dalla "Sonata in si minore H 245" perchè ci regala tratti di sorprendente modernità che lo collocano già oltre il periodo barocco.
Ciò è sottolineato anche dalla particolare interpretazione al pianoforte che fa risplendere il riverbero di ogni singola nota, e non mi meraviglierei se la suggestione di questo brano fosse rimasta nel cuore a tanti musicisti cronologicamente più vicini a noi.
Al di là del rigore dell'impianto armonico di stampo paterno, infatti, il compositore ci offre qui spunti melodici che anticipano da un lato l'equilibrio del Classicismo e dall'altro i colori e le emozioni del Romanticismo musicale.
Ne deriva una melodia incantevole ed essenziale, segnata all'inizio dalla pacatezza del tono minore e verso la fine gradatamente più accesa, ma sempre dolce e misuratissima: affascinanti note di un mirabile figlio d'arte.
Buon ascolto!
10 commenti:
Carl Philipp Emanuel, uno dei numerosi figli di J.S.Bach, ha composto questa melodia che, secondo il mio modestissimo parere, lo colloca avanti nel tempo rispetto all'immensità senza tempo del padre. Dolce e melanconico è per me una vera scoperta, ma non riesco a non pensare ai tanti parti delle mogli di J.S.Bach che, a quanto pare, non si dava da fare solo sulla tastiera. Povere donne! Torniamo a goderci questa musica dolcissima.
Grazie, Annamaria cara.
Un abbraccio.
egle
Condivido il tuo pensiero, cara Egle, a proposito delle mogli di Bach. Ma forse mi fa ancora più impressione il fatto che abbiano sofferto per la perdita di tanti piccoli...
Quanto alla musica, vedo che anche tu senti che questa melodia ci porta avanti nel tempo.
Un abbraccio e grazie!!!
Non è facile essere figli d'arte, i paragoni possono stroncare ma devo dire anche se non ho una grande cultura musicale che la musica che ho sentito mi piace molto, grazie
Certo Carmine, hai perfettamente ragione e, volendo, il discorso si potrebbe ampliare proprio sulla scorta di ciò che dici: i paragoni possono stroncare. Ma per quel poco che so, ho la sensazione che questo possa essere vero più oggi che in passato.
Nel caso di Bach, i figli, pur avendo piena consapevolezza della superiorità musicale del padre, non dovevano tuttavia competere con la sua fama perchè per la società del tempo, egli restava un buon artigiano della musica ma non di più e non eguagliava ancora il successo che, invece, aveva già per esempio Haendel. La grandezza inconmmensurabile di Bach, infatti, è stata riscoperta solo più tardi.
Grazie a te di queste tue osservazioni, sono felice che il brano ti piaccia.
Buona giornata!!!
Non sapevo alcune cose della vita privata di Bach. Molto interessante!
Per quanto riguarda questo brano, richiama un po' la musica del padre.
Molto bello. Un caro abbraccio.
Certo, Stefano, l'impronta paterna si sente chiaramente nella struttura del brano, anche se il figlio si apre a suggestioni un po' romantiche che l'interpretazione mette in evidenza.
Grazie del commento e un abbraccio!!!
Una melodia con il dolce sguardo nel futuro!
Un abbraccio e un augurio di una felice settimana
E' un dono leggere i tuoi post
Viviamo entrambe lo stesso grande Amore
MUSICA!
Adriana
Grazie, Adriana, di questa bellissima sintonia musicale. Il dono grande è la MUSICA!!!
Buona settimana e un abbraccio!!!
Non sapevo che Bach fosse così prolifico e avesse anche figli musicisti apprezzati. Questo suo " pargolo" mi piace moltissimo , trovo in lui una modernità fantastica che poterebbe essere la colonna sonora di una canzone di oggi.
Veramente magnifico e devo dire molto diverso dal papà, questo non toglie la grandezza del genitore!
Abbraccio da stritolo
Questo "pargolo" di Bach, carissima NELLA, non è l'unico tra i figli musicisti apprezzati, ma è quello che personalmente preferisco.
Grazie del tuo commento: mi ringalluzzisco tutta perchè se tu, che sei un pozzo di scienza e conoscenze musicali, sei d'accordo sulla modernità di questo brano, vuol dire che non ho detto troppe sciocchezze.
Abbraccio da stritolo sempre!!!
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