Giorgio Morandi: "Natura morta". Museo Morandi - Bologna |
E mentre prendo i bicchieri dalla vetrinetta della credenza, l'occhio mi va alla fila di bottiglie e bottigliette chiare - ormai vuote - riposte in un angolo.
Sono di forme e fogge diverse: alcune alte e affusolate, altre più squadrate e basse, altre ancora rotonde o variamente sagomate, coi tappi di sughero e il vetro spesso, il che conferisce loro un'aria semplice e al tempo stesso elegante.
Dalla loro forma, tanto sono belle, potrebbe aver preso ispirazione Giorgio Morandi per alcuni suoi dipinti. Ma in questo momento, a dire il vero, più di tale somiglianza a colpirmi è il loro numero perchè - lo so bene - ognuna di esse segna un anno di frequentazione con la mia amica di Aosta, Maria Grazia.
A fine estate, infatti, prima che io scenda dai monti al piano, lei non manca mai di regalarmi una bottiglia di un particolare liquore che prepara con abilità sopraffina e che - come si legge nel titolo - è il "macerato mellito".
Si tratta di una bevanda a base di salvia, miele, acqua, zucchero e grappa, utile in caso di mal di gola e infreddature varie....ma capace anche di restituire il buonumore a chi eventualmente l'avesse perso.
Devo confessare che non bevo i classici liquori, non mi piacciono proprio.
Ma questo sì!!! E per quanto Maria Grazia mi abbia sempre detto che il macerato non svolge azione preventiva, ma va preso solo a malanno conclamato, la sottoscritta - che sulla prevenzione ha idee tutte sue - gli anni scorsi si era abituata a berne qualche goccetto alle prime brume autunnali. E un sorso oggi, uno domani... la provvista finiva prima di Natale.
Di conseguenza, mentre i primi tempi la brava donna si limitava a regalarmene una bottiglietta, in seguito, vedendo che - deboluccia di gola come sono - lo gradivo molto, ha progressivamente aumentato la dose.
Così quest'anno, mi sono scarrozzata a casa una bottiglia di macerato da un litro e mezzo che ho dovuto tenere praticamente in braccio per tutto il viaggio di ritorno.
Liquori a parte però, Maria Grazia eccelle anche nella preparazione di salse, salsine, marmellate e composte dove associa sapori forti ad altri più delicati e che prepara in gran quantità per gli amici. Del resto, conosce a menadito ogni erba e arbusto della valle e andare a fare una passeggiata con lei significa imparare un mondo di informazioni su fiori e piante: da quelle officinali utili per mal di schiena, distorsioni ecc. a quelle che, con sole otto bacche, ti mandano all'altro mondo senza chiederti il permesso.
Ma i suoi cavalli di battaglia sono i dolci.
Quando, anni fa, abbiamo iniziato a frequentare gli incontri biblici del priorato di Saint-Pierre - luogo valdostano di grande accoglienza e spiritualità - Maria Grazia foraggiava regolarmente il nostro gruppetto con cioccolato, frutta e dolcetti vari, atti ad allietare la nostra permanenza e a sostentarci durante il ritorno. Del resto, rispetto a lei e alla maggioranza degli altri ospiti, eravamo quelli che si dovevano sobbarcare un viaggio più lungo e, se vogliamo, la cosa era giustificata.
Senza contare poi il fatto - ma qui mica è colpa nostra! - che le date degli incontri coincidevano sempre, giorno più giorno meno, col compleanno di alcuni di noi e l'amicizia, si sa, esige di festeggiare! Ragion per cui, nell'abbondanza di cibarie, oltre a una bottiglia di spumante non mancava mai una sontuosa torta Sacher, uscita naturalmente dalle sue mani.
Il tutto, per restare in fresco, stazionava sul davanzale della finestra della sua - per così dire - celletta, il che ogni tanto destava qualche interrogativo tra gli altri ospiti della casa che, nell'ala opposta, avevano le finestre proprio di fronte alla sua.
Infine si decideva, di solito l'ultima sera, di dar luogo ai festeggiamenti.
Così, quando sul priorato calava il grande silenzio monastico e gli altri andavano a dormire, noi ci si ritrovava in nove, dieci o quanti eravamo, tutti nella sua stanza, soffocando a stento le risate come adolescenti in gita scolastica, attenti a che il tappo dello spumante, nella quiete notturna, non facesse il botto.
Insomma, tempi d'oro!!!
Vedo che ho divagato un po' e mi scuso, ma mi sono lasciata prendere la mano perchè quella del macerato mellito è prima di tutto la storia di un'amicizia, vista attraverso alcuni aspetti di una concretezza che definirei....squisita, in tutti i sensi.
Devo precisare però che - prima di mettermi a scrivere - presa dal timore di violare la privacy di Maria Grazia, siccome non voglio rischiare di perdere un'amica le ho confessato che avevo in mente un post così e così in cui avrei parlato di lei e le ho chiesto il permesso di farlo.
La ragazza - si fa per dire - non si è scomposta più di tanto, non ha neppure voluto leggere la bozza perchè - ha detto - le piacciono le sorprese, ma guardandomi con l'espressione furbetta e arguta dei momenti migliori ha rilanciato:
"Ah ah!!! Voglio proprio vedere che musica sceglierai!!!".
Una sfida? Forse. Ma aveva perfettamente ragione, perchè non è facile conciliare i miei gusti classici con quelli di una persona come lei che adora il country e ascolta musica celtica a palla mentre guida allegramente su e giù per i tornanti della Vallée.
Così le ho risposto che ci dovevo pensare.
Ci ho pensato infatti, e credo di aver trovato il giusto punto di contatto tra le nostre rispettive passioni. Si tratta di Gustav Holst (1874 - 1934), compositore inglese che i lettori di questo blog già conoscono.
Il brano di oggi è il quarto movimento, "Finale", dalla "St.Paul's Suite op.29 n.2" della quale ho pubblicato qui a suo tempo anche l' "Ostinato".
Il pezzo - che riprende il tema conclusivo della "Seconda suite per banda militare in Fa" - ci presenta un rapinoso crescendo di ritmi nel quale sono progressivamente chiamati in causa tutti gli strumenti.
Si tratta in pratica di una danza in cui la stessa frase musicale viene ripetuta più volte in modo sempre più travolgente - e sulla quale talora si sovrappone la famosa melodia folk di Greensleeves - mentre nella conclusione il tema va facendosi più sommesso.
Splendida la battuta finale che associa la potenza delle percussioni alla delicatezza del violino, un po' come il carattere di Maria Grazia che unisce una luminosa vivacità a qualche traccia di sotterranea malinconia.
Buon ascolto!
10 commenti:
Bella questa introduzione culinaria molto particolare e bello avere un'amica così.
Sì, grazie di cuore Ambra!!! ....Ed è bello anche ritrovarti qui!!!
Ciao Annmaria, sono contenta di essere di nuovo qua, anche se in queste vacanze non ho avuto molto tempo per pensare, i tuoi post, la tua musica, mi sono proprio mancati. Questo è sempre un momento molto piacevole che non mi delude mai. Sai che non conosco il "Macerato mellito"? Considerando gli ingredienti, oltre che, curativo, deve essere anche gradevole al palato. Davvero bello avere un'amicizia come la tua...io credo che alla tua amica piacerà il pezzo che hai scelto, a me sembra si abbini bene, c'è ritmo, c'è allegria, mi ha ricordato le musiche che mi capita di ascoltare alle danze tradizionali che si fanno qua in Valle, non so se hai mai avuto modo di assistervi...
Buona domenica, un abbraccio Stefania
Bentornata, cara Stefania! Sì, il "macerato mellito" è molto gradevole, importante è dosare bene gli ingredienti perché il sapore risulti equilibrato.
Quanto alla musica, ho avuto modo di assistere più volte ad alcune danze tradizionali valdostane. Certo, sono vivaci e ben ritmate come dici, ma questa di Holst a mio avviso ci riporta ad un'atmosfera più celtica. In ogni caso,alla mia amica è piaciuta. Grazie di cuore, buona domenica e a presto!!!
Scelta musicale perfetta , raffinata , malinconica a volte ma gioiosa come penso sia questa" perla " di amica che sa fare tutto e bene...
La Sacher , che squisitezza, che prelibatezza e che ricordi...
Beh, passiamo oltre , mentre assaggerei volentieri questi stupendi liquori d'erbe che mi sono sempre piaciuti e che il mio compagno faceva con grande abilità.
Come sempre un piacere il leggerti e il sentirti!
Abbraccio da stritolo!
Vero, cara NELLA, sulla vivacità travolgente del tema musicale si sovrappone la dolcezza malinconica di Greensleeves.
Grazie delle tue parole e dei tuoi ricordi....
Un bacione!!!!
Annamaria, un'amica come Maria Grazia e tenersi stretta a cuore quasi come una bottiglia del suo liquore e la sua Sacher ;)
Delizioso il brano che non conoscevo.
Un abbraccio e buona domenica.
Condivido in pieno, cara Mariella! Maria Grazia è un'amica preziosa e per tanti motivi che vanno ben al di là delle sue abilità gastronomiche.
Mi fa piacere che il brano ti sia piaciuto.
Un abbraccio - ormai - di buona settimana e grazie!!!
Difficile tenere i contatti con chi non li vuole.
La tua musica mi rasserena.
Capisco Ambra, ho letto quanto hai scritto sul tuo blog...e in effetti hai ragione.
La musica però, come dici, rasserena. Forse anche quella potrebbe essere una strada...
Ti abbraccio e grazie di essere passata da me!!!
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