lunedì 11 maggio 2015

Note come carezze....

Mi è capitato, in questi ultimi tempi, di rivedere in tv alcuni vecchi film e, in taluni casi, di apprezzarli maggiormente rispetto alla prima volta.
La possibilità di ripercorrere a distanza di tempo una pellicola può essere infatti fonte di nuove emozioni, cosa che del resto accade anche con la lettura di un libro, l'ascolto di un brano di musica o la fruizione di un dipinto.
Tuttavia il linguaggio cinematografico, di per sè più complesso e articolato, è per me quasi sempre occasione di rinnovato interesse e, rivedendole, capita che riesca a gustare anche pellicole che magari in passato non mi avevano destato particolare entusiasmo.

Confesso che - al di là della trama, della costruzione dei personaggi, dell'ambiente, della recitazione e via dicendo - uno degli elementi chiave che mi consente di entrare nel vivo di un film e me ne suggerisce una più profonda comprensione è la colonna sonora, ed è quasi automatico che sia essa a catturare per prima la mia attenzione.
Ne parlavo già tempo fa, sottolineando il ruolo e la straordinaria capacità delle note nel commentare immagini, nel suggerire e interpretare, dando ampiezza e rilievo ad una sequenza filmica con un linguaggio che ci raggiunge in modo immediato.

Penso tuttavia che la musica sappia arrivare ancora più a fondo, andando a svelare la bellezza insita in una storia - e dunque nel nostro vivere - anche quando essa non è subito evidente e facendola emergere da qualunque situazione, comprese quelle più contraddittorie o impensate.
Ho in mente - a questo proposito - alcune famosissime colonne sonore che parlano più di tanti discorsi o immagini, completando il senso di ciò che vediamo e facendo affiorare un tale universo di emozioni che, senza quel particolare commento musicale, un film non sarebbe più lo stesso.

Le citazioni potrebbero essere tante, ma due esempi mi sono sempre parsi più significativi di altri: la "Passione secondo Matteo" di Bach nel film "Accattone" di Pierpaolo Pasolini, e l' "Adagio" di Barber nelle sequenze conclusive di "Platoon" di Oliver Stone. Brani certo differenti, eppure entrambi intrisi di sacralità - non dimentichiamo che il pezzo di Barber diventerà un "Agnus Dei" - e che con questo loro afflato vanno tuttavia a commentare una realtà umana degradata e violenta.
Ma l'effetto che in apparenza potrebbe risultare stridente, diventa invece rivelatore, il contrasto diventa luce, come uno sguardo che fa emergere da quell'umanità un desiderio di riscatto, quasi l'abisso della miseria contenesse implicita un'invocazione di pietà che la musica coglie facendola affiorare.
Questa musica infatti ci aiuta a leggere la bellezza anche dove non ce l'aspetteremmo, ce la fa scoprire per risvolti inattesi, magari scavando al fondo di vicende di tragica violenza e svelando, dietro la fragilità dell'uomo, il suo inesausto bisogno di Essenziale.

Non si tratta di rinunziare a chiamare le cose col loro nome: la musica non mette maschere e non nasconde. Ma mirabilmente conduce all'origine di ogni gesto - o di ogni rabbia - svelando il desiderio di amore che abita il cuore di ciascuno, desiderio spesso tradito e contraddetto, nascosto e negato, ma vero come l'estrema verità che ci fa esseri umani.
E' questa - almeno così a me sembra - la radice profonda che talora la musica va a toccare. 

Allora essa non può non lasciare un segno in chi ascolta, come il brano di Ennio Morricone che vi propongo oggi, tratto dalla colonna sonora scritta dal compositore per il capolavoro di Sergio Leone "C'era una volta in America". 
Una musica che - come la vicenda narrata dal film - riflette una storia di umanità a tutto tondo che ci parla di amicizia, memoria, nostalgia, delinquenza, tradimento, delusione, ma soprattutto amore: inarrivabile e perduto, capace di tradursi in violenza, ma anche in afflato lirico.
Non una storia romantica, ma uno specchio di vita con le sue contraddizioni, come contraddittoria è la personalità del protagonista, fragile e talora grandioso, eroico e al tempo stesso brutale. E di questa vita la musica ci restituisce ogni dimensione andando a leggere, nelle pieghe della vicenda e nel cuore di personaggi, quella tormentosa nostalgia che ce li fa vicini.

Una storia sulla quale le note del famosissimo "Tema di Deborah" che qui vi propongo, si aprono come uno sguardo dall'alto, come carezze d'indicibile soavità. 

Buon ascolto!

12 commenti:

Stefyp. ha detto...

Dolci note che accarezzano delicatamente l'animo... davvero stupendo questo brano che ci hai proposto...
Hai ragione ci sono colonne sonore che lasciano il segno, che sanno farti sognare .. proprio come la lettura di un libro sa trasportarti in un mondo segreto fatto di sensazioni, emozioni.
Un grazie, bellissimo ascolto. Buona giornata a te, un abbraccio Stefania

Pia ha detto...

Ciao cara Annamaria, perdona la mia latitanza...
È bellissimo questo tuo argomento.
Leggendo ho scoperto pensieri simili ai miei.
Anche io quando riguardo alcuni vecchi film, riscopro particolari che non avevo notato e che a volte mi fa cambiare opinione su quella particolare Pellicola.
Poi non parliamo delle colonne sonore che se speciali rendono molto più godibile ciò che sto vedendo.
Quella che ci hai proposto è assolutamente tra le più belle, quindi ti faccio i miei complimenti per la scelta.
Ti abbraccio carissima, e buona giornata.

Annamaria ha detto...

Grazie, Stefania!
Ci sono colonne sonore che ti trasportano al cuore della vita... Qui poi, l'accoppiata del film di Sergio Leone con la colonna sonora di Morricone è grandiosa. E Morricone sa leggere proprio ogni sfumatura.
Buon pomeriggio e un abbraccione!!!

Annamaria ha detto...

Non hai proprio nulla da farti perdonare, cara Pia, non proccuparti....ma mi fa molto piacere ritrovarti qui!!!
Bella questa sintonia di cui parli e grazie della tua condivisione!
Ti abbraccio forte!!!

Luigi ha detto...

sono assolutamente d'accordo con Pia: è un post che avrei scritto volentieri anch'io!!!
A prestissimo

Annamaria ha detto...

Grazie di cuore, Luigi!!!
Sono contenta che ti sia piaciuto.
A prestissimo!!!

eglissima egle ha detto...

Anche a me, Annamaria cara, i film che più mi sono piaciuti sono quelli con colonne sonore che mi suscitano emozioni. Anch'io apprezzo tanto Morricone (nonostante le cattiverie che si dicono sul suo burbero carattere, che non riesco ad immaginare). Oltre ai film da te citati, amo molto "La leggenda del pianista sull'oceano" tratto da "Novecento" di Baricco, "Lezioni di Piano" con la bella colonna sonora di Nyman, per non parlare di "Shine" che non ha una vera colonna sonora, ma la cui chiave di lettura è il Rac 3. E si potrebbe continuare all'infinito. Grazie per questa comunione di anima, mia cara.
Un abbraccio con una colonna sonora poco conosciuta: "ARIA" di Allevi.
egle

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Egle, anch'io amo le colonne sonore dei film che hai citato, tutte splendide una più dell'altra. Compresa la colonna sonora di Allevi per il film "Aria" del regista Valerio D'Annunzio, se non erro, che però - come ricordavi - è poco conosciuta.
Grazie di questa bella condivisione e un abbraccio!!!

Nella Crosiglia ha detto...

La scelta del pezzo è da manuale cara Annamaria mia.
La sensibilità di Morricone nel presentarci vicende cinematografiche, con i loro stati d'animo, le azioni di forza,le passioni sopite è unica nel suo genere e così come molti altri.
Essenziale la soundtrack in un film ,tutto resta magicamente sospeso e ci accompagna nella nostra visione!
Un abbraccio stritolante!

Annamaria ha detto...

Concordo in pieno, cara NELLA: la sensibilità di Morricone nel presentarci le passioni sopite è straordinaria, unica nel suo genere, proprio come dici tu.
Un bacione e grazie!!!

cristiana marzocchi ha detto...

Arrivo 'via Ambra' grazie ai nostri commenti su quell'ibroglioncello di "CALIMERO"
Ciao a presto

Annamaria ha detto...

Benvenuta qui, cara Cristiana, e grazie!!!
Ho visto che hai un blog molto interessante. Verrò a trovarti.
Buona giornata!!!