Nella sua multiforme ricchezza di stili e ispirazioni, la musica - nel corso del tempo - non ha avuto unicamente lo scopo di divertire, celebrare, dar voce a vicende d'amore o di morte, divenire terreno di preghiera o esprimere quell'infinita varietà di sentimenti e passioni che abita da sempre il cuore umano.
Tanti compositori di ieri e di oggi, infatti, hanno rivolto la loro attenzione anche alla natura, cercando di descriverla e imitarla nei suoi ritmi e nei suoi fenomeni, dai più appariscenti ai più piccoli - dalla tempesta al verso di un animale, dallo scorrere dell'acqua al soffio del vento - riproducendone in note gli aspetti più toccanti e suggestivi.
Il passare del tempo con l'alternarsi delle stagioni è stato più volte oggetto di composizioni musicali: dalle celeberrime "Quattro stagioni" di Vivaldi all'oratorio "Le stagioni" di Haydn, dai dodici pezzi per pianoforte di Tchaikovsky ispirati ai mesi e raccolti sempre sotto il titolo di "Stagioni", fino alla "Sagra della primavera" di Stravinsky, e via dicendo.
Per non parlare poi dei brani dedicati al fragore del temporale, alla luna, al mare, al fuoco o alle suggestioni della foresta. Da Beethoven a Debussy, da De Falla a Schumann tante potrebbero essere le citazioni, senza dimenticare Smetana che, con la sua famosissima "Moldava", ci racconta in note lo scorrere di un fiume dalla sorgente alla foce.
Si tratta di brani ricchi di un'armonia imitativa tesa a ricreare soprattutto delle atmosfere, anche se occorre precisare che in taluni autori - per esempio in Debussy - la percezione dei fenomeni naturali va oltre il piano puramente descrittivo per restituirci un paesaggio più che altro interiore.
In altri casi tuttavia, la musica si sofferma più particolareggiatamente su suoni ben precisi e determinati, riproducendo per esempio il verso o l'incedere degli animali. Basti ricordare Rimskij-Korsakov col suo famosissimo "Volo del calabrone", Saint-Saens con "Il carnevale degli animali" o Prokofiev con "Pierino e il lupo", composizioni nelle quali sono proprio i singoli strumenti musicali ad imitare i caratteri dei vari protagonisti.
Ma è stato forse il canto degli uccelli a suggestionare più frequentemente i diversi autori spingendoli a ricrearne in note la vivacità o la malinconia, il timbro melodioso così come i trilli più acuti.
Due soli esempi, per non dilungarmi: Vivaldi col "Concerto in La maggiore RV 335" detto "The Cuckoo" ed Haendel coll'ancor più famoso "Concerto per organo in Fa maggiore N.13 HWV 295" detto "The Cuckoo and the Nightingale" che - se volete - potete ritrovare qui nel suo Allegro iniziale.
Allora oggi, proprio sull'onda di questo argomento, vi propongo un pezzo di Louis-Claude Daquin (1694 - 1772), compositore parigino virtuoso dell'organo e del clavicembalo, ma rinomato anche per la sua fama d'improvvisatore.
"Le coucou" che trovate qui di seguito è uno dei suoi brani più famosi, oggetto - tra l'altro - di numerosissime trascrizioni e arrangiamenti.
Si tratta di un rondò in mi minore, un piccolo pezzo di bravura perfettamente ritmato, costruito in modo da imitare proprio il canto regolare di un cùculo.
L'andamento è veloce e per quanto la tonalità d'inizio ci
restituisca un clima di malinconia, questa poi si stempera e la melodia s' illumina di gioia nel vivacissimo prosieguo del brano.
E mi piace regalarvelo in doppia versione: la prima per pianoforte e la seconda per chitarra, due diversi strumenti che danno differente risalto alla composizione facendone emergere tutta la bellezza e la versatilità.
Dolce e melodioso il suono del pianoforte con il canto che affiora evidentissimo ora dalla mano sinistra, ora dalla destra; più scattante quello della chitarra che ci affascina anche grazie all'abilità e alla sincronia dei due interpreti.
Buon ascolto!
12 commenti:
Grazie per questo pezzo, davvero interessante. Anche Beethoven si è ispirato credo al cuculo nella sesta sinfonia, vado a memoria, dando gioia e forza primaverile.
Felice serata
Paolo
Che memoria, Paolo! Il canto del cuculo è proprio nella sesta di Beethoven, alla fine del secondo tempo.
Grazie di essere passato di qui e buona serata a te!!!
Sempre molto bello soffermarsi sui tuoi post e i brani di musica che proponi. Non avevo avuto il piacere fino ad oggi di conoscere questo compositore e ti sono grata di avermene dato l'occasione. Un brano piacevolissimo ...nell'interpretazione al piano forse c'è più melodia..ma è interessante anche quello alla chitarra..un crescendo allegro come inno alla primavera. Un caro saluto e un abbraccio Stefania
Ciao, Stefania! Guarda che fino a qualche mese fa neppure io conoscevo Daquin: l'ho trovato in una raccolta di spartiti per pianoforte dove appunto c'era Le coucou. Ed è bellissimo scoprire sempre qualcosa di nuovo!
Concordo con te: l'interpretazione al piano è più melodiosa, ma amo anche quella per chitarra, soprattutto nella seconda parte.
E quanto desiderio di serenità in tutti....sia tu che, poco più sopra, Paolo, avete parlato di primavera!
Un abbraccio e grazie!
Speriamo che il canto del cuculo si faccia sentire presto anche nei nostri boschi, come nunzio di primavera.
Una primavera che non sia solo una semplice stagione atmosferica... ;-)
Daquin come organista è celebre per i suoi Noel. Quello n. X è forse il più noto.
Anch'io ho avuto modo a suo tempo di ricordare questo brano del "Coucou".
Buona primavera, dunque cara Annamaria :-) Ormai ci siamo, quasi...
Grazie, Antonio!!!
Non ricordavo che anche tu, tempo fa, avevi pubblicato Le coucou. Sono andata a vedere ora il tuo bellissimo post, ricco di tanti altri riferimenti musicali.
E speriamo davvero che queste musiche annuncino una primavera in tutti i sensi!!!
Buona giornata!!!
Spieghi così bene l'ispirazione dei suoni della natura alla musica che mi commuovo. Sei riuscita a dire, con la tua capacità di comunicazione limpida ed efficace, quello che sento da sempre.
Fantastico il pezzo di Daquin! Come tu sai i francesi quando si incontrano inspettatamente non dicono "Bonjour", ma "Coucou!" E se ti chiedono di andarli a trovare ti dicono "Vien me faire coucou!"
Coucou, Annamaria cara! Le printemps arrive pour nous faire coucou.
Abbracci.
egle
Cara la mia Egle!!!
Ti ringrazio, ti abbraccio forte e....la prima volta che ci vedremo, sapremo bene come salutarci!
Un bacione di buon pomeriggio!!!
Sai che non conoscevo questa melodia Annamaria bella...?
Cosa scegliere il pianoforte o la chitarra...proprio non so!
Quante meraviglie ci regala la musica, come una collana di perle che per non far torto a nessuno si rompe per offrirne una alla volta a noi tutti!
Bacio stritolante!
Grazie, cara NELLA, delle tue parole! Ogni brano di musica è veramente una perla di rara e singolare bellezza, così come ogni interpretazione ci affascina diversamente, come un cristallo dalle molte sfaccettature.
Un fortissimo abbraccio!!!
Note incantevoli.Sai, Annamaria, fra le emozioni più intense della mia vita, c'è stata quella che ho provato quando, di ritorno dall'Ucraina, scendevamo in auto verso sud e ci avvicinavamo a Praga. Nel momento stesso in cui alle porte della città si incominciava a vedere un fiume maestoso, la Moldava, dall'autoradio uscirono le prime note di Smetana. E riproducevano, del suo ciclo Ma Vlast, proprio la Moldava. E' stato bellissimo.
Oh Ambra, quella che racconti dev'essere stata un'esperienza meravigliosa! Sono momenti in cui la musica si fonde pienamente con nostro vivere e lo interpreta per così dire dal profondo.
Grazie!!!
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