Con la sua intensità, i suoi riflessi o le sue variazioni di ora in ora, essa crea infatti prospettive o mette in evidenza inquadrature che diversamente ci sfuggirebbero.
Hanno pienamente ragione architetti e arredatori a dedicare particolare cura all’ illuminazione di un edificio o di una semplice stanza. E’ la luce che definisce gli spazi, conferendo loro rilievo e creando un'infinita gamma di suggestioni.
Ce lo insegnano i grandi pittori, da Caravaggio a Georges de La Tour fino a Monet, ma ce lo rivela prima di tutto la natura stessa, dispiegando mille variazioni di luci e colori dall'aurora al tramonto fino al calar delle tenebre.
Sono panorami che possiamo contemplare in qualunque stagione e ovunque: dal grigio delle nebbie di pianura alle sfumature viola di un tramonto sul mare, dalla luminosità trasparente del mattino a quella più calda e intensa del pomeriggio.
Dal mio osservatorio estivo che - come ormai sapete - è la montagna, ho modo di cogliere i diversi effetti luministici che si creano col passare delle ore in un luogo in cui la presenza di prati e boschi, rocce e ghiacciai, pinete e radure rende ancora più evidente ogni minima variazione.
Incantevole poi la magìa della sera, soprattutto quando le vallate affondano già nell'ombra, mentre le cime sono ancora illuminate.
Se la giornata è stata serena e tersa, il biancore dei ghiacciai sovrasterà il buio fino a tardi, riflettendo gli ultimi bagliori del sole.
Ma anche quando il cielo è coperto e promette pioggia, lo spettacolo non è privo di fascino.
Lampioni e luce del crepuscolo si confondono allora in un effetto singolare, mentre il verde delle pinete scivola nell'ombra ammantandosi gradatamente di mistero.
A sera, dal buio del bosco usciranno più numerose le volpi, andando a punteggiare coi loro occhi fosforescenti l'oscurità dei prati, mentre in alto le cime rifletteranno ancora la luce del tramonto.
E contemplando il panorama, forse tornerà alla mente la bellissima immagine con cui il poeta Virgilio conclude la prima Egloga delle "Bucoliche":
".....maioresque cadunt altis de montibus umbrae".
Così, mi piace accompagnare le due foto riportate qui sopra e scattate nel cuore del Parco del Gran Paradiso, con l'introduzione delle "Waldszenen" op.82 di Robert Schumann (1810 - 1856).
"Scene dalla foresta", appunto, come dice il nome: nove pezzi per pianoforte ispirati al mondo della natura.
In particolare questo brano iniziale, nella sua ricchezza di sfumature che alterna tocchi di luminosità a sonorità più ombrose, ci guida ad immaginare la vita segreta di fiori, insetti e animali lungo i sentieri del bosco o all'interno della fitta pineta.
Tuttavia non si tratta di una musica puramente descrittiva, ma la foresta è solo il pretesto o l'occasione per un viaggio del compositore nella propria interiorità, alla ricerca di armonia tra luci e ombre del cuore. Ne deriva una melodia semplice ed elegante che ci parla in modo straordinariamente immediato.
Così, sull'onda di queste note, auguro a tutti voi che passate di qui una buona settimana di Ferragosto e....mi prendo una breve pausa!
Buon ascolto!
12 commenti:
Bellissima la tua riflessione, dove luci e ombre si rincorrono ovunque, in natura, nello spettacolo grandioso della solarità del giorno che si sussegue all'oscurità della notte, nell'animo, che alterna gioiosità e tristezza, nella musica dove il ritmo tenebroso si alterna ad un altro leggero e luminoso, nell'arte pittorica.
Sono i due opposti che si integrano per creare l'unità, la perfezione.
Proprio come dici, Ambra, due opposti che si integrano. Tutta la vita e` fatta di un susseguirsi e intrecciarsi di luci e ombre in mille modi. E la musica di Schumann ci regala questa alternanza con meravigliosa semplicita`.
Grazie!!!
Ancora Schuman.... Giuste considerazioni, cara Annamaria. Buon Agosto!!!!
Torno indietro nel tempo,e di tanti decenni tutti in una volta. Vedo una piccola luce in fondo ad un bosco, come nelle fiabe di Perrault. Perché tra le poche cose che ho imparato, o forse non ho dimenticato, è che la migliore filosofia di vita è tutta in quella luce là in fondo, sia che la si riesca a raggiungere, sia che fugga di un passo ad ogni passo.
Buon mese di agosto a te, cara EriKa, in compagnia di Schumann, e grazie di ogni tuo apprezzamento!!!
Grazie,Costantino, di queste tue considerazioni come sempre ricche di verita` e di poesia. Hai ragione: mai perdere di vista la luce in fondo al bosco. E` davvero essenziale!
Buona giornata!!!
Ciao Annamaria,
hai ragione, nell'arte ha sempre avuto un'importanza rilevante la luce.
Lo spazio e la profondità dipendono da questo.
Le tue montagne poi sono fantastiche.
Ti abbraccio e buon meritato riposo.
L'ascolto di questo pezzo fantastico di Schumann è stato per me un bellissimo modo per lasciarmi andare un po'....ma anche per perdermi tra le tue foto e le tue considerazioni... amo la montagna, abito anch'io circondata da montagne.. esse sanno regalarci sempre immagini cariche di sensazioni.. e la luce ne ha sempre un ruolo rilevante...è poesia ..è emozione viva...se si sa coglierla, naturalmente...
Buon Ferragosto e buon riposo. Stefania
Grazie Pia!!! La luce plasma volumi e da` spessore. Tu che conosci bene l'arte lo sai meglio di me.
Abbracci e buone ferie anche a te!!!
Sono contenta, cara Stefania, che Schumann ti sia piaciuto. E grazie della tua intensa condivisione!!! In questo momento sono gia` parecchio lontana dai nostri monti.
Ma tornero` presto.....Buon riposo anche a te!!!
Buona pausa Annamaria mia, pausa che io non farò...certo non ora..chissà, come sempre daltronde con questo strano lavoro...
La musica si incastra perfetta con le tinte della montagna, con la luce le ombre gli alberi gli animali la natura...un immenso quadro vivente che è da molto tempo che guardo di passaggio..Peccato!
Bacio vacanziero!
Cara NELLA, ti auguro di tutto cuore di riuscire a immergerti nella pace della natura fino a sentirtene totalmente pervasa.
Un bacione e a presto!!!
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