giovedì 21 marzo 2013

Incalcolabile felicità

Scopro solo ora guardando la tv che ieri, 20 marzo, era la "giornata della felicità"!!! 
Si celebrava infatti in tutto il mondo la prima "Giornata Mondiale della Felicità" istituita dall'ONU.
Toh!.... E io che non ne sapevo niente e proprio ieri mattina mi sono svegliata con una luna storta incredibile!....
Inutile, non sono al passo coi tempi, dovrò imparare ad aggiornarmi !

Dal servizio televisivo apprendo poi che la giornata - istituita nel luglio scorso in aggiunta alle numerose ricorrenze create nel tempo per celebrare una miriade svariata di cose - è stata appositamente collocata ieri proprio perchè vicina all'inizio della primavera e, si sa, primavera e felicità in qualche modo si somigliano.
Ma vengono illustrati anche gli scopi dell'iniziativa promossa dal segretario generale delle Nazioni Unite: un'occasione per ricordare che la felicità è  aspirazione fondamentale dell'uomo prioritaria rispetto ad altre necessità, in nome di un progresso non solo economico. Bello!

Vado sul web per saperne di più e trovo in effetti vari siti che parlano di "nuova priorità globale", dell'opportunità di "ispirare l'azione per un mondo più ilare" perchè "una nazione più felice è anche una nazione più produttiva".
Non so perchè, ma mi viene in mente una vecchissima pubblicità che recitava "Se la mucca è più felice, è migliore anche il suo latte": logica ineccepibile e - pare - anche scientificamente provata. Del resto, abbiamo sperimentato tutti che più felici, per esempio, si lavora meglio.
Però...
Però, per quanto sia giustissimo che ogni stato - e qui si sono scomodate addirittura le Nazioni Unite! - si prenda cura della felicità dei suoi cittadini, qualcosa non mi convince in questa proclamazione di una giornata che rischia di diventare solo un evento di facciata, quasi una felicità a comando.

Scopro inoltre che, attraverso l'analisi dei social network, alcuni ricercatori sono impegnati a capire che cosa rende la gente più o meno felice, a stabilire un indice di felicità, assegnare punteggi, stilare classificazioni o graduatorie.
Confesso che mi lascia perplessa questa pretesa di misurazione di tutto, come se anche i sentimenti e le pulsioni più profonde potessero essere indagate e ingabbiate in un numero.
E' questo bisogno di quantificare ogni cosa, di rendere ogni sospiro misurabile che non approvo, come se l'infinito di un cuore potesse rientrare nella stretta cornice di una statistica!!! 
Può forse essere ridotto a un "Mi piace" il godimento che offre un'opera d'arte? Può essere calcolata l'emozione, la soavità o la forza con cui ci parla un testo poetico o un dipinto o un brano musicale? E ammesso che un calcolo anche in termini di chimica delle emozioni sia possibile, non risulta comunque riduttivo???

Ma mi lascia perplessa anche la pretesa che "produttiva" possa esser solo la felicità!
Andiamolo a dire ai poeti, ai musicisti, agli artisti in genere!!!.....Forse ci risponderanno che tante creazioni - magari le migliori - sono nate in tempo di guerra o di esilio, di crisi o di follia. E che la vera produttività, quella del cuore, non si lascia fermare da nulla.

Per questo, desidero postare qui un brano di Robert Schumann (1810 - 1856), compositore che ha avuto la vita segnata da vari drammi tra cui la malattia mentale e che ha conosciuto la felicità forse solo per brevi intervalli.
Si tratta del secondo tempo, "Larghetto", dalla "Sinfonia n.1 in Si bemolle maggiore op.38" detta "La primavera", pezzo di luminosa bellezza, pacato e profondamente suggestivo di cui i Wiener Philarmoniker, sotto l'intensa direzione di Leonard Bernstein, mettono in luce la particolare soavità.
Una soavità che rimane in cuore e continuerà segretamente a parlarci in una simbiosi assolutamente misteriosa, regalandoci una gioia che si protrarrà nel tempo, infinita e soprattutto incalcolabile.
 
E per ciò che mi riguarda, voglio continuare a pensare che la felicità non sia quantificabile, ma stia sempre un po' più in là della mia immaginazione e dei miei pensieri, simile a "barlume che vacilla" come ricordava Montale, imprevedibile e sorprendente come una folata di vento che c'investe all'angolo della strada.

Buon ascolto!

 

10 commenti:

THE HAPPY LIFE OF MY PETS ha detto...

una coccola per l'anima....

Annamaria ha detto...

Benvenuto qui, amico dei gatti, e grazie!

Chiara ha detto...

Ogni giorno è il giorno della felicità!
Un sorriso!

Annamaria ha detto...

Infatti, è proprio così, Chiara!
Ricambio il sorriso!

Anonimo ha detto...

Bellissimo il brano di Schumann che hai postato. Quanto alla felicità, quando arriva è meno di un attimo, poi vola via. Se si ascolta musica, si ammira un dipinto o si legge un romanzo o una poesia, si ha la sensazione che queste non siano nate dalla felicità, ma dall'elaborazione del dolore. Del resto, non è Leopardi che diceva che "la felicità è la cessazione del dolore"?
:) egle

Annamaria ha detto...

Sì, Egle, proprio Leopardi.
Ma anche nel mondo della musica, quanti romantici, per esempio, hanno vissuto esistenze travagliate e ci hanno lasciato opere sublimi!
Grazie!!!

Anonimo ha detto...

Pare di vedere una favola bellissima. Bellissima.

Annamaria ha detto...

Grazie di cuore, Chantal, e benvenuta qui!!!

Sandra M. ha detto...

Un'analisi che non fa una piega. E poi, francamente, non cominciano a essere un po' troppe queste giornate "dedicate"?
Grazie per l'ascolto scalda-cuore.

Annamaria ha detto...

D'accordissimo con te, Sandra!
Felice che questo Schumann ti scaldi il cuore!!!
Grazie!!!