"Gioire in Musica" è un piccolo spazio per condividere lo splendore della musica classica e le emozioni che essa suscita in noi; ma anche un luogo in cui raccontare quanto ogni musica nata dal profondo si intrecci alla nostra esistenza nutrendo il cuore e infondendoci vita, sorriso e limpidezza di sguardi.
domenica 24 giugno 2012
Giugno: caffè all'ombra di un pergolato.
Ed è arrivato il caldo, quello vero, con afa in pianura e temperature decisamente elevate anche sopra la media stagionale: un caldo che in città ci costringe a vivere con i condizionatori al massimo e in campagna ci dà pomeriggi torridi, assordati dal canto delle cicale.
Mi piace allora dilungarmi ad osservare questo dipinto di Silvestro Lega (1826 - 1895) - uno degli esponenti di maggiore spicco del movimento dei Macchiaioli - che ci regala la tranquillità di un angolo ombroso in cui sfuggire alla calura.
E' "Il pergolato", detto anche "Il dopo pranzo", conservato a Milano alla Pinacoteca di Brera.
Il dipinto sembra davvero rappresentare uno dei pomeriggi afosi delle nostre campagne, con quel cielo bianco un po' lattiginoso, le cascine affondate tra il grano e i filari di pioppi in lontananza.
Ma sullo sfondo dei campi, ci si presenta un quadretto quasi d'altri tempi: sotto l'angolo di frescura di un pergolato è raffigurata una scena di semplicità quotidiana e insieme di signorilità.
Siamo nell'ora più calda della giornata, probabilmente nel giardinetto di una casa padronale, mentre una domestica porta un bricco di caffè alle signore di famiglia - o forse in visita - sedute all'ombra. Intorno, una luce dorata, colori un po' spenti o bruciati e quel verde già scuro delle foglie, tipico dell'estate.
E' proprio questa donna in primo piano, inquadrata nella parte più luminosa del quadro e splendida nella sua riservata compostezza, ad attirare dapprima la nostra attenzione. Poi, poco discosta, la figuretta chiara incorniciata dall'ombra e volta verso lo spettatore con un abito che forse sarebbe piaciuto a Monet - che proprio negli stessi anni dipingeva il famosissimo "Donne in giardino" - anche se il pittore francese vi avrebbe tratto suggestioni luministiche differenti.
Una semplicità signorile, dicevo, che si manifesta in diversi tratti del dipinto come se tutto portasse un'impronta di discrezione: gli abiti - eleganti ma non sfarzosi - il ventaglio, le acconciature ordinate e quella fila di vasi di coccio con la loro fioritura non sgargiante e tuttavia tesa ad abbellire lo spazio rustico.
Tutto è fermo e fissato nel suo ordine e al tempo stesso nella sua varietà: ordinato come la chiara scansione in due parti della scena e variato nell'andirivieni di luci ed ombre così come nell'altezza dei vasi e nella direzione degli sguardi - se ci si fa caso - sempre volti ad orizzonti diversi.
Così, la cameriera guarda davanti a sè, la figuretta chiara - probabilmente la padrona di casa - si volge ad attenderla, mentre in secondo piano una bimba recita forse una poesia ad un'ospite per la quale, appena visibile sul sedile di pietra, è già preparato un vassoio con le tazzine da caffè.
E' in quell'ombra che ci parla di frescura e di tranquillità il cuore segreto del dipinto: vi respiriamo la calma di meriggi assolati in cui trovare sollievo in uno spazio di quieta accoglienza, in un modo di ricevere semplice e ricco di garbo.
Su tutto aleggia infatti una bellezza discreta e misurata e pure così riposante da far sognare, suggerendoci ritmi dove la fretta non è padrona e i pensieri si dilatano a cogliere il piacere dell'ora pomeridiana.
A commento del dipinto, "Salut d'Amour, op.12" di Edward Elgar (1857 - 1934), brano romantico per eccellenza, scritto originariamente per violino e pianoforte, ma divenuto in seguito uno dei più celebri del compositore tanto da essere arrangiato per diversi altri strumenti.
Nella morbidezza delle sue note, ritroviamo incanto e abbandono insieme a quel tono - ora intimo, ora un po' salottiero - che contraddistingue lo stile di vita della borghesia del secondo Ottocento.
Buon ascolto!
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9 commenti:
Non conoscevo questo brano... la tua descrizione del dipinto è molto suggestiva, l'ho studiato e l'ho visto a Brera, mi piace molto.
Ciao, Palmy, sono contenta che questo dipinto piaccia anche a te!
A dire il vero, ci sarebbero state anche altre osservazioni da aggiungere, più tecniche, ma non m'interessa fare una descrizione da manuale di storia dell'arte. Scrivo ciò che le immagini mi ispirano, liberamente.
Grazie!!!
Bellissimo matrimonio tra il dipinto di Lega (adoro i Macchiaioli) e il brano romantico decadente che gli fa da colonna sonora (deliziose anche le immagini che rimandano al quadro).
Grazie di questo momento in cui l'arte, sia nel suo aspetto iconico che in quello musicale, è a tutto tondo.
Un abbraccio.
egle
Grazie Egle!
Nonostante i Macchiaioli siano più vicini al realismo e il brano musicale abbia invece un'impronta tardoromantica (è del 1888), nell'abbinarli non ho avuto incertezze. Anche a me il connubio sembra comunque riuscito.
Buona serata!
Ciao ANNAMARIA ,miracolosamente riesco a scriverti un commento su questo post e come altre volte sembra quasi che i nostri pensieri corrano , anzi passeggino sullo stesso viottolo.
Elgar, pur nella mia ignoranza musicale, da tempo l'ho inserito nelle mie compilazioni di classica,
mentre il quadro nella calura e nell'assenza di vento risalta un quadro quasi antitetico : il vento tra le messi.Ti invio un articolo che avevo da molto tempo ma che ho scoperto da poco di avere. Lo inio col commento che segue.
baci anna
IL SILENZIO DELLE MESSI
In italiano con “ silenzioso” traduciamo il latino tacitus.
“Silenzioso”deriva da silens che a sua volta deriva dal verbo silere, che esprime il rumore del vento nei campi di grano .
Quando i cereali fanno la spiga, il vento sussurra in silenzio facendo ondeggiare le messi.
Silere dunque non indica l’assenza di rumore ma è invece il soffio leggero dei cereali che maturano nei campi.
Tratto da un articolo ( su rivista VALORE ALIMENTARE) del dottore agronomo Enrico Zagnoli.
autunno 2007
Anna, GRAZIE!!!
Grazie perchè sei qui e per questa bellissima sintonia!
Interessante il brano dell'articolo: è vero, "silere" non esprime il silenzio, ma il suono del vento nei campi e se vogliamo è anche un po' onomatopeico!
E quante coincidenze anche nel video che accompagna la musica di Elgar!
Grazie per questa condivisione...mi piace l'immagine dei nostri pensieri che passeggiano sullo stesso viottolo!
Ti abbraccio! A presto!
ciao...che bel dipinto...
rasserena il cuore...
sembra di essere sotto il pergolato mentre i pensieri sono leggeri e la serenità è dentro il cuore..
ciao..un caro saluto..luigina
Oh, Luigina, GRAZIE di questa serenità che vedi e che sai comunicare!
Buona serata!
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