Lasciarsi alle spalle il tumulto metropolitano per addentrarsi in un percorso di pace e solitudine fra tombe di grandi ed altre in apparente abbandono.
Ma non c'è tristezza: forse la luce, forse il respiro del vento che anima la vegetazione; forse la città intorno che oggi ormai circonda come un abbraccio grandi del passato e del presente, pittori e musicisti, scrittori e rockstar.
Non si può essere turisti distratti al Père-Lachaise o semplicemente curiosi: il silenzio ti parla, il ricordo è vita che prolunga la vita, spesso nel segno di una profonda gratitudine.
E c'è una semplicità che rasserena, ben lontana - a mio avviso - dalla solennità fastosa ma cupa e un po' opprimente di altri mausolei parigini.
Cerco Chopin: sono venuta qui quasi solo per lui, come se trovarmi davanti al luogo in cui riposa il suo corpo potesse avvicinarmelo ancora di più. Ma in realtà, so bene che è pienamente vivo nella sua musica capace di stabilire uno straordinario contatto d'anima con noi al di là del tempo.
Lo cerco a lungo prima di trovarlo, e infine arrivo davanti al rilievo che ne riproduce il volto sottile, davanti alla tomba sulla quale lo piange la sua Musa, una tomba piena di fiori tra i quali non manca mai l'omaggio di una rosa rossa.
In silenzio, nel sole del mattino, affido la mia emozione proprio a lui, alle sue note che mi affiorano dentro.
Il "Preludio op.28 n.15 in Re bemolle maggiore" detto "La goccia d'acqua" è un brano di rara levità che, limpido e dolcissimo nell'esordio, va facendosi più tempestosamente incisivo nella parte centrale e sfuma poi in una solennità di tono quasi religioso prima di tornare, alla fine, alla serenità della delicatissima melodia d'inizio.
Ma la caratteristica di questo pezzo dalla quale deriva anche il nome è quella nota di fondo ribattuta continuamente e sempre uguale nonostante i cambiamenti di tonalità (prima La bemolle, poi Sol diesis e infine La bemolle ancora), che ne diventa - al di là del tema - il vero motivo conduttore.
Come un segno a scandire il tempo che passa: nella sua struggente nostalgìa, nella sua affannosa ricerca di senso, nella sua drammaticità inesorabile, nella sua luminosa attesa.
Buon ascolto !
Ma non c'è tristezza: forse la luce, forse il respiro del vento che anima la vegetazione; forse la città intorno che oggi ormai circonda come un abbraccio grandi del passato e del presente, pittori e musicisti, scrittori e rockstar.
Non si può essere turisti distratti al Père-Lachaise o semplicemente curiosi: il silenzio ti parla, il ricordo è vita che prolunga la vita, spesso nel segno di una profonda gratitudine.
E c'è una semplicità che rasserena, ben lontana - a mio avviso - dalla solennità fastosa ma cupa e un po' opprimente di altri mausolei parigini.
Cerco Chopin: sono venuta qui quasi solo per lui, come se trovarmi davanti al luogo in cui riposa il suo corpo potesse avvicinarmelo ancora di più. Ma in realtà, so bene che è pienamente vivo nella sua musica capace di stabilire uno straordinario contatto d'anima con noi al di là del tempo.
Lo cerco a lungo prima di trovarlo, e infine arrivo davanti al rilievo che ne riproduce il volto sottile, davanti alla tomba sulla quale lo piange la sua Musa, una tomba piena di fiori tra i quali non manca mai l'omaggio di una rosa rossa.
In silenzio, nel sole del mattino, affido la mia emozione proprio a lui, alle sue note che mi affiorano dentro.
Il "Preludio op.28 n.15 in Re bemolle maggiore" detto "La goccia d'acqua" è un brano di rara levità che, limpido e dolcissimo nell'esordio, va facendosi più tempestosamente incisivo nella parte centrale e sfuma poi in una solennità di tono quasi religioso prima di tornare, alla fine, alla serenità della delicatissima melodia d'inizio.
Ma la caratteristica di questo pezzo dalla quale deriva anche il nome è quella nota di fondo ribattuta continuamente e sempre uguale nonostante i cambiamenti di tonalità (prima La bemolle, poi Sol diesis e infine La bemolle ancora), che ne diventa - al di là del tema - il vero motivo conduttore.
Come un segno a scandire il tempo che passa: nella sua struggente nostalgìa, nella sua affannosa ricerca di senso, nella sua drammaticità inesorabile, nella sua luminosa attesa.
Buon ascolto !
16 commenti:
Amo Chopin e Pollini è fantastico. Il suo cuore però è conservato nella chiesa di Santa Croce di Varsavia, la sua città, la sua vera gioia. Se ami Chopin ti consiglio di andarci a Varsavia, lo si respira tutto, anche tra la sua gente, ci sono perfino le panchine telematiche che suonano la sua musica. E' ovunque, è il suo cuore. E il museo Chopin ne conserva il pianoforte ed è una vera perla.
Suoni anche tu? Io sono una ex pianista. Ciao!
Sono stato quest'estate al cimitero Pere Lachaise. Confermo, trovarsi davanti alla tomba di Chopin, riservata e nascosta tra le altre come era stato lui in vita è emozionante.
Per quanto riguarda Pollini, è senza dubbio il miglior interprete di Chopin esistente al mondo.
Saluti
Benvenuta qui, Valentina, e grazie del tuo commento!
Sì, so che il cuore di Chopin è nella sua Varsavia e spero di poterci andare almeno una volta.
No, io non suono....suonicchio da assoluta principiante quale sono, nonostante l'età.
Ma della musica sono innamorata da sempre.
Ciao!!!
Grazie Giulio!
Sono contenta che anche tu condivida le mie impressioni.
L'interpretazione di Pollini è splendida. A dire il vero, a me piaceva moltissimo anche quella della Argerich, ma per motivi tecnici non ho potuto postarla.
Buona giornata!
Sono stata tante vole a Parigi ma non ho mai visitato questo famoso cimitero. La prossima volta non me lo faccio scappare...
Hai descritto con parole ed espressioni superbe quella che è l'atmosfera del Père-Lachaise, unica, luminosa, come non puoi trovare in nessun altro cimitero, nonostante questi possano essere molto diversi da Paese a Paese o da una religione all'altra. Qui la morte ha qualcosa di grande e di maestoso, ti accoglie tra le sue braccia piene di pace.
E quella di andare al Père-Lachaise per ritrovare Chopin è veramente un'idea grandiosa.
Ciao Palmy!!!
Il Père-Lachaise oggi è in piena metropoli parigina e facilmente raggiungibile col metrò.
Vacci, quando ti capita!
Un abbraccio e grazie di essere passata di qui!
Sì, Ambra, al Père-Lachaise ho respirato un'atmosfera di grande pace, forse anche per la serena luminosità della mattina in cui l'ho visto.
Ma anche indipendentemente dal tempo, è un luogo molto particolare.
Grazie della tua condivisione!
Annamaria ci ho passato ore ed ore, perdendo la nozione del tempo, a Père Lechaise!
Bella , romanticamente struggente la SUA tomba.
Così come le parole d'amore che scrivi tu, qui.
Grazie.
Ciao, Sandra!
Bello poter condividere le emozioni di certi viaggi, soprattutto se ci portano in luoghi ricchi di suggestione come il Père Lachaise.
Grazie!
io purtroppo a Père-Lachaise non ci sono stata, ma le tue sentite parole mi hanno spronata a farlo presto.
Chissà...
Mi hai resa partecipe di questa tua bella emozione. grazieee. Ciao Annamaria.
Che bello, Carla, trovarti qui!
Sono io che ti ringrazio per tutte le bellezze artistiche e storiche di cui ci fai pertecipi, attraverso la tua cultura e il tuo genio di pittrice.
Un abbraccione!
Sì che mi avevi detto che era bello... ma non pensavo così tanto!
Bacini!
Hai sentito, Chiara? E' incantevole questo preludio!
Grazie!!!
Ciao cara, ho letto piú volte il tuo bellissimo post ed ho ascoltato piú volte il preludio di Chopin che mi rasserena. Anche l'immagine é perfetta. Finora non avevo forza di commentare perché il mio cuore si stringeva. Ora che i nubi scuri sembrano andar via sopra la mia famiglia sono ritornata da te.
Un caro saluto a te e baci
Caterina carissima,
ti auguro con tutto il cuore che il cielo sopra la tua famiglia si sia rasserenato e che la musica continui a rischiarare il nostro cammino!
Ti abbraccio con tanto affetto!!!
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