Parlavo qualche giorno fa su questo blog di strumenti musicali, osservando - cosa certamente ovvia - che ciascuno di essi ha una propria specificità, un suo timbro, una sonorità particolare che si arricchisce nel dialogo con le altre sezioni orchestrali.
Sotto le mani esperte di un musicista poi, ogni suono può essere diversamente modulato: più dolce o sottile, più potente o aggressivo.
Ma al di là di questo, ogni strumento porta in sè una vibrazione particolare che, come un'onda più o meno intensa, attraversa il corpo dell'esecutore che a tale onda risponde con la propria passione divenendo tutt' uno col suo strumento.
Se c'è questa passione, ogni suono, anche il più lieve, può farsi così avvolgente da rapirci o così luminoso da entrarci nell'anima.
Dal violino al pianoforte, dall'organo al flauto, tutto può operare lo stesso effetto, giungere allo stesso scopo.
Trovo interessante, perciò, ascoltare talvolta lo stesso pezzo eseguito da strumenti diversi per cogliere le svariate sfumature di un'unica bellezza - quella della Musica - simili a sfaccettature differenti di un unico prezioso cristallo.
Per questo, oggi ho deciso di postare il secondo tempo, "Siciliano", dalla "Sonata in Mi bemolle maggiore per flauto e cembalo BWV 1031" di Bach. Il brano infatti, incantevole e famosissimo, nel tempo è stato trascritto per numerosi altri strumenti.
Lo propongo qui in due versioni, quella originaria e una trascrizione per pianoforte: due sonorità diverse, ma anche due differenti letture.
Da un lato, una dolcissima fioritura barocca di modulazioni sul flauto, mirabile coniugazione di limpidezza e rigore, ritmo e luminosità dove il dialogo dello strumento solista col cembalo si articola con delicatezza e precisione.
Dall'altro, lo spessore profondo, quasi romantico (...!) del pianoforte che, nelle battute introduttive, può ricordarci addirittura l'atmosfera densa di penombra di una sonata di Beethoven.
Ma, al di là di questo riferimento, l'esecuzione al piano, col suo tocco dolce e misurato, riporta alla mente anche Mozart, in particolare l'intensissimo Adagio del Concerto per pianoforte K.488 - postato da me tempo fa - che si apre quasi sulla stessa melodia e con lo stesso tempo di 6/8 del pezzo di Bach.
E' la meraviglia degli strumenti - ma certo anche delle diverse interpretazioni - che suscita da un brano suggestioni sempre nuove e ci parla attraverso la magìa dei suoni.
Buon ascolto!
Sotto le mani esperte di un musicista poi, ogni suono può essere diversamente modulato: più dolce o sottile, più potente o aggressivo.
Ma al di là di questo, ogni strumento porta in sè una vibrazione particolare che, come un'onda più o meno intensa, attraversa il corpo dell'esecutore che a tale onda risponde con la propria passione divenendo tutt' uno col suo strumento.
Se c'è questa passione, ogni suono, anche il più lieve, può farsi così avvolgente da rapirci o così luminoso da entrarci nell'anima.
Dal violino al pianoforte, dall'organo al flauto, tutto può operare lo stesso effetto, giungere allo stesso scopo.
Trovo interessante, perciò, ascoltare talvolta lo stesso pezzo eseguito da strumenti diversi per cogliere le svariate sfumature di un'unica bellezza - quella della Musica - simili a sfaccettature differenti di un unico prezioso cristallo.
Per questo, oggi ho deciso di postare il secondo tempo, "Siciliano", dalla "Sonata in Mi bemolle maggiore per flauto e cembalo BWV 1031" di Bach. Il brano infatti, incantevole e famosissimo, nel tempo è stato trascritto per numerosi altri strumenti.
Lo propongo qui in due versioni, quella originaria e una trascrizione per pianoforte: due sonorità diverse, ma anche due differenti letture.
Da un lato, una dolcissima fioritura barocca di modulazioni sul flauto, mirabile coniugazione di limpidezza e rigore, ritmo e luminosità dove il dialogo dello strumento solista col cembalo si articola con delicatezza e precisione.
Dall'altro, lo spessore profondo, quasi romantico (...!) del pianoforte che, nelle battute introduttive, può ricordarci addirittura l'atmosfera densa di penombra di una sonata di Beethoven.
Ma, al di là di questo riferimento, l'esecuzione al piano, col suo tocco dolce e misurato, riporta alla mente anche Mozart, in particolare l'intensissimo Adagio del Concerto per pianoforte K.488 - postato da me tempo fa - che si apre quasi sulla stessa melodia e con lo stesso tempo di 6/8 del pezzo di Bach.
E' la meraviglia degli strumenti - ma certo anche delle diverse interpretazioni - che suscita da un brano suggestioni sempre nuove e ci parla attraverso la magìa dei suoni.
Buon ascolto!
12 commenti:
Che altro aggiungere alle diverse sensazioni che tu hai così magistralmente e profondamente descritto? E' proprio come dici tu.
Aggiungerei una lacrimuccia di commozione! E grazie per la scelta dello strumento... bacini!
Complimenti per il blog, sto scoprendo brani meravigliosi :)
Ciao, Ambra!
Grazie per la tua sensibilità e la tua condivisione.
A presto!
Carissima Flautista,
ricordi che ti avevo detto di avere in serbo un flauto per te?....
Questo brano è un incanto: lo suoni, vero??
Benvenuta qui Iride Libera!!!
E grazie per la tua condivisione.
Verrò a trovarti anch'io.
Buona giornata!
:)
E' come una piccola oasi questo tuo blog, Annamaria. Son proprio contenta di rivederti tra poco!
Anch'io non vedo l'ora Sandra!
Grazie e un abbraccio!
Bello, bello, bello, questo post! E che dire del tuo commento? Brava Annamaria.
Ti abbraccio. Silvana.
Grazie a te Silvana di essere tornata qui!
Oggi a Milano da Feltrinelli ho ordinato il tuo libro!
Mi hanno detto che arriverà tra una decina di giorni.
Non vedo l'ora.
Abbracci grandi!
Grazie, Annamaria! A questo punto aspetto una tua pubblicazione sulla musica per noi profani: credimi, sarebbe un successone! Ti abbbraccio.
Silvana.
Sei molto gentile, Silvana!
Effettivamente mi hai dato un'idea, ma per ora preferisco che il mio blog non si traduca in cartaceo. E' giovane (il blog...)...e deve ancora "maturare"!!!
Ma ti prometto che ci penso!
Un grande abbraccio e grazie!
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