Oggi, nella mia ormai quotidiana navigazione su youtube in cerca di musica, mi sono soffermata su Franz Schubert (1797 - 1828).
Stavo tentando di identificare un brano sentito per caso, sere fa, nella colonna sonora di un programma televisivo: poche battute di sottofondo e poi basta come spesso capita. Ma è stato sufficiente perchè rimanessi incantata a inseguire quelle note nella memoria come un vero e proprio tormentone, finchè non avessi dato loro autore e titolo.
Così - dopo non molto devo dire - ho ritrovato un celebre pezzo di Schubert: la "Fantasia in fa minore D 940 per pianoforte a quattro mani", una melodia che esordisce malinconica e poi vivace e più variata, come appunto il carattere di una fantasia richiede. Ma spesso succede che la musica ci prenda per mano e ci conduca ancora più in là delle nostre intenzioni e dunque l'ho seguita.
Da Schubert a Schubert sono arrivata così al brano che oggi vi propongo: la "Sonata in la minore per pianoforte e arpeggione D821".
Arpeggione??? Sì: si tratta di uno strumento musicale ad arco e con sei corde, inventato da un liutaio viennese nei 1823 con caratteristiche simili in parte alla chitarra classica e in parte al violoncello.
Per diffonderne l'uso, al compositore austriaco fu subito commissionata la Sonata che citavo e che rimane forse l'unico pezzo scritto a tale scopo.
In realtà, fu pubblicata parecchi anni dopo la morte di Schubert, quando ormai l'uso dell' arpeggione era tramontato, anche se è rimasto vivo presso alcuni gruppi che suonano con strumenti d'epoca.
Al di là di questo, però, ci resta una composizione decisamente pregevole.
Il pezzo, in tre movimenti, è divenuto celebre soprattutto nella trascrizione per violoncello e pianoforte che ascolterete, ma ne esistono altre versioni dove ora è l'arpa a fare da solista, ora la viola, ora la chitarra o il contrabbasso.
Qui, della Sonata ho scelto il secondo movimento, un "Adagio" pacato e riposante che vi invito a gustare nell'interpretazione di due straordinari solisti: Mstislav Rostropovitch e Benjamin Britten.
C'è una profonda serenità e un luminoso senso di pace nella tonalità di Mi maggiore sulla quale si apre il brano. Dopo una brevissima introduzione, il tema esordisce nitido con quattro note che ricordano molto da vicino l'inizio del "Larghetto" della "Seconda Sinfonia" di Beethoven e, anche se i due brani poi si dispiegano diversamente, l'apertura sembra regalarci lo stesso atteggiamento contemplativo. Non sono rari del resto in Schubert tali riferimenti, a cominciare dall' "Andante con moto" del suo "Quartetto per archi D810" conosciuto come "La morte e la fanciulla", la cui scansione ritmica ci riconduce ancora a Beethoven e in particolare al celebre "Allegretto" della "Settima Sinfonia".
Ma, tornando al nostro "Adagio", se anche la melodia si snoda poi in un'alternanza di tonalità maggiore e minore declinando verso passaggi più malinconici, a prenderci resta soprattutto il particolare timbro del violoncello fatto di una profondità e una delicatezza che creano affascinanti chiaroscuri.
Così pure, ci accompagna la lentezza del ritmo in cui durata e intensità di ogni nota sono attentamente calibrate: uno Schubert dallo sguardo luminoso, ma insieme intimo e assorto.
E se alla fine della clip audio la musica s'interrompe di colpo, è perchè il brano non ha una vera e propria conclusione, ma la cadenza del violoncello va poi a risolversi direttamente nell'Allegretto finale.
Buon ascolto!
10 commenti:
Franz Schubert è uno dei miei preferiti.
Ciao Annamaria.
Un brano di una potenza notevole. C'è malinconia in questa melodia, ma quello che mi prende è una sorta di struggimento che pare trasportarmi altrove. Una brano che attrae, e sollecita a farsi riascoltare e riascoltare ancora. Notevole e bellissimo, grazie per questa tua proposta che apprezzo molto.
Buon fine settimana, un abbraccio
Stefania
Grazie, Gus!! Franz Schubert è sempre sorprendente per ricchezza e profondità di accenti.
Buona giornata!
Vero, Stefania! C'è in questo brano una sorta di struggimento che si nota non tanto all'inizio, ma soprattutto nella parte finale dove il violoncello ci conduce in profondità.
Se poi hai ascoltato anche l'Andante con moto del quartetto "La morte e la fanciulla", questa sensazione è ancora più forte.
Grazie e un abbraccio di buon weekend!!
Ottimo cd! Ottima scelta!!
Stefano
Ho sentito il violoncello scavarmi dentro il cuore...
Grazie Stefano, e benvenuto qui!!!
Sì Giorgio, il timbro del violoncello è profondissimo.
Grazie!
Iniziare la giornata con questo brano conferisce profondità, intensità, spessore al tempo: sentire di essere accompagnati da grandi spiriti. Grazie. Un abbraccio.
Sì, cara Rossana, la musica ci accompagna nella nostra quotidianità dandole proprio "spessore", come scrivi, e consentendoci di entrare nella vita in modo più profondo e compiuto.
Grazie a te e un abbraccio di buona giornata!
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