sabato 23 gennaio 2021

A ritmo di Haendel

Prendo spunto per il post di oggi da un commento dell'amica blogger Rossana del sito "Persona e comunità", angolo di web di grande ricchezza culturale per i tanti temi trattati, a cominciare da quelli filosofici.
Facendo riferimento al brano di Schubert
che ho appena pubblicato, Rossana afferma infatti che iniziare la giornata con questa musica "conferisce profondità, intensità e spessore al tempo". Non solo, ma è anche  "sentire di essere accompagnati da grandi spiriti".

Non posso che essere d'accordo con lei e non solo per ciò che riguarda il compositore austriaco, ma anche per tanti altri artisti le cui note hanno il potere di raggiungerci nel profondo, restituendoci in qualche modo una percezione più viva di noi stessi e della realtà che abbiamo intorno.

Penso che molti di noi - se non tutti - sappiano bene che significa essere accompagnati dalla musica nell'esordio della propria giornata. Più volte ne ho già parlato tra queste righe, ricordando come certi brani sappiano esercitare un vero e proprio effetto terapeutico, regalando al nostro vivere una dimensione ora più profonda, ora più energica, ora più compiuta e luminosa.
E se le note non hanno il potere di modificare il contesto in cui ci muoviamo, esse entrano tuttavia in
gioco - come ricorda Rossana - conferendo "spessore al tempo", mentre il "sentire di essere accompagnati da grandi spiriti" ha l'effetto di cambiare noi stessi dandoci occhi per attraversare il buio, e uscirne.

Allora, sull'onda di queste considerazioni, oggi vi propongo un brano di Georg Friederich Haendel (1685 - 1759), pezzo brillante come un fuoco acceso a riscaldare e ravvivare la giornata. Si tratta del secondo movimento, "Allegro", del "Concerto in Si bemolle maggiore per organo e archi op.4 n.2 HWV 290". Per organo, sì: una composizione briosa per il particolare registro con cui lo strumento fa da solista e dialoga con gli archi.
Non è la prima volta che pubblico qui composizioni organistiche di Haendel: sono brani che amo intensamente per
il tono di gioiosa, esuberante vivacità che li contraddistingue. Ricordo sopra gli altri il  "Concerto op.4 n.4 HWV 292"  e l'ancor più famoso  "The cockoo and the Nightingale" HWV 295 : due tra gli esempi più festosi e scintillanti della produzione del compositore.

Ma ciò che vorrei sottolineare in essi, così come nel pezzo di oggi, è il ritmo: un elemento che mi pare significativo in molta musica barocca.
Consideriamo, a questo proposito, che tanti tra i pezzi che compongono le Suites
di questo periodo sono in realtà delle danze e - prima ancora delle note - ce lo suggeriscono i loro nomi: allemanda, corrente, sarabanda, minuetto, gavotta, giga, badinerie e via dicendo.
Sia Haendel che il suo grande contemporaneo Bach hanno composto celebri Suites
padroneggiando proprio i ritmi di tali danze, ritmi presenti tuttavia anche nell'anima di altre loro composizioni. E saranno poi i vari interpreti - nel tempo - a cogliere quest'anima, facendo affiorare in modo più o meno esplicito i tratti della sua straordinaria modernità.

Così accade che, anche in un Concerto come quello di oggi, ci siano passaggi nettamente scanditi e ritmati in cui l'organo ci regala accenti di grande leggerezza che vanno al di là dell'atmosfera solenne e maestosa che spesso ci si può aspettare da questo strumento.
Sembra davvero che Haendel si sia abbandonato a un'onda di musica più che mai
scorrevole e briosa, energica e lieve ad un tempo. Ce lo dicono anche le note ribattute, i frequenti trilli e abbellimenti che danno al brano quell'impronta di fresca vivacità tipica dello stile del compositore e ricca di sorridente eleganza.

Buon ascolto!                             

 

6 commenti:

Gus O. ha detto...

Il brano di Haendel ravviva davvero.
Ciao Annamaria.

Annamaria ha detto...

Sì Gus, Haendel ravviva! A me dà grinta soprattutto all'inizio della giornata e a volte penso che ogni brano dovrebbe avere una sua posologia come per le medicine, anche se poi gli effetti variano da persona a persona. Scherzo...ma non tanto!
Grazie e buona domaenica!

Rossana Rolando ha detto...

Meraviglioso questo brano di Haendel! Comunica gioia, intensità, bellezza, energia... E la tua sapiente presentazione aiuta a gustarlo.
Grazie anche per la riflessione condotta in dialogo ideale con me e con gli altri fedeli lettori dei tuoi post e per la gentile, generosa citazione del blog "Persona e Comunità". Un caro abbraccio.

Annamaria ha detto...

Grazie a te, Rossana, dello spunto che mi hai offerto!
Per il resto, musicalmente ho detto solo alcune semplici cose, atte in parte a spiegare la gioiosa vivacità di questo brano. Ho sempre amato la gioia insita nella musica di Haendel e la sua orchestrazione che spesso si avvale di impasti timbrici - se così si può dire - di grande freschezza.
Un grande abbraccio a te!

Stefano Villa ha detto...

ottima scelta, se non erro è una incisione storica.
Koopman ( noto sia come direttore d'orchestra sia come organista ) è sempre una garanzia.
ciao!!!
Ste

Annamaria ha detto...

Hai detto bene, Stefano: Koopman è sempre una garanzia!
Grazie!