domenica 15 marzo 2020

Donne col libro - 3

Ci sono a volte tratti somatici, magari anche minimi, capaci di parlarci in modo straordinariamente efficace della personalità di un individuo: le dita, le mani, l'incarnato del volto, le labbra.
Esprimono sensibilità o freddezza, pignoleria o superficialità e via dicendo; possono raccontare intere vicende esistenziali, o farcele soltanto immaginare...
Se poi ad osservare non è lo sguardo di una persona qualunque, ma l'occhio attento di un pittore, allora anche un semplice tratto fisico potrà rivelargli dimensioni nascoste che la sua mano esperta porterà sapientemente alla luce.

È il caso del dipinto dell'olandese Gerrit Dou (1613 - 1675) intitolato "Donna anziana che legge la Bibbia" o anche "La madre di Rembrandt", poichè si pensa che, ad esservi ritratta, sia proprio la madre dell'artista nello studio del quale Dou aveva lavorato all'inizio della sua carriera.
Gerrit Dou: "Donna anziana che legge" Rijksmuseum, Amsterdam
Concentrato, attento, silenzioso, così come il viso ancora fresco sulle guance e qua e là attraversato invece da rughe, il profilo di questa donna mi pare molto espressivo e sa raccontarci parecchie cose. 
Affiora da un fondo scuro in cui - a somiglianza di tanta ritrattistica del Seicento - mancano i segni di una sia pur minima ambientazione.
Eppure, proprio da questo trae rilievo il minuzioso realismo della rappresentazione, insieme alla capacità introspettiva dell'artista.
Seria e quasi severa, nel suo pesante mantello bordato di pelliccia così come il copricapo trattenuto da una fascia, la donna ha in mano un libro voluminoso dove la fitta scrittura è interrotta da un disegno, probabilmente ad illustrare un episodio biblico.
Colgo la sua concentrazione da una serie di particolari: la rete di sottili rughette che s'increspano intorno agli occhi, il labbro inferiore un po' sporgente, forse a indicare una certa tensione nella lettura, o forse per la labioschisi da cui era affetta. Ma da tutta la persona traspare anche un profondo senso di ordine e di compostezza. Me lo rivela un solo, significativo dettaglio: quella spilla tondeggiante sull'abito chiaro, unico, sobrio gioiello.

Rembrandt: "La profetessa Anna" - Rijksmuseum, Amsterdam
Una donna colta e benestante, dunque, ma dedita anche ad una vita di lavoro, come ci rivela la sua mano robusta. 
Potrebbe essere davvero un'anziana madre, una persona semplice e pratica che impegna il suo tempo nella cura dei familiari, ispirando il proprio comportamento ai valori indicati dal testo biblico.

Scopriamo così che, ancora una volta - dopo le numerosissime rappresentazioni medioevali e rinascimentali della Vergine Maria - la pittura ci consegna altre immagini di donne col libro.
Compare infatti nel Seicento, accanto a quella precedente, un diverso tipo di iconografia che proprio col libro per eccellenza - la Bibbia - raffigura tuttavia donne anziane.
È Rembrandt van Rijn (1606 - 1669) in particolare, insieme ad alcuni pittori della sua cerchia, a farle oggetto dei suoi quadri. 
Per esigenze di brevità, riporto solo due esempi: "La profetessa Anna" e "Donna anziana che legge", titoli che - in realtà - sottintendono sempre la rappresentazione della madre dell'artista.

Anche in questo caso, le figure emergono dal buio ed è la luce - in un contrasto di sapore caravaggesco - a farne affiorare i tratti. 
Ma se nel quadro di Gerrit Dou tale contrasto risulta smorzato, in Rembrandt è forte, e la luce - più che sul volto delle donne - si focalizza sul libro. Bellissima, nel primo esempio, quella mano rugosa che vi si appoggia, forse per aprire meglio la pagina o forse in segno di cura per il testo, quasi fosse una carezza!

Rembrandt: "Donna anziana che legge" (coll. privata)
Proprio il libro è infatti il centro delle varie opere: talora scritto in ebraico - come emerge dal particolare de "La profetessa Anna" - talaltra enorme, quasi sproporzionato rispetto all'insieme, come si osserva in questo dipinto a lato.
Qui, della donna chiusa nel mantello scurissimo di una semplicità monacale, emerge solo il viso totalmente assorbito nella lettura, in un clima raccolto e profondamente meditativo che ricorda anche altre composizioni di Rembrandt.

E per passare alla musica, mi piace associare a queste immagini un brano di Francois Couperin (1668 - 1733). Si tratta de "Les ombres errantes" tratto dal XXV ordine e IV libro dei "Pieces pour clavencin".  
Il pezzo, qui trascritto per pianoforte, si dipana lento e fonde leggiadrìa a solennità. Se infatti da un lato ci regala le frequenti fioriture e gli abbellimenti tipici dello stile del compositore francese, dall'altro è caratterizzato da una compostezza talora severa che mi pare possa armonizzarsi con il clima di attenta meditazione di questi dipinti.

Buon ascolto!

10 commenti:

Claudio Capriolo ha detto...

E' sempre un piacere ascoltare il Couperin di Tharaud.
Grazie per l'articolo, che ho gradito molto.

Annamaria ha detto...

Bella questa sintonia musicale!
Grazie, Claudio, e benvenuto qui!

eglissima egle ha detto...

Bellissimo il tuo commento suo dipinti che hai postato e, come tua abilità di sempre, sei riuscita a trovare il pezzo di Couperin di Tharaud che li accompagna meravigliosamente.

Grazie, cara.
Un abbraccio.

egle

Annamaria ha detto...

Pensavo fosse più difficile, cara Egle, trovare un brano adatto a questo post. Invece Couperin - e Tharaud - me ne hanno offerto subito lo spunto.
Grazie e buona serata!!!

Carmine ha detto...

Livello sempre altissimo dei tuoi post, la grande capacità ci coniugare l'arte pittorica e arte musicale in un tema unico per nulla banale.

Annamaria ha detto...

Sei molto gentile, Carmine, e ti ringrazio di cuore. Ma io non faccio altro che mettere in evidenza la bellezza che altri - pittori e musicisti - hanno creato. E ti assicuro che è un lavoro appassionante che mi dà una grande gioia!
Ti abbraccio!!

Stefyp. ha detto...

La dolcezza composta, quasi intimistica, di questo brano ben si abbina a quella dei dipinti che come è tuo solito hai saputo leggere in maniera eccellente, notevoli nel loro genere per espressività e tratto.
Carissima Annamaria, bellissimo post, grazieee.
Un forte abbraccio e buon pomeriggio, Stefania

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Stefania! Mi avevano colpito molto questi dipinti proprio nei loro particolari che mi sono parsi subito rivelatori di tante cose! Sai quando un'immagine ti parla? Ecco!
Ti abbraccio forte e ti auguro buona serata!!!

Arrigo Lupo ha detto...

Elisabeth e François. Elisabeth Jacquet de la Guerre è vissuta nello stesso periodo di François Couperin. Non so se si conoscevano di persona. Lei pubblicò i suoi lavori per clavicembalo molto prima di lui, iniziando nel 1687 e la sua musica è più vicina a quella dei predecessori di François.

Annamaria ha detto...

Grazie mille, Arrigo, di queste notizie che non conoscevo. Interessante il lavoro, spesso dimenticato, di tante compositrici. Buona giornata!