"Le bistrot" |
Ricordate il treno nei dipinti di De Chirico?
Quel trenino sbuffante che compare all'orizzonte di tante sue piazze famose, in apparenza senza alcun nesso col resto, ma che rimanda a un dato autobiografico? Ecco! Ma potremmo citare anche Ottone Rosai con i suoi vicoli sempre il curva, o Cézanne con il Mont Sainte-Victoire e altri ancora.
"Pomeriggio di giugno" |
Forse l'immagine inconscia di un luogo familiare, un ambiente visto e sognato che ritorna magari attraverso un semplice richiamo, o tutto ciò sottintende un senso più profondo?
"Scompartimento C, Carrozza 293" |
Sembra infatti che Hopper, nel delineare la realtà circostante, lo inserisca con naturalezza quasi inconsapevole, come se la presenza del ponte facesse parte del suo immaginario.
"Le Quai des Grands Augustins" |
Tuttavia non intendo addentrarmi in un discorso che mi porterebbe lontano, ma solo osservare i ponti che l'artista ha raffigurato nei loro colori, forme ed effetti.
"Le Pont des Arts" |
Troviamo ponti di pietra dal massiccio spessore e strutture in ferro più aeree e snelle che Hopper rappresenta con tratto veloce; vi sono colori chiari e forme semplici, così come costruzioni più articolate e pesanti dove l'ombra prevale sulla luce.
Si va dalla levità di alcune opere come "Le bistrot", "Pomeriggio di giugno" e "Les Pont des Arts", fino alla cupa atmosfera di "Bridge in Paris".
"Bridge in Paris" |
Rispetto agli altri, oltre al colore e ai materiali, cambia infatti anche il punto di vista che, dal basso, ce ne offre una visuale diversa e carica di mistero.
"Bridge on the Seine" |
Osserviamo, per esempio, il bellissimo "Le bistrot". Al di là delle due figurette intente a bere in un angolo, è proprio la solitudine a campeggiare nel paesaggio totalmente deserto. Colori chiari, certo, ma anche un clima di indefinita malinconia e un orizzonte quasi vuoto: la strada, il fiume, il ponte con quei quattro alberelli (cipressi?...) agitati da un vento leggero e un taglio obliquo che mi ricorda un po' i quadri di Munch nella loro inquietudine.
"Queensborough Bridge" |
Ma del resto, un ponte è già di per sè un elemento incompleto perché la sua presenza rimanda ad altro: ad acqua che scorre sotto le sue arcate, a necessità di collegamenti e al fermento di vita sulle rive che esso unisce.
"Manhattan Bridge" |
Allora, in omaggio al clima di queste opere e insieme a quanto di parigino alcuni dipinti rappresentano, oggi vi propongo un brano di un compositore francese.
Si tratta di Erik Satie (1866 - 1925), precursore del minimalismo e iniziatore di quella che viene chiamata musica d'ambiente poichè l'atmosfera da essa creata viene considerata quasi più importante della musica stessa.
Il genere è nuovo e avrà poi fortuna nel corso del Novecento: famosissime a questo proposito le sue "Gymnopedies" e le "Gnossiennes" inserite anche nella colonna sonora in alcuni recenti film.
Il pezzo che ho scelto è la "Gnossienne n.1 in fa minore" prima di una serie di sette composizioni per piano solo. Resta un po' un mistero l'origine di questo titolo coniato dallo stesso Satie, forse con riferimento al termine greco gnosi.
La sua struttura è semplice, ma il tono minore, le frequenti ripetizioni del tema e alcune affascinanti dissonanze possono lasciare una percezione di smarrimento e di indefinita malinconia.
Buon ascolto!
(I dipinti di Hopper qui riportati sono tutti conservati presso il "Whitney Museum of American Art" di New York, ad eccezione di "Scompartimento C, carrozza 293" che si trova alla Collection IBM Corporation e "Queensborough Bridge" in una collezione privata)
N.B. Se avete l'impressione che la musica non si senta, niente paura! Il brano comincia a 0,24 dall'inizio della clip video. Occorre un pochino di pazienza, ma poi questa interpretazione ci ripaga. Grazie!!!
6 commenti:
Mia adorabile amica il tuo post ci fa capire come spesso siamo distratti da molte raffigurazioni ricorrenti nei dipinti di vari artisti. Sinceramente non conoscevo questo pittore, ma le sue opere devo dire mi hanno impressionato, quasi un sogno tra la realta' dell'unione del ponte e la fantasia che questo esista nella realtà.
La cosa che mi ha disturbato è la mancanza del suono che non ho potuto sentire sulla scelta del tuo pezzo..andrò ad ascoltarlo su youtube.
Abbraccio da stritolo
Cara NELLA, sono andata subito a controllare: il suono si sente ed è molto nitido. Il fatto è che il brano comincia a 0,24 dall'inizio della clip video. E' questo il problema. Me n'ero accorta ma ho dimenticato di segnalarlo ai lettori. Ora lo faccio.
Grazie di avermelo detto.
Abbraccio da stritolo a te!!!
Molto suggestiva la scelta dei dipinti di Hopper in base alla presenza del ponte. Nella solitudine sospesa e alienata delle rappresentazioni di questo pittore mi pare difficile che la figura del ponte possa richiamare i significati metaforici dell'unione al di sopra della divisione e della composizione al di là della frattura. Anche il ponte sembra essere un elemento del paesaggio urbano destituito di ogni valore umano di fratellanza e comunicazione, simbolo piuttosto di una tecnica che ha allontanato l'uomo da se stesso e dagli altri.
In questa prospettiva l'idea del ponte come incompletezza - invocazione muta di un'armonia impossibile - mi pare molto interessante.
Il brano musicale lascia davvero "una percezione di smarrimento e di indefinita malinconia", in piena sintonia con la scelta pittorica.
Grazie di questo post elaborato e profondo.
Un abbraccio.
Mi fa piacere, cara Rossana, che la musica ti sia parsa in sintonia con le immagini, perché stavolta, dopo aver scelto di getto il brano e averlo pubblicato, avevo avuto qualche perplessità.
Quanto ai ponti di Hopper, la loro incompletezza sembra proprio una sorta di implicita invocazione, quasi un desiderio di compimento. Me lo dicono anche le linee oblique che troviamo spesso in tanti dipinti e che rimandano ad un altrove.
Grazie e un caro abbraccio!!!
Il ponte...sembra quasi che i quadri di Hopper rivelino i paesaggi dell'anima.
E in questo paesaggio trovo il mio amato Satie.
Per mesi ho ascoltato le sue "gymnopedies"...per mesi con loro ho vissuto momenti indimenticabili.
Il tuo post rappresenta un dono meraviglioso!
un grazie infinito
Adriana
Grazie a te, Adriana! La pittura di Hopper scava proprio nell'anima dietro l'apparenza dei paesaggi quotidiani.
Un abbraccio!!!
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