sabato 7 aprile 2018

Meraviglioso Vivaldi !!!

Beato Angelico: "Incoronazione della Vergine" (particolare)
Meraviglioso Vivaldi, sì!!!
E non solo per il timbro inconfondibile di tanti suoi brani o la struggente malinconia di altri; o ancora per la vena descrittiva delle "Quattro stagioni" e dei vari concerti dove l'armonia imitativa si dispiega in mille modi.
Ma meraviglioso anche per la drammaticità profonda, per il tocco lieve e al tempo stesso intensissimo col quale il compositore si è accostato a certi eventi cogliendone l'anima.
Sto pensando al brano dallo "Stabat Mater" RV 621 che ho pubblicato qui lo scorso Venerdì Santo e sul quale vorrei tornare brevemente, per sottolinearne la sublime bellezza. Andate a riascoltarlo, per favore.

"Eja Mater, fons amoris..." Oserei dire che nel dolore di Maria sotto la croce Vivaldi si è letteralmente inabissato, tentando di interpretare ed esprimere in note ciò che - in realtà - esprimibile non è. Ci sono infatti dimensioni esistenziali di cui la grandezza dell'arte sa essere specchio luminoso e altre che - al contrario - può solo adombrare. E il dolore di Maria è un oceano senza fondo.
Eppure, il desiderio espresso dal testo di condividere tale sofferenza - "me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeat" - si traduce per il compositore in un cammino simile a quello di chi si avventura sottoterra, nel buio, tra anfratti di rocce scabre, in un percorso sconosciuto dove la Madre si addentra seguendo il Figlio. E noi con Lei. 
È proprio qui, infatti, che la musica ci conduce attraverso sentieri tortuosi, per sorprendenti e inusitati cambiamenti di tonalità, ritmati dal violino con due note di fondo ripetute, secche, quasi sferzanti, di un'ineluttabilità che non lascia scampo.
Ma l'incanto di questo pezzo è sottolineato anche dalla straordinaria voce del controtenore Philippe Jaroussky che conferisce al brano una purezza ineguagliabile, quasi fossimo condotti a sfiorare il cuore di Maria.

Così, oggi ho scelto di nuovo un brano di Vivaldi, ma - questa volta - segnato dalla gioia, come si addice al tempo liturgico che stiamo attraversando.
Si tratta del "Laudate Dominum" RV 606, mottetto sul testo del Salmo 116 (117) col quale - tra gli altri - si sono misurati anche Monteverdi, Haendel e Mozart.
Mi ha colpito molto questa composizione, non solo per la vivacità e l'energia che si addicono ad un canto di lode, ma anche per un aspetto a mio avviso singolare. Diversamente da ciò che di solito si osserva altrove, il brano è giocato prevalentemente in tonalità minore e non maggiore come ci si aspetterebbe dal tema cui è dedicato.
Ad eccezione infatti di alcuni passaggi e dell'accordo finale, il pezzo è impostato in re minore e la luminosa assertività tipica dei toni maggiori è recuperata qui dalla trascinante vivacità del ritmo e da una tensione capace di far scaturire la gioia anche dagli anfratti più ombrosi della musica.
Un'esortazione, insomma, all'intensità della lode "quoniam confirmata est super nos misericordia eius", che mi sembra bello pubblicare proprio oggi, vigilia della Festa della Misericordia.
  
"Laudate Dominum omnes gentes
laudate eum, omnes populi.
Quoniam confirmata est
super nos misericordia eius,
et veritas Domini manet in aeternum.

Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto,
sicut erat in principio, et nunc et semper
et in saecula saeculorum.
Amen." 

Buon ascolto!

10 commenti:

frida ha detto...



Suggestivo il brano di Vivaldi che hai scelto e ( come sempre ) molto dotto il commento che lo accompagna e che ci aiuta ( almeno me ) a cogliere meglio i vari passaggi dell'opera e ad essere un po' più prepara nell'ascolto.
Certo però che è stano : pur essendo assolutamente d'accordo con te sulla bellezza, la profondità e la varietà di temi e di toni di questo autore, ad un ipotetico interlocutore che mi chiedesse se Vivaldi è il mio compositore preferito, probabilmente risponderei di no.
Ma è un fatto che, quando devo scegliere un brano di musica classica per accompagnare un post, mi accorgo ( a posteriori) che la mia scelta cade quasi inevitabilmente ( o molto spesso ) lì e ho cercato ci capirne le ragioni.
Credo che di altri compositori ( anche di epoche diverse ) io sia affascinata a volte dalla particolarità e drammaticità della vita oltre che dalla bellezza dell'opera e dalla bravura nella composizione, cosa che non mi accade con la biografia del " Prete Rosso".
Ma qui cadiamo in un giudizio soggettivo ( che spesso non ha niente a che vedere
con la tecnica e la competenza dell'autore ).
Ma un brano di musica, così come un quadro o una poesia ( e ogni altra forma di arte ) non contengono forse in sé suggestioni che vanno ben oltre il piacere immediato dei sensi, andando a colpire la nostra soggettività nella sua oscura e misteriosa profondità ?
Ad ogni modo, un grazie sentito per le tue scelte ( che sono frutto di un lavoro competente, oltre che di grande passione ).

Annamaria ha detto...

Grazie, Frida, di questo commento così ampio e articolato!
A dire il vero, succede anche a me: se mi chiedessero il mio compositore preferito, di primo acchito neppure io citerei Vivaldi, anche se rientra certamente nel gruppo di compositori che amo perchè la sua musica sa toccare tutte le corde del cuore. Ma le motivazioni di una scelta possono essere tante.
Detto questo, penso che la tua domanda alla fine del commento sia centratissima.
Il fascino di un brano di musica - come di un testo poetico o di un dipinto - può dare emozioni che vanno al di là di un semplice appagamento dei sensi. C'è in realtà un quid più sottile e profondo che va oltre la perfezione tecnica - che è sempre solo un mezzo - e ci raggiunge quando sa risvegliare in noi qualcosa di nostro, qualcosa che a volte neppure sappiamo di avere dentro, o di essere. L'arte ce lo rivela. Oserei dire che è una sorta di misteriosa empatia che si stabilisce tra noi e l'opera d'arte che in qualche modo diventa parte della nostra vita. Il discorso è complesso e non so se sono stata chiara.
Grazie di cuore!!!

frida ha detto...



Chiarissima. Ed è un discorso che mi piace e che ritengo importante ( specie per gli amanti di ogni forma d'arte coniugata all' analisi del profondo...).
Credo che avremo l'occasione di riparlarne.
Au revoir.

Annamaria ha detto...

Certo, ben volentieri!
Buon pomeriggio!!!

Anonimo ha detto...

Riferendomi a quanto è stato scritto sopra sulla capacità dell'arte in ogni sua forma di interagire con il nostro subconscio desidero citare Umberto Eco il quale dice (in sintesi):"Ogni testo scritto ha una vita propria. Il lettore che si sintonizza non è come una tabula rasa ma interagisce con le sue idee, sentimenti, precomprensioni e il significato inscritto nel testo,si amplia , si approfondisce e 'suona' in modo diverso. L'opera d'arte nasce sempre nel lettore".
Per rimanere nel tema del brano di Vivaldi da te proposto quando ascolto il celebre mottetto Cantate Domino di Haendel che viene eseguito soprattutto nel periodo natalizio si creano in me indefinibili sentimenti che non mi so spiegare e che mi portano a commuovermi certe volte fino al pianto !
Un forte abbraccio Rosi

Annamaria ha detto...

Ciao,Rosi, bello ritrovarti qui!
Concordo in pieno con quanto scrivi e con il pensiero di Umberto Eco. Chi si accosta a un'opera d'arte dialoga con essa, con il suo autore e spesso arricchisce e completa l'opera attraverso la propria sensibilità.
Grazie anche di questa tua sentita condivisione.
Ti abbraccio e ti auguro buona serata!!!

Anna Bernasconi Art ha detto...

Sarà che non so cogliere tante sfumature tecniche ma io non percepisco molto positivamente questo brano, se non negli ultimissimi secondi. O magari è solo che non è una musica nelle mie corde, ad esempio questo tipo di cori difficilmente mi affascina... eh va beh, mica può piacere tutto e mica si può riuscire ad entrare in tutte le atmosfere, anche quando si è aperti e curiosi. 😉 Alla prossima!

Annamaria ha detto...

Anna carissima, non preoccuparti assolutamente!!
La nostra reazione di fronte a un brano di musica non dipende sempre e solo dal possedere conoscenze tecniche che ci facciano "entrare" nel brano. Più spesso dipende dal momento, dall'abitudine all'ascolto o dalla sensibilità che varia da persona a persona e genera - com'è naturale - gusti diversi. E non tutto può piacere anche se si è aperti e curiosi come te.
Io, che pure adoro questa polifonia, anni fa non riuscivo ad ascoltarla e ho impiegato del tempo per gustare tanti pezzi di Bach che oggi mi entusiasmano.
Comunque, il motivo per cui non percepisci positivamente questo brano può dipendere anche dal fatto che - come ricordavo nel post - è spesso giocato in tonalità minore.
Tranne il luminosissimo accordo finale che tu hai colto benissimo!!!
Grazie e alla prossima!!!

Anna Bernasconi Art ha detto...

Ma allora sono stata proprio brava! 😁 Ecco, bisogna sempre arrivare fino alla fine, nelle letture come negli ascolti...
Grazie a te, a presto!

Annamaria ha detto...

Certo!!!
Buona domenica e un abbraccio!!!