San Pietroburgo: ponte mobile sulla Neva (foto presa dal web) |
Così, mi ritrovo sul web a guardare i panorami di svariate località, talora sognando itinerari del tutto improbabili - almeno per me - altre volte cercando mete più concretamente raggiungibili.
Spesso però, mi capita anche di ripercorrere attraverso le immagini lo splendore di luoghi già visitati e, in qualche modo, la gioia provata a suo tempo si rinnova.
Sono una che, se scopre un bel libro, ama rileggerlo tante e tante volte ritrovando con gusto trame, atmosfere e personaggi; se ascolta un brano di musica, può risentirlo all'infinito - ma questo già lo sapete - immergendosi in un clima ricco di emozioni. Lo stesso mi accade con certi luoghi già conosciuti che mi piacerebbe rivedere più volte, ma non potendolo sempre fare, mi accontento dei sogni e ad essi mi affido.
E' stato proprio guardando alcuni panorami di San Pietroburgo - dove mi sono recata tre anni fa - che ho trovato l'immagine nel riquadro, una foto che, per certi aspetti, m'incanta suscitando mille ricordi.
Suggestivo il cielo chiaro delle notti bianche quando il tramonto va a confondersi con l'alba, e il ponte mobile attraverso il quale si scorge il campanile della Fortezza di San Pietro e Paolo! Poi le acque della Neva che riflettono le luci della sera, così vicine da darci la sensazione di vederle da un battello, persi in mezzo alla vastità del fiume; e quelle nuvole, simili a un volo di uccelli dalle larghe ali che ci portano lontano...
Suggestione, storia e fascino di una città dai grandi spazi che prende il cuore con le sue drammatiche vicende del passato, la sua sofferenza, ma anche con la sua arte d'inarrivabile splendore.
Così, ho pensato di associare alla foto la musica di un compositore russo al quale dò il benvenuto su questo blog: Michail Glinka (1804 - 1857).
Dico la verità, non lo conoscevo se non di nome: ne avevo sentito distrattamente qualche brano tempo addietro, ma senza particolare attenzione. Poi - potenza del web! - pochi giorni fa quando ho pubblicato Shostakovic, seguendo le indicazioni che youtube ci offre sui video correlati, l'ho trovato di nuovo ma stavolta ho prestato ascolto.
Ho scoperto in tal modo il brano che vi propongo oggi.
S'intitola "The Lark" (L'allodola), decima delle dodici romanze raccolte proprio sotto il nome di "Farewell to St.Petersburg" (Addio a San Pietroburgo), forse su testi del poeta Nestor Kukolnik. Ma chissà se Glinka, pensando all'allodola, non avesse anche in mente la definizione di "messaggera dell'alba" che ne aveva dato Shakespeare...
Il pezzo, composto originariamente per voce e pianoforte ma successivamente trascritto da Balakirev per piano solo, è una piccola meraviglia che mi affascina. A prendermi è l'atmosfera che vi si respira e che mi ricorda da un lato la dolcezza di Chopin - direi in particolare il "Notturno n.20 in do diesis minore" che potete trovare qui - e dall'altro la profondità dell'anima russa con la sua attitudine talora malinconica, ma spesso anche fortemente appassionata.
Dopo un'introduzione lenta, scandita da pause, ma molto melodiosa, si apre un'aria pervasa di tristezza che Balakirev ha trasposto in si bemolle minore, prima enunciata con semplicità, poi sempre più ricca di abbellimenti che fondono espressività e virtuosismo.
Proprio tale crescendo conduce il brano dalla dolcezza iniziale a una progressiva intensità in cui le note sprigionano tutta l'energia possibile: un passaggio graduale da un romanticismo di stampo quasi chopiniano a una forza che porta con sé l'eco dell'anima popolare russa.
Bellissima infine l'apertura con la quale - in prossimità della conclusione e precisamente a 5,03 dall'inizio - dopo una serie di trilli sempre più accesi forse ad imitare il fremito d'ali con cui l'allodola si libra nel cielo, il brano passa in tonalità maggiore, il ritmo rallenta e la tensione si scioglie in pacata luminosità.
Buon ascolto!
16 commenti:
Cara Annamaria, grazie! Con il tuo Blog mi fai viaggiare nel mio mondo di ricordi. Quando un bel po' di anni fa volli trasferirmi da Milano ad un paesino della cintura milanese in una villetta con giardino, ero attorniata dalle allodole. Peccato che un vicino si mettesse sulla riva dell'affluente dell'Adda dove confinavano i prati e catturasse questi uccellini così belli e colorati. Glinka non lo conoscevo, ma la sua musica mi riporta al volo di queste alate bestiole. Bella la sua musica, che riporta proprio alle evoluzioni delle allodole.
Grazie ancora.
Un abbraccio per far volare la primavera.
egle
Cara Annamaria, mi hai fatto ripensare al mio viaggio a San Pietroburgo di tantissimi anni fa. Complimenti per il tuo modo di narrare e per la scelta del brano musicale.Buona Vita!
Condivido in pieno il pensiero oggi grazie alle nuove tecnologie si può anche viaggiare stando a casa e in compagnia di una buona musica come quello che selezioni per noi.
appena ho un attimo di tempo pubblicherò il viaggio a San Pietroburgo che ho fatto due anni fa, buona domenica
Sì, Egle, sembra proprio che le fioriture di note di Glinka, gli arpeggi e i trilli vogliano imitare il volo o anche il canto dell'allodola. E' un bellissimo brano che non mi stancherei di ascoltare!!!
Un abbraccio serale e grazie!!!
Cara EriKa, ti assicuro che quando ci sono stata, tre anni fa, San Pietroburgo mi è piaciuta moltissimo e così pure Mosca. Sono posti in cui tornerei anche subito per rivedere e rigustare con la dovuta calma luoghi e opere d'arte.
Grazie e un abbraccio!!!
E' vero Carmine! La tecnologia oggi ci aiuta moltissimo a fare certi viaggi anche seduti al computer....ma converrai che il tour virtuale ha sempre i suoi limiti.
Allora attendo di vedere il tuo resoconto di viaggio a San Pietroburgo: immagino che sarà un bellissimo post come sempre, ricchissimo di storia, arte, foto, gastronomia e folklore.
Grazie e a presto!!!
Ciao Annamaria, stavolta ho provato ad ascoltare il brano che ci suggerisci prima di leggerti e poi, leggendoti, ho ritrovato le mie impressioni e mi ha fatto piacere, mi pare d'aver capito un po' la musica anche se in modo superficiale, non con la conoscenza tecnica che tu hai. Ma il bello delle creazioni artistiche (musica e tutto il resto) è che possono essere apprezzate anche da chi non le conosce tecnicamente, lo dicevo di recente anche commentando un altro blog (non ricordo se ti ho vista anche lì, sul blog di Romualdo, "Arteggiando s'impara", nel dubbio ti suggerisco d'andare a curiosare): mi pare che un'opera abbia maggior valore se sa dire qualcosa anche da chi non l'ha studiata e non conosce le intenzioni dell'autore.
Certo, i titoli delle opere (o dei nostri post) qualche suggerimento lo danno ma si può sempre scoprire qualcosa in più, dettagli da vedere coi propri occhi, che siano colti o che vedano "con l'istinto".
Ah, per aggiungere ulteriore sintonia, in caso non bastasse quella emersa fino ad ora: ho passato l'ultima settimana alla ricerca del luogo di vacanza! :-D A settembre mi aspetta il Friuli, che già conosco ma poco e non vedo l'ora di continuare a scoprirlo.
Un saluto, a presto!
Ciao Anna, e grazie di queste tue osservazioni nelle quali mi ritrovo parecchio!
E' proprio vero: il bello della musica è che il suo linguaggio "arriva" nel profondo anche a chi non la sa leggere o non ha particolari nozioni tecniche, perchè le note toccano direttamente la sfera emotiva superando la difficoltà proprie di ogni linguaggio. Lo stesso vale per la pittura e il fascino delle forme e dei colori. Il discorso a mio avviso è meno applicabile alla scrittura vera e propria, dove gli strumenti per capire sono proprio necessari. E sono d'accordo con te sul fatto che un'opera d'arte abbia particolare valore se sa dire qualcosa anche a chi non l'ha studiata, anche se poi l'effetto dipende dalla sensibilità del singolo.
Detto questo però, penso che chi è davvero in grado di analizzare un'opera d'arte musicale - e attenzione che NON sto parlando di me, ma di chi ha frequentato conservatori ecc. - sia in grado di cogliere anche da un breve passaggio di note, caratteri e spessori che ad altri sfuggono. E lo stesso vale per chi ha fatto studi specifici di altre arti.
Grazie di questo tuo commento così stimolante. Non ero io sul Blog di Romualdo, ma sono andata a vederlo ed è davvero interessante.
E buon viaggio per quando andrai in Friuli...ma ancora c'è tempo!
È vero, certi aspetti sono ammirabili/capibili solo studiando ed è vero, alcune arti pongono barriere più do altre...
Lieta d'averti fatto scoprire un nuovo blog! Non ero certa se lo conoscessi o meno ma ero (quasi) certa che l'avresti trovato interessante.
Grazie ancora, cara Anna!!!
Cara Annamaria, è stato bello immergersi in quest'armonia romantica e per certi versi anche malinconica, lasciandosi trasportare dall'immaginazione...ogni movimento porta con sé un trasporto suo particolare: così come l'inizio sommesso fa pensare alla notte ancora sonnolenta, più avanti si percepisce nel crescendo il risveglio graduale della luce accompagnato dai trilli che annunciano il giorno e ancora per finire di nuovo un calando dell'avvenuta mutazione. Il punto di forza sta proprio in quei movimenti di note che stanno ad indicare quelli della luce e dei colori che sono propri dell'alba e al volo delle allodole che ne annunciano la nascita. Molto suggestivo e davvero bello!!
Non ho mai avuto il piacere di visita San Pietroburgo personalmente, ma credo un po' di essermela immaginata, soprattutto ho percepito nel brano, proprio la melodia di altri brani Russi.
Grazie per questo piccolo momento di piacere.
Serena giornata a te, e un forte abbraccio, Stefania
Grazie, cara Stefania, del tuo commento che aggiunge preziose e indovinatissime osservazioni a quelle del mio post!
San Pietroburgo è meravigliosa e puoi immaginare come mi abbia colpito la notizia dell'attentato di ieri in metropolitana...anche perchè, se visiti una città, diventa in qualche modo un po' tua e ti resta dentro.
Un abbraccio grande!!!
complimenti per il sito web.
Buona fortuna e tanti saluti dall´Hotel Plan de Corones:-)
Gina
Grazie di cuore, Gina, e buona serata!!!
Il linguaggio della musica è un linguaggio universale e le tue scelte esprimono questo grande dono!
E' un piacere seguirti
Un grazie sincero
Adriana Pitacco
natipervivereblog.com
Grazie di cuore, cara Adriana!!!
Ho cercato di entrare ancora nel tuo blog, ma dopo l'ultimo post che avevo commentato dove parli anche di Renoir, non vedo più nulla. Non so se non hai più pubblicato e se sono io che non riesco ad aprire la pagina giusta.
Comunque grazie ancora di tutto!!!
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