Cantina dell'Abbazia di Eberbach (Germania) |
Un po' come quando capita di visitare il caveau di un museo in cui sono conservate opere di rara preziosità.
Ho in mente, per esempio, la stanza blindatissima del Museo di Magonza nella quale è custodita la famosa "Bibbia" di Gutenberg, primo esemplare di libro a stampa; o la biblioteca del Museo Condé nel Castello di Chantilly, dove si trovano gli originali delle miniature col "Ciclo dei Mesi" dei Fratelli Limbourg.
Ma penso anche alle cantine di certi castelli, abbazie o aziende vinicole di antica tradizione che mi è capitato qualche volta di visitare in Germania e in Francia, oltre che in Italia, dove sono conservati pregiatissimi vini di annata.
Ecco, la musica di Bach per me è così e spero che il compositore mi perdoni se, dopo aver citato raffinate opere d'arte, lo paragono a un vino! Ma non è un modo per svilirlo, al contrario! Il vino infatti è parte della nostra quotidianità e al tempo stesso suggella i momenti più importanti della nostra vita: riscalda, corrobora, rallegra, rianima, distende, apre alla confidenza....e non dimentichiamo che, anche nei Vangeli, è segno di festa, offerta e sacrificio rivestendo significati tutt'altro che secondari.
Un vino purissimo quello che Bach ci offre sempre e in particolare oggi con un brano che ci conduce dritti in Paradiso, tale è la sua multiforme bellezza.
Si tratta del Mottetto in mi minore BWV 227 "Jesu meine Freude" (Gesù mia gioia), da non confondere con cantata bachiana BWV 147, molto più conosciuta e dal titolo in parte simile, "Jesu bleibet meine Freude".
Il Mottetto si compone di undici movimenti all'interno dei quali si susseguono svariati corali e nella parte centrale una doppia fuga.
Scritto nel 1723 probabilmente in memoria di una facoltosa signora di Lipsia, il pezzo in realtà va al di là della commemorazione funebre, presentandoci contenuti di straordinaria ricchezza e varietà. Il testo, con disposizione simmetrica, alterna strofe di un lied di Johann Franck che risale al 1650, a cinque versetti della Lettera di San Paolo ai Romani.
Vi si parla di Gesù come gioia, vita e conforto, protezione dal peccato e liberazione dalla morte, aiuto saldo contro i nemici da contrapporre a tutto ciò che nell'esistenza è invece vanità. Solo una totale confidenza in Lui e nel suo Spirito può salvare l'uomo dalle insidie del maligno.
Ne deriva una composizione sublime che può accompagnarci opportunamente in questa Domenica del Palme e nella settimana di Pasqua che ci attende.
Sul piano musicale, è una sintesi altissima di tutto ciò che può costituire lo splendore della polifonia, uno splendore, a mio avviso, particolarmente esaltato dall'interpretazione dell'ensemble "Vocalconsort Berlin" che potete ascoltare qui.
Il brano è lungo - forse il più lungo che abbia mai pubblicato su questo blog - ma niente paura! La sua bellezza ci pervade ugualmente anche se lo ascoltiamo poco per volta, a piccoli sorsi, centellinandolo, assaporandolo come si fa con un vino prelibato per gustarne fino in fondo la corposità o apprezzarne il bouquet e permettere che la sua forza ci corrobori diventando parte di noi.
Allo stesso modo queste note possono diventare nostre, vero possesso e ricchezza per il futuro, andando a sedimentarsi piano nel profondo, toccandoci ora con l'intensità di un'aria, con la vivacità di una fuga, ora con la fusione delle diverse voci in un' armonia che risplende anche nel più semplice accordo.
Un brano da sentire e risentire a lungo, senza fretta: dal suo luminoso angolo di Paradiso, Bach è paziente e ci sorride!
Buon ascolto!
12 commenti:
Credo proprio che Bach non possa offendersi. Il paragone col vino è superlativo, il buon vino lo si gusta come la buona musica, lo si beve concentrandosi sul suo sapore divino così come la musica richiede l'attenzione totale. Ottimo connubio.
Buona domenica, cara Annamaria.
Grazie Ambra! Sì, anche il vino, per essere degustato, richiede tempo e attenzione come la buona musica, e come questa, agisce in noi.
Buona domenica a te!!!
Cara Annamaria
sei proprio ''di...vina'' a scegliere i brani migliori di Bach!
Ti devo confessare che questo lungo brano l'ho apprezzato molto e l'ho risentito due volte. Veramente rilassante!
Approfitto per farti gli auguri di Pasqua a te e famiglia.
Un abbraccio, Stefano G.
Raffinato , ma pericoloso accostarsi a Bach..o lo vivi fino in fondo o lo abbandoni. Un po' come il vino .O lo assapori gustandolo o lo tracanni senza nessun godimento.
E questo tuo scritto insieme al tuo pezzo , è tutto da godere..Buona serata amica mia e abbraccio stritolante!
Grazie, Stefano, mi fa molto piacere che tu abbia gustato - è proprio il caso di dirlo - fino in fondo questo grandioso pezzo di Bach!!!
Grazie anche degli auguri pasquali che ricambio con affetto a te e famiglia!!!
Come hai ragione NELLA mia!!! Bach va vissuto fino in fondo, con lui non ci sono mezze misure, se ti prende te ne innamori....
Grazie e buona serata a te col nostro abbraccio stritoloso!!!
E' proprio giusto questo pezzo di Bach in una giornata in cui Bruxelles è lastricata di morti senza perché e il cuore piange lacrime di sangue.
Grazie Annamaria. Sono molto triste per quello che sta accadendo e mi fermo qui.
Grazie di esserci.
Ti abbraccio.
egle
Anch'io non ho parole, cara Egle, di fronte a tutto questo orrore...
Ti abbraccio forte e grazie a te!!!
Bellissima scelta che, nonostante la relativa lunghezza, ho ascoltato con piacere fino in fondo. Non voglio essere mica bacchettata da Bach (scusa il gioco di parole!) che mi guarda da lassù! Bacio forte, carissima!
Felice del tuo ascolto, cara Silvana....e Bach ancora più di me!!!!
Grazie e un bacione!!!
E così imparo che esiste il mottetto "musicale". Io avevo sentito nominare solo "su mutettu" che dovrebbe essere improvvisazione poetica tipica sarda.
Mi piace anche l'accostamento al vino, io ho capito in pieno ;)
Grazie del tuo commento, cara Elle! Sono felice che il paragone col vino ti sia piaciuto. A presto!!
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