"Il mio amico giardiniere", un film di grande delicatezza, una di quelle pellicole da gustare con calma, nel clima un po' pigro di un pomeriggio quasi estivo, quando si desidera che le immagini non ci feriscano, ma ci parlino con la loro riposante serenità infondendocela in cuore.
Qui, il regista Jean Becker ci conduce nella provincia francese, in un ambiente nel quale i ritmi scorrono lenti, senza affanno, e le vicende s'intrecciano attraverso squarci di una quotidianità fatta di riposante concretezza.
Non sta a me fare la recensione di questa pellicola del 2007 già ampiamente conosciuta e commentata dalla critica, tuttavia mi piace sottolinearne alcuni aspetti che, rivedendo il film, ho particolarmente apprezzato.
E' la storia di un'amicizia ritrovata dal tempo dei banchi di scuola e ricostruita dai due protagonisti nel segno di una graduale condivisione dei rispettivi percorsi di vita, diversi per condizione sociale, relazioni ed esperienze vissute.
L'uno è pittore affermato nel contesto di una Parigi borghese, l'altro ferroviere in pensione e ora giardiniere in un paesetto di campagna; il primo in crisi coniugale e compositiva, il secondo - al contrario - appagato della propria vita semplice e abitudinaria.
Il loro incontro casuale nasce dalla necessità del pittore di sistemare ad orto un terreno della vecchia casa di famiglia. Prende così il via una vicenda semplice e affascinante, scandita dalle fasi di crescita delle verdure e insieme dall'approfondirsi della conoscenza tra i protagonisti.
Del prato e Del quadro - come i due amano soprannominarsi - entrano in progressiva familiarità condividendo ricordi e confidenze gradatamente più personali. Si crea così un rapporto fatto di sensibilità e concretezza nel reciproco scambio di ciò che a ciascuno sta a cuore: dal modo di dipingere un quadro allo splendore della grande arte del Louvre, dalla scelta di una falce per il prato alla bellezza di un orto ben curato o di cavolfiore coltivato come fosse un gioiello.
Ne deriva un racconto in cui il regista fonde mirabilmente leggerezza e profondità, delineando attraverso la semplicità di parole e gesti quotidiani la storia di un'amicizia capace di cambiarci dentro.
Nonostante un'ombra di malinconia pervada la vicenda e il riferimento alla morte vi ricorra come un leitmotiv lieve ma costante, la narrazione non è priva di qualche tocco di umorismo a proposito di tanti ricordi comuni ai due protagonisti. Vi s'intrecciano passato e presente, tragico e comico, schiettezza insieme a qualche pudore, temi esistenziali appena accennati ed altri più leggeri, come in realtà accade nella vita di tutti i giorni dove i grandi interrogativi s'intrecciano alle contingenze quotidiane. Ed è questo uno degli aspetti a mio avviso più affascinanti della pellicola.
Ma anche dove - con la malattia e l'appressarsi della morte del giardiniere - i temi si fanno più forti, ho apprezzato la mano sempre discreta del regista nel delineare la vicenda, lasciando sottintesa la piena dei sentimenti e facendola decantare nella concretezza dei dialoghi: la morte vista nell'immagine della "grande carpa" e la vita nella crescita sempre più rigogliosa dell'orto.
E infine - vero suggello all'amicizia ritrovata - le sequenze conclusive in cui sarà poi il pittore a fare delle verdure l'oggetto dei propri quadri, a prendersi cura dell'orto e forse anche a ritrovare serenità in se stesso e nelle proprie relazioni familiari.
Il film è l'adattamento cinematografico del romanzo di Henri Cueco "Dialogue avec mon jardinier", ma a mio avviso - per certi aspetti - potrebbe essere stato ispirato anche da Philippe Delerm, per l'attenzione poetica al mondo del quotidiano delineato con tocchi lievi e pennellate leggere, quasi alla Monet.
E la suggestione della pittura impressionista mi pare torni spesso nel corso della narrazione: dalla scena in cui i due amici sono in barca a pescare, a quella in cui il pittore dipinge "en plein air" in giardino.
Bravissimi gli attori nel rendere l'atmosfera pacata fatta più di dialoghi, di sguardi e di sottintesi che di vera e propria azione. E oltre ai due protagonisti - Daniel Auteuil e Jean Pierre Darroussin, mostri sacri del cinema francese - mi piace ricordare, sia pure nel ruolo secondario di moglie del giardiniere, Hiam Abbass, intensa attrice palestinese protagonista tra l'altro di splendidi film tra i quali "Il giardino di limoni" e "L'ospite inatteso".
Infine la colonna sonora.
Un commento musicale sobrio quello di questo film, che lascia molto spazio al silenzio e ai suoni della natura per aprirsi a un intenso squarcio verdiano con il Coro del Nabucco e - vero colpo d'ala proprio nel finale - all'incanto di Mozart.
E' infatti la quieta luminosità dell'Adagio dal "Concerto per clarinetto in La maggiore K.622" a commentare le ultime sequenze della pellicola, le più drammatiche in realtà.
Ma Mozart ci accompagna con una dolcezza che suggerisce una visione serena anche della morte, mentre la mirabile soavità di questa musica stempera ogni durezza consentendoci di cogliere più intensamente lo spessore della narrazione.
L'Adagio si apre con un tema delicatissimo e così sognante che sembra trasportarci in un universo di pace, mentre il canto del clarinetto ci avvolge gradatamente col suo suono morbido e affascinante.
E lo sguardo di Mozart si posa su di noi luminoso e terso, dolce e pensoso, a rasserenare il cuore svelandoci pacatamente la ricchezza nascosta in ogni angolo della nostra quotidianità.
Buon ascolto!
12 commenti:
dopo una recensione bella come questa non si può fare a meno di vedere il film!!!
Buona settimana Annamaria
Sì, Luigi, a mio avviso, vale davvero la pena vederlo.
Devo dire che non tutta la critica è concorde nel giudizio positivo su questo film e alcuni lo trovano banale e pieno di luoghi comuni. A me invece - rivedendolo per la seconda volta - è piaciuto ancora di più....Mi saprai dire.
Buona settimana a te e GRAZIE !!!
Brava come sempre dolcezza mia, a scegliere temi così raffinati e delicati uniti a questa musica realmente da sogno, dove pace e serenità si mescolano assieme...
Ho visto questo film, mi piace la lentezza delle pellicole francesi e inglesi, cosa non gradita a molti. Ma penso che proprio vagare su certi particolari ci faccia ancora più apprezzare la bellezza del tutto.
Abbraccio da stritolo amica cara!
Infatti, cara la mia NELLA, sono proprio i particolari che a volte ci fanno apprezzare la bellezza del tutto. E hai ragione a citare, oltre ai francesi, anche i film inglesi: nonostante l'atmosfera sia diversa, il ritmo pacato di certe pellicole è affascinante. Penso per esempio a un regista come James Ivory, ma non solo.
GRAZIE e un abbraccione serale!!!
Non ho visto questo film anche se grazie alla tua recensione (fatta benissimo!) e alla musica già mi sento trasportata nella sua atmosfera...non mi rimane altro che cercarlo quindi, perchè non credo che nei cinema che frequento, comprese le arene estive,lo daranno più, dato che sono trascorsi un po' di anni dalla sua uscita. Il tema dell'amicizia è sempre molto interessante, perchè è un sentimento irrinunciabile. Ti auguro una buona settimana, Annamaria!
P.s. Simpaticissimo il post sulla montatura degli occhiali...per la prossima però devi osare il colore e fregartene dei consigli dell'ottico!
Sì, cara Ninfa, è passato del tempo e questo è un film che dovrai cercare in videoteca, a meno che non lo ridiano in tv. Se riesci a vederlo, poi mi darai il tuo parere.
Buona settimana a te, carissima, e un abbraccio!!!
P.S....Hai perfettamente ragione!!!
Il film non l'ho visto, in compenso questo capolavoro di Mozart sì, e il movimento che ci hai regalato è semplicemente stupendo.
Richiama un po' il secondo movimento del Concerto per pianoforte ed orchestra, n. 21 K 467, altra celebre pagina che lascia letteralmente senza fiato.
Ciao Annamaria, buon inizio settimana!
Molto ben delineato il tuo racconto del film, che credo di aver visto molto tempo fa. E tu hai sapientemente commentato il rapporto tra questi due amici con un fantastico concerto di Mozart, che amo molto.
Grazie, cara Annamaria! Un abbraccio.
egle
Grazie Leonardo! Sì, ci sono molte corrispondenze e richiami tra Mozart e Mozart - come del resto anche in altri autori - e il concerto che citi è davvero stupendo.
Buona settimana a te!!!
Cara Egle, il merito della scelta musicale qui non è mio, ma questo meraviglioso Mozart è proprio nella colonna sonora del film e, secondo me, adattissimo alla narrazione.
Un abbraccio grande e grazie!!!
Devo vedere subito questo film " il mio amico giardiniere". Di certo l'appetito si fa stuzzicante e la voglia di vedere il film e' grande. Come sempre sei bravissima! Ciao
Ciao, Aldo! Poi mi dirai il tuo parere sul film.
Grazie di essere qui e buona settimana!!!
Posta un commento