martedì 20 maggio 2014

Dolcissimo Schumann....

Renoir: "Fanciulle al pianoforte" - Parigi, Museo d'Orsay.
Probabilmente, chi studia pianoforte, nei suoi primi approcci alla musica, avrà accostato diversi brani che famosi compositori del passato hanno dedicato proprio ai principianti. 
Sono pezzi a volte indirizzati ai figli o ai familiari, ma in alcuni casi si tratta di veri e propri album per la gioventù.

Così, grazie a Schumann - forse il più eseguito da questo punto di vista - a Tchaikovsky e a tanti altri autori, senza dimenticare Bach con il suo Quaderno di Anna Magdalena, molti pianisti in erba hanno iniziato a mettersi in gioco sulle pagine dei grandi musicisti, familiarizzandosi con minuetti e polonaise, preludi e rondò.

Sono in genere brani talora piuttosto semplici, ma non sempre così facili come certi titoli inducono a pensare, anche perchè - al di là di una corretta esecuzione - occorre poi una buona capacità interpretativa per riuscire a trarne tutto il fascino che essi ci sanno regalare. E non è detto che una scrittura musicale in apparenza semplice, non nasconda poi difficoltà proprio a livello di interpretazione.

Come spesso accade quando ci troviamo di fronte a un grande, il suo genio si manifesta nelle creazioni più complesse e articolate così come nelle piccole cose. Ed è meraviglioso, per chi è agli inizi, familiarizzarsi con la musica attraverso composizioni che vanno subito a toccare le corde dell'anima in cento modi e sfumature differenti, accendendo quella passione che consentirà poi di affrontare pagine più difficoltose.

Così, oggi voglio pubblicare un dolcissimo pezzo per pianoforte di Robert Schumann (1810 - 1856): il "Piccolo studio in Sol maggiore op.68 n.14" tratto dal suo Album per la gioventù nel quale questo splendido gioiellino è inserito proprio nella sezione indirizzata ai più piccoli.
Chissà perchè, ma la prima volta che l'ho ascoltato mi ha ricordato subito uno dei brani più conosciuti di Bach: il "Preludio n.1 in Do maggiore BWV 846" che apre il I libro del "Clavicembalo ben temperato", reso poi ancor più famoso da Gounod che ne ha fatto la base della propria "Ave Maria".  
Il brevissimo studio di Schumann mi è parso infatti una sorta di risoluzione in chiave romantica proprio di quel preludio. E anche se il ritmo degli arpeggi è differente, e la scansione del tempo è in sei ottavi e non in quattro quarti, mi pare di ritrovarvi la stessa incantevole semplicità. 
E' come se il compositore, che ha studiato a lungo Bach e il "Clavicembalo ben temperato" in particolare, l'avesse tanto assorbito e - per così dire - metabolizzato, che la linfa di quel preludio è rinata nelle sue note.
Così, qui di seguito ho riportato entrambi i pezzi: Schumann dolcemente eseguito da Jorg Demus e Bach in una nitida interpretazione di Tzvi Erez.

Certo, dire Bach è parlare soprattutto di un rigore quasi matematico, mentre Schumann ci trasporta in un romanticismo pervaso da sognanti atmosfere, una sorta di poetica del vago e dell'indefinito tradotta in musica, in cui la melodia è attraversata da una grande varietà di sfumature e di colori. 
Gli arpeggi esplorano infatti un'ampia gamma di possibilità espressive e il suono delle note diviene ora lievissimo canto, ora rintocco di campane che va lentamente spegnendosi.
Tuttavia, mi pare che vi si possa avvertire chiaramente il saldo legame col passato, la ricchezza di una tradizione che rifluisce nel presente e che, consegnata allo scorrere del tempo, va a rifiorire in nuovi germogli. 

Buon ascolto!

 

14 commenti:

Gus O. ha detto...

E' bellissimo, Annamaria.
Ciao.

Erika ha detto...

Ottima scelta, cara Annamaria. Lo sai che io abito in via R.Schumann?
Un abbraccio.

Annamaria ha detto...

Grazie, Gus! Sono contenta che ti piaccia.
Ciao!!!

Annamaria ha detto...

Erika, ma che combinazione!
E grazie del tuo apprezzamento!!!
Abbraccioni anche a te!

Anonimo ha detto...

Tra tutti i tuoi post sul tuo blog, questo è per me il più bello. Sarà che amo i pezzi che hai messo, sarà che adoro Bach al di sopra di tutti (e soprattutto il Clavicembalo ben temperato) e mi commuove la dolcezza di Schumann, sarà che apprezzo il parallelismo tra le due composizioni, ma ho solo un grazie da dirti anche perché, dopo l'ascolto, ho le lacrime agli occhi.
Grazie Annamaria!
egle

Pia ha detto...

Ciao Annamaria,
che bello leggerti e scoprire tante cose nuove. Ho sempre amato l'Ave Maria di Gounod, e non sapevo del Preludio di Bach, mi vergogno profondamente.
Ti abbraccio carissima.

Annamaria ha detto...

Egle......sei un tesoro!!!

Annamaria ha detto...

Ma cara Pia, per favore, non dire queste cose! Non hai nulla di cui vergognarti......Ognuno di noi ha passioni e competenze diverse. E tu sul piano dell'arte contemporanea,per esempio, conosci cose che io ignoro. Grazie e un bacione!!!

luigina salmaso ha detto...

ciao... tutto molto intenso... accompagnato dal dipinto di Renoir ..stupendo...ciao.luigina

Ambra ha detto...

E' vero, è una dolcezza che penetra nel cuore. E per rendere questa dolcezza ci vuole un grande pianista, non basta la tecnica, come dici tu, chi suona deve essere capace di immedesimarsi a tal punto nelle note, da percepire quello che il compositore voleva significare.

Annamaria ha detto...

Grazie, cara Lui! Quel Renoir mi pareva proprio adatto a questo Schumann !!! Un abbraccio!

Annamaria ha detto...

Certo, Ambra! La tecnica costituisce la base, ma da sola non basta. Occorre capacita` interpretativa per far fiorire una musica, anche la piu` semplice. Grazie!!!

Nella Crosiglia ha detto...

Schuman ..adorabile e poi la tua chiave di lettura , mi ricorda quando in collegio ci facevano eseguire le prime sonatine nel saggio finale e la mia insegnante era orgogliosa del mio tono interpretativo, mentre io scalpitavo per andare nell'aula di danza!ahahaha Bei tempi!
Bacio speciale mia cara!

Annamaria ha detto...

Sì, NELLA, c'è davvero nel tuo ricordo la freschezza di un bel tempo felice!!!
Abbraccione e grazie!!!!