E' sera.
Spengo il computer e mentre aspetto che tutte le operazioni di chiusura siano completate, osservo la foto che da tempo fa da sfondo al desktop e riproduce un'immagine invernale della Valnontey, col sentiero innevato che s'inoltra verso il Gran Paradiso.
L'ho scattata qualche anno fa e non è gran che come inquadratura, lo riconosco. Ma sullo schermo del computer dove - dietro le icone colorate dei programmi - compare in grande, mi dispiega davanti un cammino proprio ad altezza di sguardo e posso illudermi di proseguire dalla mia scrivania su su fino in fondo a quella pedonale di neve già battuta, mentre la visuale e il respiro progressivamente si allargano.
Le foto in realtà servono a questo, a regalarci un percorso che dal quotidiano ci aiuti a spaziare oltre, nell'infinito che sta fuori o in fondo al nostro cuore. Sono ricordi che camminano con noi talora scavandoci dentro, altre volte restituendoci prospettive forse dimenticate.
Questa, in particolare, mi riporta a un panorama che mi è caro perchè ha profonda corrispondenza con un luogo interiore in cui ritrovo di me la parte più vera. Può accadere, tuttavia, che quel luogo - spazio sacro che ci fa noi stessi - sia insidiato o la via per
arrivarci si disperda in mille sentieri fuorvianti. Allora è bello, ogni tanto, tornare a un'immagine, un paesaggio, un dipinto, o una musica che ne facciano riaffiorare nitidamente la fisionomia e ce lo restituiscano intatto.
Così, oggi desidero condividere qui un brano di Giovanni Allevi dal cd "Joy" (2006) e dal titolo a questo riguardo significativo: "Follow you".
Si tratta di un pezzo di grande delicatezza, una melodia romantica segnata da accenti di malinconia, ma anche da aperture di luminosità in cui avvertiamo tutto il fascino del pianoforte solo.
Il continuo alternarsi della tonalità di fa maggiore col suggestivo fa minore e la dolcezza di certi passaggi reiterati con levità ma al tempo stesso con crescente passione, ci riportano infatti a quella dimensione intima in cui possiamo ritrovarci e riconoscerci. Ed è un ritrovarsi pacato quello suggerito da queste note, simile a un filo che si dipana con semplicità, attraverso nitidi arpeggi e sonorità che si accendono con forza per poi sfumare in modo più sommesso.
E parlando proprio dell'impulso che ha dato origine a questo brano, lo stesso Allevi ha dichiarato in un'intervista: “Voglio pensare che ogni singola persona valga più di
ogni altra cosa, e che i suoi sogni, le sue paure e incertezze siano
sacri, che vadano protetti e mai giudicati”.
Seguire se stessi e i propri sogni, dunque, certi della vita che ci anima come linfa che continua a scorrere sotto il manto di neve e di gelo invernale. Certi che abita in noi uno splendore nascosto, come su questi monti che si caricano di bellezza anche là dove nessun occhio umano giunge a contemplarla.
Ma le note di Allevi ci suggeriscono che può farlo il cuore, in segreto,
nell'attesa di un disgelo ricco di acque, a primavera.
Buon ascolto!
16 commenti:
Le immagini( e la musica ) aiutano a sollevare lo spirito e agevolano l'espressione del proprio pensiero.
I pensieri così si elevano e divengono talvolta musica.
Molto bella, Costantino, questa idea di circolarità tra immagini, musica e parole!
Grazie!!!
Il cuore può fare tante ma tante cose adorata ANNAMARIA..può farci arrivare a picchi altissimi o buttarci in abissi profondissimi...
Come siamo affezionate all'immagine del nostro desktop , non è vero mia cara?
Anche se può dire poco , per noi vale moltissimo..
Grazie per la melodia di Allevi, gradevole come sempre il nostro ricciolo...
Bacio super....
E' vero, NELLA! Non ho mai voluto lasciare al caso la foto del desktop, ma ho sempre scelto un'immagine per me significativa da cui farmi portar via....così come dalla musica!
Abbraccione!!!
E' attraverso i nostri sensi corporei che riusciamo a raggiungere anima e mente. La vista, l'udito, l'olfatto evocano momenti vissuti, magari sepolti fino ad allora nella dimenticanza, sogni e desideri che prendono o riprendono vita proprio grazie ad una foto, una musica, dando nuova pienezza al sentire.
Verissimo, Ambra! Immagini e musica talora sono come una madeleine di proustiana memoria. La musica in particolare, può restare legata a certi momenti del nostro vissuto e avere la capacità di evocarli in tutta la loro pienezza emotiva.
Grazie!!!
Mi sono commossa... cose belle, grazie :)
Bellissimo ciò che hai condiviso con chi frequenta il tuo blog.
Tu sai che io adoro tutti i pezzi di Allevi perché trovo che la sua musica ci porti oltre... per farci incontrare la sua e la nostra parte spirituale.
Grazie Annamaria e grazie Giovanni!
Un abbraccio.
egle
Chiara, qualche volta su quei monti ti devo portare...e la musica di Allevi è un'ottima compagna di viaggio. Ma questo lo sai già!...
Grazie!
Lo so, lo so, carissima Egle, e ti ringrazio di questa tua intensa condivisione!
Ti abbraccio!!!
Ciao cara, per piú di dieci giorni ero senza il mio computer che era crollato. Ora sento la gioia di poter vedere anche i tuoi post :)Sono veramente una gioia e momenti pacifici vedere le tue immagini, ascoltare la musica di Allevi leggere il tuo scritto interessante e valoroso. Un abbraccione
Ciao, Caterina! Anche a distanza di tempo e di spazio, la musica ci unisce profondamente!
Grazie di cuore di essere passata di qui e un abbraccio!!!
Anche a me capita di provare queste sensazioni guardando una foto, ascoltando un brano musicale. Mi piace molto il pianista Allievi che ho conosciuto ascoltando Radio Montecarlo.
Un forte abbraccio, cara Annamaria.
Grazie, Erika, del tuo apprezzamento e della tua sintonia con la musica di Allevi! Ti abbraccio forte anch'io!!!
Annamaria, la sera prima di andare a letto ti tratti veramente bene.
Ciao.
E' vero, Gus, e ti dirò di più. A volte, mi attardo a riascoltare anche brani di musica che ho postato tanto tempo fa.
Dopo Allevi, ieri sera sono andata a riprendere il Padre Nostro di Kedrov. Adoro la polifonia e non me ne sarei staccata più!
Ciao e grazie!
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