domenica 17 novembre 2013

Tre minuti di pura gioia

Lipsia - Thomaskirche
Ho nostalgia di Bach. 
Sono passati più di due mesi dall'ultima volta che ho pubblicato un suo brano e - devo dirlo - mi manca.
Ogni tanto, ripenso a quella mattina incantata dello scorso anno in cui a Lipsia, nella Thomaskirche, ho potuto rendere omaggio alla sua tomba: un ricordo che potete trovare qui
Ma non è solo quello. 
Per quanto ami ogni pezzo dei vari compositori postati fino ad ora in questo blog, è proprio delle sue note che - periodicamente - mi prende la nostalgia.
Mi afferra improvvisa in certi giorni di cielo grigio e ventoso, o in certe mattine quando esco di casa e, svoltato l'angolo, cerco involontariamente uno sprazzo di azzurro, un respiro in sintonia con la luce, dentro e fuori di me.
E' nostalgia di un riferimento essenziale cui riandare di tanto in tanto, una sorgente cui attingere acqua fresca, un ruscello - e non è appunto il nome Bach? - che scaturisca dal profondo e del quale seguire il canto.

Di solito, la musica prende a risuonare in automatico dentro di me: esco di casa e mi parte la colonna sonora della giornata. Qualche volta sono i Brandeburghesi, in altri momenti un' Invenzione, ma più spesso sono le sue composizioni per organo. Sono queste a catturarmi non solo con la grandiosità delle fughe più complesse e famose, ma anche con quei brevi, incantevoli pezzi come - per esempio - i Corali Schubler e non solo.

Mi hanno sempre affascinato infatti le molteplici sonorità dell'organo, strumento del tutto singolare in cui la musica con le sue vibrazioni sembra letteralmente attraversare chi suona ma anche chi ascolta, come si fosse una cosa sola con essa. Sonorità che ci abbracciano e - nel vero senso della parola - ci com-prendono, ci prendono insieme facendo vibrare ogni nostra fibra in modo ancora più intenso rispetto ad altri strumenti.
La mia è una passione che risale a quando ero bambina e, più o meno a dieci anni, ero entrata a far parte della piccola schola cantorum della mia parrocchia. 
Dico la verità: allora, più che la musica erano gli elementi coreografici ad attirarmi. Salire insieme alle mie amiche sulla balconata del vecchio organo della chiesa nei giorni di Messa solenne, con la scala a chiocciola e l'impiantito in legno che scricchiolavano sotto i nostri passi e poi, soffocando qualche risata, contemplare dall'alto le navate piene di gente era un impagabile divertimento. 
Ma era interessante osservare anche l'organista - allora giovane di belle speranze che avrebbe poi acquisito una certa fama nel panorama musicale della mia città - alle prese con le tastiere e i diversi registri dello strumento, mentre il coro maschile si sgolava in un latinorum alquanto approssimativo. 
Ricordo ancora il rumore secco e legnoso della manopola che veniva velocemente spostata per cambiare registro e mi piaceva sentirmi attraversare dalle vibrazioni sonore soprattutto quando veniva inserito il ripieno.
Insomma, questi sono stati gli inizi. 
Poi il tempo, le circostanze, la passione hanno fatto il resto e mi sono ritrovata a incontrare tanti compositori, a cominciare appunto dall'immenso Bach.

Allora, tra le sue composizioni per organo, oggi desidero condividerne con voi una breve, ma di grande efficacia: la "Fuga in sol minore BWV 578" 
Sono tre minuti di pura gioia in un brano fresco e vivace nel suo andirivieni di note che si alternano tra la mano destra e la sinistra, mentre l'entrata progressiva delle quattro voci - l'ultima sulla pedaliera - ci regala un intreccio di crescente splendida complessità. 
Una costruzione di perfezione matematica e ritmica, articolata e leggera ad un tempo - qui sta il pregio! - con aperture di intensa luminosità che l'esecuzione, a mio avviso particolarmente nitida, mette bene in evidenza. 
Una pagina ricca di energia fino all'accordo finale che - come troviamo di frequente nelle creazioni bachiane - è in tonalità maggiore, quasi il compositore abbia voluto congedarsi proprio con un invito alla speranza e al sorriso.

Buon ascolto!

20 commenti:

Anonimo ha detto...

Nessuno è mai giunto ai livelli di Bach! Quando, quasi adolescente, mia madre (che badava più alle apparenze -le sue-che alla sostanza) mi costringeva ad assistere alla messa grande delle undici ogni domenica, riuscivo ad andarci volentieri perché un fantastico organista cieco suonava Bach.
Grazie di questo ascolto.
Un abbraccio.
egle

Chiara ha detto...

Mica per niente è Bach! Chemmmmmmmeraviglia.

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

... grazie Annamaria!! E' esattamente quello che piace anche a me quando cantiamo nel coro della grande Chiesa... salire le interminabili scale a chiocciola scricchiolanti, osservare l'organista e "sgolarmi" in un "latinorum"... ma più che mai, lasciarmi trasportare dalle stupende emozioni che la Musica mi regala e da quel cielo affrescato con angeli e Santi... così vicino da lassù!! <3

Annamaria ha detto...

Fantastico davvero, Egle, emozionante!!!
E comunque Bach suonato all'organo prende sempre in maniera irresistibile.
Grazie a te e un abbraccio grande!

Annamaria ha detto...

Hai sentito, Chiara???
Proprio tre minuti di meraviglia!
Grazie!!!

Annamaria ha detto...

Carissima Francesca, che bella questa comunanza di esperienze!
Con la differenza però che io cantavo da bambina in un semplice coretto parrocchiale, tu canti da adulta in un coro prestigioso, con un fior di repertorio.
E io t'invidio tanto!!!....
Grazie di cuore del tuo commento e un grande abbraccio!!!

Ambra ha detto...

E' vero Annamaria, sono tre minuti di paradiso dove ci accoglie un grande chiamato Bach.

Annamaria ha detto...

Sì, Ambra! Bach ci accoglie nella sua gioia!
Grazie e buona giornata!

Stefano ha detto...

Hai scelto un pezzo fantastico e meraviglioso di Bach! Un abbraccio.

Annamaria ha detto...

Grazie, Stefano! Sono contenta che stavolta il blog si sia aperto e che tu abbia potuto ascoltare la musica.
A presto!

Annamaria ha detto...

Mirta, sei bravissima!!!
Grazie della leggerezza che mi regali con la tua creazione grafica!!!
E' stato bello incontrarti domenica scorsa. Buona serata a te e un abbraccio!

Erika ha detto...

Bello!!! Un abbraccio da Bari

Annamaria ha detto...

Grazie, Erika!
Un abbraccione a te, nel segno della musica!!!!

Pia ha detto...

Non posso negarlo, anche a me piace Bach, però non essendo esperta non conoscevo le Corali, che grazie a te ho ascoltato con grande interesse.
L'organo è uno strumento che mi ha sempre affascinato, il suo suono è particolare, energico e nello stesso tempo dolce, ma sin da piccola ciò che maggiormente mi attirava era colui o colei che lo suonava, ne ammiravo la bravura nel premere quei tasti e quei pedali (ne sono tanti in un organo completo), mi incantavo ad osservare ed ascoltare, poi qualcuno mi chiamava per farmi ritornare alla realtà poichè ne restavo incantata.
Quando scrivi così, donando tutta te stessa e comunicandoci le tue emozioni con tale energia, non posso che rimanerne affascinata, ti saluto cara amica, ciao.

Annamaria ha detto...

Ciao, S.Pia!
Sì, l'organo è uno degli strumenti più complessi e, a mio avviso, più difficili da suonare perchè occorre una coordinazione perfetta tra braccia e gambe. D'altra parte, sono proprio le note suonate sulla pedaliera a dare a certi brani lo spessore e la profondità più affascinante. Osservare da vicino un bravo organista mi lascia sempre ammirata.
Grazie del tuo commento e un abbraccio!

Cri ha detto...

Cantavo anch'io in un coro: facevo l'unica voce bianca in un coro di adulte, io, una bambina in mezzo alle suore del convento dove andavo a scuola... Noi eravamo molto appassionate, ma la nostra organista difettava alquanto. Nonostante ciò ho vissuto un'esperienza indimenticabile. Oggi mia figlia, a sua volta, canta nella Corale del suo liceo, stanno provando in questi giorni il Concerto di Natale che ci regaleranno a Santa Prisca all'Aventino. Ascoltarli è davvero purissima gioia ed emozione.
(Grazie per questo sempre immenso Bach!)

Annamaria ha detto...

Cri, bella questa tua esperienza di corista! Cantare in un coro polifonico è immergersi nel cuore della musica!
Grazie!!!

Ambra ha detto...

Sono d'accordo con te, Annamaria. Ascoltando all'estero musica per strada ho sempre provato una sorta di invidia, per non poterne godere anche in Italia. Come mai non mi è chiaro, ma in Italia c'è una cultura musicale molto più limitata che negli altri paesi europei. Peccato.

Annamaria ha detto...

Ciao, Ambra, vedo che ti riferisci al post del 22 novembre.
Sì, nonostante l'Italia vanti una grande tradizione musicale, all'estero e in particolare nel cuore dell'Europa, la musica è sempre stata coltivata in modo diverso e più intenso. Far musica era un'abitudine che nasceva in famiglia, e a suonare per strada non erano - e non sono tuttora - solo dilettanti improvvisati...ma esperti che è sempre una gioia ascoltare.
Grazie!!!