Come lo scorso anno di questi giorni, è sempre con la giovanissima amica dallo sguardo attento che si va alla scoperta di tesori nella grande città. Io la scorto per la metropoli che già un pochino conosce e lei mi aiuta a recuperare freschezza nel guardarmi intorno.
Se allora era stata la volta di S.Ambrogio, S.Maurizio al Monastero Maggiore, la Pinacoteca di Brera, insieme a un occhio da Ricordi e alla Bottega Discantica (eh....la musica!!!), quest'anno andiamo a S.Maria delle Grazie, all'Ambrosiana, al Poldi Pezzoli ed altro.
Non tutto di tutto ovviamente, ma incursioni mirate, per esempio al Castello Sforzesco per la michelangiolesca Pietà Rondanini.
Lei mi ricambia d'inverno nientemeno che con Venezia, della quale mi aiuta a scoprire gli angoli più riposti e tranquilli, il barocco di alcune chiese che sfuggono ai tradizionali itinerari o certi quartieri suggestivi che, di norma, conosce solo chi ha lunga consuetudine con la città.
E spesso i luoghi sono anche arricchiti dal nostro vissuto, da un ricordo, da una particolare esperienza che ce li rende vivi consentendoci di condividerne un sapore segreto e per noi unico.
Se qualche volta in gioventù ho sognato di fare la guida turistica, non avrei potuto desiderare di meglio che questa compagna di viaggio dallo sguardo capace di stupore e di una sintonia che supera differenze di età e di storia.
Fresca la sua gioia nel ritrovare al Museo Poldi Pezzoli proprio le immagini della sua Venezia attraverso i dipinti dei vedutisti del Settecento!
Restiamo affascinate in particolare da "Gondole sulla laguna" di Francesco Guardi, per me capolavoro assoluto, quasi un monocromo che con pochi tratti ci restituisce uno spazio paesaggistico di profondissima suggestione.
Allo stesso modo, ci lasciamo incantare dalla linea nitida del profilo e dalla raffinatezza della "Dama" ritratta dal Pollaiolo o ci perdiamo nell'osservare i panorami sullo sfondo di vari dipinti con Santi e Madonne.
Talora infatti non sono solo i pittori più famosi ad attirare la nostra attenzione, ma un particolare, il dettaglio di un artista magari meno celebrato di altri che ci colpisce per il colore, la luce, il realismo della rappresentazione o la morbidezza del paesaggio.
E uno dei dettagli più affascinanti del Poldi Pezzoli è anche la scala d'ingresso, con l'elegantissima fontanella barocca che col suo lieve chioccolìo - e i pesci rossi! - c'introduce al silenzio assorto delle sale.
Ma anche fuori dai musei, uno sguardo ai cortili e ai giardini interni dei vari palazzi ci fa scoprire prospettive affascinanti, una Milano signorile e discreta, oasi di quiete nella frescura del verde a pochi passi dal tumulto metropolitano.
E quando, poco più tardi, ci saluteremo sul binario della Stazione centrale dove una Freccia bianca è in procinto di partire, avremo nel cuore la gioia di aver condiviso lo splendore eterno delle cose viste, ma anche tanta semplicità e quella quotidianità spicciola nella quale pure abita la bellezza.
Allora, alla serena giornata trascorsa voglio dedicare un brano di Bach che mi pare rispecchi bene il passo, il dialogo e la sintonia che abbiamo vissuto.
Si tratta del terzo movimento, "Vivace", dalla "Sonata III per organo in re minore BWV 527", brano incantevole per l'attitudine gioiosa che lo contraddistingue e soprattutto per il dialogo tra le varie voci che si alternano e si susseguono eleganti e scorrevoli.
Il ritmo, la struttura fugata e i passaggi dove si avvicendano tonalità maggiori e minori sembrano infatti un cammino o le battute di un discorso che si dipana con continuità varia e vivace, ora più intensa e riflessiva, ora più luminosa e danzante.
Buon ascolto!
10 commenti:
Quant'è bello poter condividere e scambiare la gioia della bellezza con qualcuno che è in grado di riconoscerla e di ammirarla!
Ambra sì, è bellissimo soprattutto quando chi ti accompagna è dotato di una notevole sensibilità.
E poi amo Milano in modo quasi viscerale fin dai tempi dell'università e andare alla scoperta dei suoi tesori è sempre una gioia.
Grazie!
Michelangelo e le sue Pietà,
chissà quali sono stati i suoi ragionamenti durante la sua vita, spesso cambiava idea, proprio perchè secondo me ragionava e tanto.
Artista incommensurabile, la Pietà di Rondanini come anche la Pietà Bandini, lasciate incompiute forse perchè considerate inadeguate dallo stesso Michelangelo, ma che sono di una drammaticità estrema,
da ammirare in tutte le sue parti, nonstante il suo "senso incompiuto".
Grazie per avermi fatto tornare alla mente tutto ciò e per la disponibilità che mi dai di condividere tutto con te.
Quanto alla tua musica, continuo ad imparare...
Ciaooooo
S.Pia, grazie delle tue considerazioni su Michelangelo. Drammaticità e bellezza s'intrecciano nel "non finito" della Pietà Rondanini forse in modo ancora più espressivo ed eloquente che altrove.
E spero che anche questo Bach ti sia piaciuto.
Abbraccioni!
Il bello e' nobilta' d'animo quando chi ce lo racconta ci mette questa nobilta'
Grazie, Luca, della tua sensibilità!
La Bellezza, sia della musica che delle immagini, ci cambia dentro!
Ciao!!!
E poi Bach è sempre Bach.
Appunto. Brava Chiara!!!
Quando leggo qualcuno che descrive così bene una città che amo immensamente e riesce a vederla con i miei occhi, sono particolarmente felice.
Milano è una città che ti stupisce per la sua ritrosia. Non si espone troppo, non ama il clamore attorno alle sue bellezze.
Insomma è una città discreta.
Ma la sua bellezza a saperla vedere è incomparabile.
E se la compagnia è giusta, capace di vederla con i tuoi stessi occhi e il tuo stesso cuore, la gioia è immensa.
Sai, i primi anni che ero a Milano, amavo scoprirla da sola.
E la sera, quando il silenzio la riempie, scoprirla è ancora più bello.
A presto!
Grazie Mariella delle tue considerazioni!
Io non abito a Milano, ma la frequento da sempre ed è una città che ogni volta mi sorprende e mi affascina. Non ha la bellezza scenografica di Roma, per fare un esempio. Ma trovi angoli e quartieri che hanno atmosfere e un respiro particolare, incantevole e discreto, proprio come dici tu.
A presto!
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