giovedì 24 gennaio 2013

"Sunrise" : quando l'alba è nel cuore.

Mi è sempre piaciuto vedere l'alba in stazione, prendere il treno nelle mattine invernali quando, solo verso le sette e mezza, la prima luce violetta schiarisce l'orizzonte e sembra illuminare anche il cuore preparandolo a un nuovo giorno.
O veder albeggiare dal treno. Anche un mezzo di trasporto - strano a dirsi, ma succede - può diventare una tana calda e luminosa: rumori ovattati, fuori il buio sulla campagna gelata e la tranquillità di poter lasciar andare i pensieri, in attesa.
Anche l'alba è un'attesa: e ciò che nasce è sempre inedito, fresco, nuovo.

Quanto dico non suoni stonato a chi è costretto da motivi di lavoro a vedere l'alba ogni giorno e a sentirla spesso come sinonimo di fatica. Ho fatto la pendolare anch'io per qualche anno, tanto tempo fa....e so che significa mettersi in strada la mattina con l'ansia di non perdere il treno, e non solo quella. Altre attese, allora, urgevano in cuore e altri sogni si proiettavano in quel viola via via più luminoso; perchè in fondo l'alba - prima che altrove - è dentro di noi, e siamo noi a crearla con pensieri, desideri e speranze che, di tempo in tempo, andiamo a dipingere su quel cielo là fuori.

Ma esistono anche aurore espresse in musica, passaggi interiori dal buio alla luce, risvegli dell'anima raccontati in note, dal primo dileguarsi delle ombre fino al trionfo dei colori più infuocati; ed è a questo proposito che desidero ricordare il recente cd di Giovanni Allevi che dell'alba porta il nome. Si tratta di "Sunrise", ultima fatica del compositore ascolano uscita a fine ottobre e - come lui stesso ha dichiarato - segno di rinascita dopo un periodo di buio e vuoto creativo. Alba esistenziale e artistica, dunque, e simbolo di quella luce che sempre la musica regala, come un sole che illumina interiormente.

Tuttavia, al di là del significato letterale della parola, è interessante notare che "Sunrise" è anche il nome di un preziosissimo Stradivari del 1677, uno di violini più mirabili al mondo per suono e preziosità degli intarsi. E non mi sembra casuale che ad una raccolta di brani che - oltre a cinque pezzi per pianoforte e orchestra - presenta la novità di un Concerto per violino, Allevi abbia dato questo titolo, omaggio allo splendore del pregevolissimo Stradivari la cui decorazione, a ben guardare, è richiamata da alcuni dettagli nella grafica del cd.
Un'alba dagli aspetti molteplici quindi, ma strettamente legati tra loro come solo può esserlo l'anima di un compositore alla sua musica.

Il brano che riporto qui è il primo tempo, "Mosso", proprio dal "Concerto per violino in fa minore" intitolato "La Danza della Strega".
Si tratta di un pezzo rigorosamente classico nella sua forma così come nella cultura che da esso affiora: da Paganini a Bach, ma non solo, svariati riferimenti al passato riecheggiano qua e là nel tessuto musicale. Tuttavia, i temi all'interno dei quali tali richiami s'intrecciano testimoniano varietà e ricchezza inventiva tipiche del musicista ascolano.

Delle tre parti di cui si compone questo primo movimento, quella iniziale vede subito protagonista il violino e si caratterizza per la vivacità tipica di una danza dal ritmo marcato. Belli gli accenti melodici sulle sestine che conferiscono trascinante energia allo strumento solista fin dal suo esordio.
Ma, nonostante abbia una sua struttura compiuta, il pezzo - a mio avviso - sembra svolgere quasi una funzione introduttiva al secondo tema che  costituisce in realtà la melodia principale, il vero e proprio fulcro del brano. 
E' questa un'aria intima, struggente, dolcissima e appassionata, un andante con anima annunciato dall'orchestra e dispiegato poi dal violino in ogni sfumatura del suo canto, dove si alternano momenti di intensa malinconia ad altri dal respiro più disteso e sereno.
L'ultima parte del pezzo, invece, si apre di nuovo a un'onda di vivacità, ma torna poi ai primi due temi facendoli risuonare attraverso altre voci orchestrali, ora con pacatezza - suggestiva la ripresa della melodia affidata agli ottoni - ora con impeto.

Amo molto quest'ultima sezione, non solo per gli echi bachiani a mio avviso particolarmente evidenti e resi con ritmica tutta contemporanea, ma anche per la gioia di cui è intrisa. Dopo il momento più intenso e sofferto, qui infatti la vita sembra rinascere proprio come un'alba che porti con sè una sorta di risveglio di tutta la natura, una freschezza primigenia, una leggerezza sorridente e giocosa sottolineata anche dalla danzante vivacità dei pizzicati.
Del resto, il motivo della danza - come già ricordavo in un precedente post - non è nuovo nelle creazioni del compositore ascolano.

Superba l'interpretazione del bravissimo violinista Mariusz Patyra che - in questo, come nei successivi movimenti - dà vita alle note del Concerto cogliendone luci ed ombre con un tocco rigoroso e appassionato ad un tempo che ben si accorda allo stile del Maestro Allevi.

Buon ascolto!

 

10 commenti:

luke scintu ha detto...

Ciao molto poetico l'inizio del tuo articolo. Brava :)

Unknown ha detto...

un'alba come un'attesa che ci mette in fibrillazione, come una novità comunque eccitante

Annamaria ha detto...

Grazie, Luke, del tuo apprezzamento!
Ciao!

Annamaria ha detto...

Certo, Luca, l'alba è anche attesa che accende il cuore e questa musica, a mio avviso, lo esprime bene!
Grazie!

Giulio ha detto...

Molto bello il commento sull'alba, direi un'interpretazione quasi filosofica. Anzi... togliamo pure il quasi.
Per quanto riguarda il brano, devo dire che sono corso a comprare il cd di Allevi in buona parte per la curiosità di ascoltare subito questo concerto per violino. Concerto che, a differenza di altre opere di Allevi, mi ha deluso (molto belli invece i cinque brani per pianoforte e orchestra). Tuttavia nel concerto per violino non ho riconosciuto nulla del concerto classico (intento del maestro), se non la suddivisione nei tre tempi canonici. Allevi afferma di usare la forma sonata per il primo tempo (giustamente, come da prassi); tuttavia manca un vero e proprio sviluppo, manca una contrapposizione dei temi, manca uno sviluppo fraseologico complesso che la forma sonata richiede. Parti cantabili sono accostate a elementi virtuosistici senza una vera e propria continuità. E le parti virtuosistiche sono estremamente piatte, non sfruttando così appieno le potenzialità tecniche ed espressive del violino. Infine come concerto non concerta granché: il concerto prevede una "concertazione" appunto, ossia un dialogo tra solista e orchestra; qui manca totalmente: il violino parte in quarta dall'inizio e non si ferma mai (o quasi). Insomma, questo concerto, a differenza degli altri brani dove si riconosce il nostro Allevi, sembra un maldestro tentativo di imitare un concerto di Paganini. Mi ha lasciato molto perplesso.

Annamaria ha detto...

Grazie, Giulio, del tuo commento così schietto e dettagliato!
Rispetto certamente il tuo parere che viene da una grande competenza tecnica, tuttavia le mie - come già sai - non sono analisi "tecniche", ma semplicemente letture dettate dal cuore.
Mi piace infatti condividere con voi ciò che mi raggiunge interiormente e mi consente proprio di..."Gioire in Musica".
E se da un lato è giustissimo che esistano criteri oggettivi di valutazione di un'opera come quelli che ricordi a proposito del concerto per violino, dall'altro è anche vero che non sempre ciò che ci parla suscitando in noi emozioni coincide con ciò che - alla luce di un'analisi rigorosa - è considerato il meglio in assoluto.
Sono contenta comunque che i brani per pianoforte e orchestra di Sunrise ti siano piaciuti.
Ancora grazie!

Chiara ha detto...

"L'alba nel cuore" quello che sto provando adesso. "E ciò che nasce è sempre inedito, fresco, nuovo"... non ci sono parole più azzeccate. Grazie di cuore...

Annamaria ha detto...

Sì, Chiara, l'alba nel cuore è credere DAVVERO che l'aria che respireremo domani mattina porta con sè il mistero e la freschezza del nuovo.
Grazie a te!

Ambra ha detto...

Oltre che una appassionata di musica oltremodo sofisticata, sei anche una magnifica poetessa dell'anima. Questo è quello che leggo nei testi dei tuoi post.

Annamaria ha detto...

Ambra, dai....non esageriamo!!!
Un abbraccio di buon weekend!