Ma c'è un tempo per ogni cosa, come ci insegna la saggezza delle stagioni coi loro colori, i frutti e l'aria dal soffio sempre nuovo; come ci mostra la natura che, nel periodo autunnale, inizia a chiudersi e a vivere dentro, covando nel segreto della terra quei semi che, al momento giusto, fioriranno.
E il digradare di novembre verso il buio, con giornate che si accorciano e fanno apprezzare la tranquillità, induce anche a lasciare maggiore spazio ai pensieri e a ciò che l'interiorità suggerisce, magari nella solitudine di un angolo appartato.
Sarà per questo che - nei miei vagabondaggi musicali su youtube - a catturarmi oggi è stata l'immagine posta come copertina di una clip audio della quale ringrazio chi l'ha caricata anche per il bel collegamento tra musica e pittura che propone.
Si tratta di un dipinto di Rembrandt van Rijn (1606 - 1669), "Il filosofo in meditazione", conservato a Parigi al Louvre.
E' un'opera di grande fascino per i colori caldi e scuri che costituiscono il tessuto pittorico e che - nonostante i contrasti tra ombre e luci - si fondono mirabilmente tra loro tanto che figure e oggetti sembrano emergere da un impasto di tinte e prendere forma ora accarezzati dalla luce, ora affiorando dal buio.
Ci troviamo in un interno, un ampio ambiente segnato e quasi diviso in due dal movimento della scala a chiocciola con le sue linee curve, nel quale si alternano chiazze luminose a spazi d'intensa penombra, sia ai lati che nel vano superiore dove la scala conduce.
E' frequente in Rembrandt questo gioco luministico sull'oscurità degli sfondi, comune peraltro a molti pittori del Seicento olandese ma anche italiano, e viene subito in mente Caravaggio. Tuttavia, mentre in quest'ultimo i contrasti tra buio e luce risultano più netti e conferiscono ai dipinti un senso di drammaticità, qui mi pare che contorni, colori e figure siano più sfumati e si fondano in una sorta di tenda protettiva, di caldo intimo rifugio che inquadra il protagonista della rappresentazione.
E com'è raffigurato il filosofo in meditazione?
E' un vecchio dalla barba bianca, le mani pacatamente intrecciate in grembo, il capo leggermente chino di chi volge lo sguardo non intorno ma dentro di sè, in un atteggiamento di calma contemplativa. Un fiotto d'intensa luce dorata piove su di lui dalla grande finestra a lato, facendo affiorare dal buio oggetti e particolari, senza tuttavia riuscire a raggiungere tutto lo spazio circostante che resta avvolto dall'oscurità.
Ma è proprio questo spazio, vasto, imponente più delle figure stesse, a parlarci quasi più di esse: dalla scala a chiocciola che sembra rappresentare una salita nell'ombra - o una discesa nel profondo - fino ai tocchi di pennello, talora solo guizzi di luce nel buio, come nel particolare della figura che attizza il fuoco.
Sfumature di colore che sono sfumature dell'anima e ci guidano in un percorso verso l'intimità e l'arcano quasi il filosofo - più della luce che piove su di lui - percepisse il buio, l'interiorità col suo mistero che si materalizza nella penombra circostante.
Un buio che tuttavia - nonostante la scala sembri salire verso il nulla - non è oscurità che intimorisce, ma ombra che accoglie intima, quasi protettiva, forse anche grazie alla dolcezza degli sfumati e al particolare di quella donna che, in un canto della stanza, ravviva il fuoco conferendo alla scena una sorta di familiarità.
Ed è la stessa atmosfera di intimità che troviamo nel brano di Arcangelo Corelli (1653 - 1713), la "Sarabanda in re minore op.5 n.7".
Qui infatti - allo stesso modo dei colori del dipinto - la malinconia della tonalità e la crescente intensa fusione dei vari strumenti nel tessuto orchestrale ci fanno percepire il senso di una discesa nel nostro mondo interiore e invitano anch'esse, pacatamente, alla meditazione.
Buon ascolto!
13 commenti:
"Covando nel segreto della terra quei semi che, al momento giusti, fioriranno". ... grazie di cuore. Tu sai.
"Covando nel segreto della terra quei semi che, al momento giusti, fioriranno". ... grazie di cuore. Tu sai.
Bentornata qui, Chiara, e grazie!!!
Ancora una volta sai leggere nella musica non solo, anche in un dipinto la tensione estrema, i sentimenti, l'anima degli autori, tanto da sovrapporli in completa simbiosi.
Grazie Ambra!
Musica e pittura si sovrappongono qui in modo davvero sorprendente, ma questa volta l'abbinamento era già offerto della clip audio. Io mi sono limitata a lavorare sul dipinto.
Ciao!
Davvero hai colto nella pittura e nella musica i colori e gli stati d'animo che novembre ci porta.
Grazie, Annamaria!
egle
Grazie a te Egle di essere passata di qui!
Ciao cara, ho pochissimo tempo da quando é nato il mio primo nipotino ma finalmente sono arrivata da te. Valeva la pena! É bello leggere i tuoi pensieri novembrini ed ascoltare Corelli. Mi fa veramente riposare questa musica dolce e melanconica
Baci e buona nuova settimana
p.s. Qui stasera é cominciato a nevicare:)
Caterina, grazie delle belle immagini familiari che ci regali sempre!!!
Qui da me non nevica, ma è iniziato il freddo, quello vero...
Ti penso con grande affetto e ti auguro buona settimana!
Gran bel post, dove la musica si ascolta in ogni tua descrizione, tra luci e ombre ,sfumature e note,riflessioni e pensieri.
Ti fa sentire anche l'autunno , ma in una maniera necessaria,pronta a spuntare in tutta la sua brillantezza in primavera...
Standing ovation!
Nella....mi hai emozionato, grazie! Ma è il dipinto che mi ha ispirato: come resistere al fascino di un tale Rembrandt?
Buona serata!
Un post che è una poesia con sfondo musicale, si legge con dolce malinconia ma anche con gioia per la musica intrecciata ala pittura che con essa danza. Complimenti sinceri un caro saluto.
Benvenuta qui Riri, e grazie del tuo commento!
Sono contenta che tu ti senta in sintonia con musica, immagini e parole.
Un salutone e buona giornata!
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