Mi è già capitato più volte di parlare del potere terapeutico della musica, del suo essere balsamo sulle ferite suscitando emozioni positive e aiutandoci a riattingere dal profondo quell'acqua che dà vita al nostro spirito.
Essa ha infatti la capacità di restituire noi a noi stessi, ripristinando quasi intatto il tessuto del cuore e agendo da benefico catalizzatore sulla nostra interiorità.
Oggi ritorno sull'argomento grazie alla suggestione di un famosissimo dipinto del Caravaggio: il "Riposo durante la fuga in Egitto" conservato a Roma, alla Galleria Doria-Pamphili.
Si tratta di un capolavoro ampiamente descritto e commentato dagli storici dell'arte, ma è il suo particolare legame con la musica che qui m'interessa sottolineare.
Inquadrata da tocchi di natura morta da un lato, e squarci di paesaggio che possono ricordare la pittura tonale veneta dall'altro, contempliamo una scena soffusa di dolcezza: una pausa di riposo della Sacra Famiglia, accompagnata da un'elegantissima figura di angelo che suona il violino in una calda luce forse di tramonto.
A destra, l'immagine soave della Madonna e del Bambino addormentati in un sonno di pace assoluta per il bimbo e certo di stanchezza per Maria, come ci dimostrano la testa e il braccio destro totalmente abbandonati.
A sinistra, un San Giuseppe come di consueto anziano che regge uno spartito musicale davanti all'angelo.
Splendido, quest'ultimo: luminoso e lieve nella linea perfetta e dolcemente sensuale delle gambe come nel panneggio che s'inanella sinuoso intorno al suo corpo. Ma, se si eccettua un piccolo scorcio del viso, volta le spalle allo spettatore!
Sta qui, a mio avviso, l'originalità di questa figura.
Nella tradizione pittorica da Giotto in poi, gli angeli erano solitamente ripresi di profilo - soprattutto nelle Annunciazioni - o di prospetto e di scorcio se erano in gruppi di musicanti oppure in volo.
Ma un primo piano di spalle proprio al centro del quadro è un'iconografia decisamente rara che tuttavia riempie di fascino la composizione.
Infatti, se da un lato ne accresce per certi aspetti l'attrattiva, dall'altro è proprio questa posizione che ci permette di vedere lo spartito che l'angelo sta suonando.
E non si può forse leggere qui la volontà di sottolineare che sì, certo, quella figura con le ali è un angelo, ma prima di tutto un musico?
Allora si comprende che, se pure il titolo del dipinto è "Riposo durante la fuga in Egitto" - e ciò sottintende ansia, paura, stanchezza e precarietà - il vero cuore della composizione pittorica è la musica!
E' la musica al centro, come se Caravaggio volesse dirci che - più che la quiete della natura circostante - è la soavità delle note che scendono dall'Alto a dare vero riposo alla Sacra Famiglia, placando l'angoscia e l'affanno della fuga.
Vista sotto questa angolatura, la scena può apparire allora come un concerto campestre per strumento solista, dove un giovinetto di natura celestiale rasserena una famiglia di gente semplice e le note del violino - come una ninnananna - cullano Maria e il Bambino nel loro riposo.
Non sentiamo la musica, certo, ma è come se fosse espressa dalla luce: non a caso, la luminosità si concentra proprio sul corpo dell'angelo e nel bianco del panneggio che gli si avvolge intorno dal quale si irradia poi verso Maria e il bimbo, mentre Giuseppe è lasciato un po' in ombra.
Ma che sta suonando l'angelo?
I musicologi si sono ingegnati a decifrare lo spartito scoprendo che non si tratta di note poste a caso, ma di un mottetto del fiammingo Noel Bauldewijn dedicato proprio a Maria.
Non ho la possibilità di riproporlo qui, ma contemplando il dipinto ho provato a immaginare quale altra colonna sonora si potrebbe associare alla scena.
Ed è stato subito un Adagio di Mozart a rifiorirmi nel cuore, in particolare quello del "Concerto per violino e orchestra n.5 in La maggiore K.219".
Certo, l'operazione è anacronistica, ma mi è sorto spontaneo il pensiero di quel brano perchè, con i suoi tratti di dolcezza e talora di malinconia, mi pare possa scendere davvero come balsamo a placare un'ansia angosciosa e fondersi bene col clima di sospensione del dipinto.
Lasciamoci portare allora da queste note intense e sublimi attraverso l'interpretazione di Anne-Sophie Mutter veramente degna di un angelo!
Buon ascolto!
22 commenti:
Ciao Annamaria.
Condivido la tua interpretazione del dipinto e del suo significato e, da sempre, la funzione ristoratrice della musica.
La dolcezza del dipinto e la soavità dell'Adagio sono un balsamo per l'anima.
Mi hai dato il desiderio di uscire nel sole, questo sole improvviso così lungamente atteso e così gradito.
Un frammento di pace e di dolcezza, grazie
Un bel post! Musica, arte, umanità profonda e condivisa senza troppe barriere. Interessante il lavoro di ricerca che hai svolto.
Ciao, Ambra!
Sono contenta che lo splendore del dipinto e la musica ti abbiano ristorato, come il tiepido sole di oggi.
Grazie del tuo commento e buon pomeriggio!
Grazie, Jean, di essere passato di qui e buon lavoro a te!
Benvenuto qui, Massimo, e grazie del tuo apprezzamento!
Penso che forse avrei dovuto dedicare qualche parola in più a quell'adagio di Mozart, ma è talmente sublime che le parole non bastano...
Però - come mi accade con ogni musica che posto - mi è rimasto dentro.
Buon pomeriggio!
questo brano è davvero meraviglioso, anche per me che non mi intendo di musica classica, un vero tesoro.
Bello il post, grazie Annamaria:)
Ciao, Viola!
Sì questo brano di Mozart è un vero tesoro!
Grazie della tua sensibilità e buona serata!
Sai che in questi giorni Caravaggio è presente in diversi blog che seguo? Che coincidenze...
Sì...una famiglia di gente semplice, come tu dici. E quelle ali nere dell'angelo...Caravaggio..trasgressivo?
Ed è vero che la musica può essere un balsamo benefico.
Ciao, Sandra!
Non conosco in particolare i blog a cui ti riferisci, ma so che c'è tanto amore per l'arte tra i blogger.
Dici Caravaggio trasgressivo per le ali nere dell'angelo...può darsi. La sua vita in effetti è stata trasgressiva. Ma credo che, in questo caso, le ali nere siano solo un espediente luministico per creare contrasto col bianco.
Però io non sono un critico...
Grazie e buon pomeriggio!
20 anni fa...Roma.....quante cose belle hai fatto conoscere ai miei occhi adolescenti. Ma Caravaggio(che tu mi hai mostrato x la prima volta) è stata passione a prima vista...mai spenta! Guardare la sua opera con le note di Mozart(che naturalmente non avevo mai ascoltato)è stata un' emozione unica. Riviverti come "cicerone", in questo blog, è un dono che si rinnova.Accompagni i tuoi ospiti con competenza...lieve....dando poi libero spazio alla musica.
Dimentico sempre di firmarmi.
Domenica
Carissima Domenica, dietro questi ricordi ti avrei riconosciuto comunque.
Ma....non sono passati 20 anni, sono di più!!!!
Grazie della tua presenza qui: anche la tua sensibilità è un dono che si rinnova.
A presto!
La blogger Domenica mi ha preceduto ed a ragione, ma ha detto esattamente quello che volevo dire io giacché Caravaggio è si abbastanza godibile ma con un "cicerone" come te la vista diventa ancora più affascinante specialmente per aver messo in risalto alcuni dettagli del quadro. Poi con quel video del Concerto di Mozart come colonna sonora l'opera è completa.
Mi hanno molto colpito le espressioni quasi estatiche della
violinista durante le brevi pause che effettuava quando doveva suonare solo l'orchestra.
Grazie,
aldo.
Grazie Aldo di questo commento.
E' proprio vero: la Mutter è un'interprete straordinaria e nelle pause del violino, sembra dirigere l'orchestra con pochi cenni e un'espressione di grande intensità.
Buon pomeriggio!
Come già detto, non sono abituale ascoltatore di queste melodie, ma quando passo da qui mi fermo sempre ad ascoltare perché la mia anima gradisce :)
Ciao Dario, mi fa piacere quanto scrivi: è il grande fascino di queste nelodie che s'incontra con la tua ricettività.
Grazie!
Mi piace moltissimo questa tua capacità di abbinare la musica con la pittura.
Oggi ho poche parole. Dopo averti letto, guardato il dipinto e ascoltato l'Adagio, mi sento in una dimensione così spirituale che non trova discorso.
Grazie, cara Annamaria!
egle
Ciao Egle!
Sì, questo Adagio di Mozart lascia davvero senza parole!
Grazie carissima, e a presto!
Caspita Annamaria,
mi sconvolgi per l'eleganza, la profondità e la sensibile sensualità o sensuale sensibilità che vibra dai tuoi scritti.
E sconfinata pare - a me rozzo ignorante dell'Arte - davvero la conoscenza che hai e della Musica e dell'Arte Pittorica...
Mi hai fatto tornare il ricordo di una signora che un tempo mi era molto cara...mi mostrò - con la stessa vibrante tua emozione - un quadro di Caravaggio, quello dove un Angelo guidava con leggerezza e gioco infinito la mano di un santo che scriveva
(ho abilmente dissimulato con questa descrizione la totale dimenticanza del nome del suddetto quadro! Son stato bravo, eh?!)
E da allora questo quadro mi è rimasto dentro, e tuttora occhieggio alle opere di Caravaggio con quel misto di diffidenza reverenziale che mi coglie quando si è davanti a qualcosa di grande e di speciale e io non ne capisco una cippa!
:o)--
Invero pari ispirata dall'Olimpica Erato
Grazie...un saluto
Mirco
:o)
Ciao, Mirco!!!
Bentornato qui!!!
Grazie del tuo comento, ma...non esagerare! Non ho affatto conoscenze "sconfinate" come dici, ma solo quelle che mi hanno lasciato i miei studi ormai di antica data (per l'arte) e la mia passione (per la musica).
Sono contenta che Caravaggio ti piaccia. Il quadro che descrivi è "San Matteo e l'angelo" che si trova a Roma nelle chiesa di S. Luigi dei Francesi insieme ad altri due quadri sempre di Caravaggio: la "Vocazione di San Matteo" e il "Martirio di San Matteo".
Grazie di tutto, Mirco! Devo a te l'aver iniziato a frequentare compositori come Galliano, Piazzola e Tiersen. Sì, Tiersen...non l'ho ancora postato, ma arriverà anche quello!
Ciaooooo!
Sempre per Mirco.
Dalla tua descrizione mi viene il dubbio che tu abbia visto la prima versione del "San Matteo e l'angelo" di Caravaggio. Era un primo quadro rifiutato dai committenti perchè il santo vi appariva come un povero contadino guidato proprio dall'angelo nello scrivere. Poi Caravaggio ha modificato il quadro che è quello che si può ammirare a Roma dove ti ho detto.
La prima versione è andata perduta e ne restano copie fotografiche o qualche frammento.
Ciao!!!
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