Cadrà domani il tredicesimo anniversario della morte di Fabrizio De André; e anche se l'odierno contesto della canzone ha dato spazio ad altri ritmi ed altri stili, le note di Faber - insieme ai suoi testi così poetici - ci parlano ancora.
Ci parla la sua capacità di toccare interrogativi di fondo, di sentire con profondissima intensità la malinconia del tempo che passa, la solitudine, la nostalgia per l'amore perduto prima ancora dentro che fuori di noi.
Ci parla la sua voce inimitabile che sa farsi dolcissima e insieme irriverente, mentre ci narra fiabe dense di verità o scava nel profondo della nostra esistenza.
Tra le canzoni più significative, ho in mente "Anime salve", "Inverno" o la bellissima "Preghiera in gennaio" tanto per citarne solo alcune: brani che testimoniano il senso religioso del compositore, il coraggio di guardare in viso la morte con occhi disincantati e pure colmi di umana - starei per dire sovrumana - pietà.
Numerose sono state in questi anni le incisioni così come gli arrangiamenti della sua musica volti a rendergli omaggio.
L'ultimo in ordine di tempo uscito lo scorso novembre è "Sogno N.1", un cd che raccoglie alcuni tra i pezzi più famosi del cantautore, dove la sua voce è accompagnata dalla London Symphony Orchestra che - cosa non nuova nel mondo della canzone - rivisita i brani in chiave classica.
L'operazione ha suscitato discussioni e un po' di sconcerto da parte dei cultori di De André, alcuni dei quali l'hanno accolta con entusiasmo riconoscendo all'orchestra il merito di aver creato arrangiamenti suggestivi e indovinati, mentre altri hanno visto in essa un totale stravolgimento dello stile dell'artista.
Personalmente, apprezzo la versione classica dei brani soprattutto dove li riempie di uno spessore quasi tardoromantico, anche se mi lasciano perplessa talune sonorità orchestrali un po' eccessive all'interno delle quali la voce dell'artista pare quasi forzatamente giustapposta rispetto al più sobrio accompagnamento originario. In ogni caso, "Sogno N.1" offre una rivisitazione per certi aspetti interessante.
Oggi però, desidero ricordare Faber con una canzone che non compare in quest'ultimo cd proprio perchè è già di per se stessa un pezzo classico: "Caro amore".
Il brano infatti - come già era stato per "La canzone dell'amore perduto" la cui aria è ripresa da Telemann - ricalca esattamente le note del famosissimo Adagio del "Concerto di Aranjuez" di Joaquin Rodrigo a cui De André ha aggiunto solo le parole.
Parole che, ancora una volta, ci raccontano il senso della precarietà e la nostalgia per la giovinezza perduta, dissolta come impalpabile soffio in una parabola che vede affiancato il ciclo delle stagioni a quello dell'esistenza umana.
E il discorso che prende forma sulla fioritura di note della chitarra sembra quasi farsi prosastico proprio come l'inevitabile cammino verso l'inverno dopo "i verdi anni che cantando se ne vanno".
Buon ascolto!
23 commenti:
Ecco un autore su cui potrei scrivere mille pagine. Tranquilli! Scriverò il meno possibile, ma dato che lo conosco abbastanza bene ho qualcosa da dire.
Fabrizio De André, uomo fragile, grande poeta, amatissimo da Fernanda Pivano, sa accompagnare con la chitarra i testi che scrive, ma che non musica. LA BUONA NOVELLA, che io considero il suo capolavoro anche per lo studio sui Vangeli apocrifi, è musicata magistralmente da Nicola Piovani e altre canzoni sono di Jannacci oppure (la legge lo consente) sono testi tradotti letteralmente da canzoni popolari di autori ANONIMI di cui ognuno di noi, per legge, si può impossessare. Vedi GEORDIE, che sugli spartiti di Joan Baez risulta onestamente di autore anonimo, mentre su quelli di Fabrizio trovate: parole e musica di Fabrizio De André.
Confesso che, umanamente, questo aspetto non mi piace, seppur lecito.
Comunque, mi inchino davanti ai versi del grande poeta Fabrizio De André.
Grazie per il tuo bel commento, Annamaria, e accetta questo mio spunto.
egle
Grazie, carissima Egle, della tua precisazione e di aver arricchito con il tuo commento questo blog.
Sì, De André si è avvalso non poche volte della collaborazione di altri musicisti. Pensavo però fosse stato Reverberi a collaborare a La buona novella e che Piovani avesse musicato altri testi di De Andrè.
In ogni caso GRAZIE e un grande abbraccio!!!
Ciao Annamaria, anch'io ti ringrazio per avere ricordato De André, grande figura di uomo, prima di tutto, e di cantautore eccezionale.
Un affettuoso saluto,
Lara
Anni fa sono andato, con un amico, a portare fiori sulla sua tomba, poi abbiamo girovagato per la città vecchia. Via del Campo ci ha commossi fino alle lacrime.Ho la discografia completa ed anche tutti gli spartiti, con mia moglie, che suona la chitarra, cantiamo le sue canzoni. Mi accompagna mentre dipingo.Grazie per averlo ricordato.
Mi sembra che parli un po' di me. Perciò grazie, Annamaria. Bacini!
De Andrè è De Andrè, non saprei cosa dire, i versi di Faber sono per me la massima espressione di testi per canzoni, oltre che inchinarmi di fronte al maestro non saprei cosa aggiungere.
Grazie Lara!
Ricordare De André è celebrare un poeta!!!
Ti abbraccio!
Grazie Jean!
Davvero suggestivo questo rito di ripercorrere i luoghi di Faber fino alla sua tomba.
E scoprire che è più vivo che mai!
A presto!
Ciao Chiara!
De André ha scavato nel cuore di tutti! Per questo lo sentiamo così vicino e vero.
Buona serata!
E' vero, Darjo!
Davanti ai testi delle sue canzoni, i commenti diventano superflui.
Grazie di essere passato di qui!
Mio Dio, quella dolcezza di Joaquin Rodriguez e quella voce piena di nostalgia di De André, fanno male al cuore.
Sì, Ambra, è una melodia proprio struggente e tuttavia dolcissima.
Grazie!!!
Riascoltare la voce di De Andrè,in questo caso dolce, avvolgente e nostalgica, è sempre una grande emozione. Una canzone che ho amato moltissimo e cantato tante volte con la chitarra è quella che hai ricordato tu :"La canzone dell'amore perduto". A quella sono più legata, ma è stupenda anche "Caro amore", mi è piaciuta molto anche suonata da Rodrigo, un musicista che non conoscevo. Grazie, Annamaria per questo omaggio ad un cantautore che non dimenticheremo e per il tuo commento, sempre così appassionato. Ciao!
Grazie a te Ninfa di essere qui!
E' De Andrè che ha ripreso la musica di Joaquin Rodrigo. Dopo la canzone ho riportato la clip video con l'originale dell'Adagio del Concerto di Aranjuez composto da Rodrigo nel 1939.
Grazie della tua condivisione e a presto!!!
Che nostalgia, che bello riascoltarlo!
Vero, Sandra???
Hai proprio ragione!
Grazie!
È bello ricordare De André, perché rimane (insieme a Battisti) il più grande cantautore italiano, e non solo :-))
Per quanto riguarda la recente versione orchestrata, mi lascia molto perplesso, perché la bellezza di De André sta proprio nel suo filo di voce con timbro baritonale e in accordi "elementari", essenziali, come le sue storie. Tuttavia, anche rivestimenti "barocchi" possono aggiungere a qualche canzone una veste più appariscente (oggi va di moda il look appariscente...).
Per ricordarlo hai scelto, carissima Annamaria, una perla di bellezza :-))
Ciò che dice Egle, nel primo commento, è vero (a parte l'errore da te prontamente corretto su Piovani e Reverberi) ;-) De André ha preso spesso musiche di altri (Jannacci, Centanaro, e qui Rodrigo), oltre brani classici e motivi popolari antichi; e ne sono nate polemiche famose. Jannacci, ad esempio (per quanto riguarda Via del Campo), con cui si ricompose, però; oppure Rodrigo, che vietò la riproduzione in un secondo album della canzone che hai postato.
Ma, detto questo, è vero che nelle mani di De André quelle musiche e quei motivi diventano un'altra cosa; e la parola assume un valore aggiunto decisivo, come hai fatto notare. Si tratta insomma di opere che mantengono la loro "originalità", nonostante tutto, e una bellezza tutta nuova.
Ma Bach e Mozart (per citare i big) non facevano qualcosa del genere? I corali di Bach sono canti scritti da altri, e Mozart con la sua mente prodigiosa "riciclava" molti temi musicali altrui. Ma poi, con la loro rielaborazione, diventavano tutta un'altra cosa, un'opera nuova, geniale...
Comunque è sempre doveroso citare la fonte, e all'inizio De André non sempre lo ha fatto. Da qui le polemiche.
Un caro saluto :-))
Antonio
Grazie, Antonio, del tuo ricchissimo commento!
E' vero: prendere spunto da musiche altrui - se è un genio a farlo - diventa comunque una ri-creazione e ne deriva "una bellezza tutta nuova" come giustamente hai scritto.
A proposito della versione orchestrata di "Sogno N.1", anch'io riconosco che le sonorità orchestrali - soprattutto nella seconda parte delle varie canzoni - sono spesso eccessive e ciò non corrisponde allo stile più scarno ed essenziale di De André.
Devo dire però che l'orchestra in sè in certi punti è suggestiva e la rielaborazione in chiave classica è riuscita: ci risenti dentro talora Brahms, talora Shostakovic....
Anche il duetto virtuale con Battiato non mi dispiace affatto.
Operazione quindi da una parte riuscita, ma certo - e qui siamo d'accordo - ben lontana dallo stile originario del cantautore.
Grazie ancora e un salutone!!!
Post emozionante Anna Maria.
Buona domenica!
Grazie, carissima Gianna!
Buona domenica a te!
:-)
Avevo dsa poco rispolverato lo struggente brano di Aranguez ( inserito tra l'altro nella raccolta di Milos Karadaglic : MEDITERRANEO ) e avevo proprio scordato che costituisce la musica della canzone di De Andrè "Caro amore" Grave ma perdonabile dal momento che agli amici ricordo spesso "La stagione del tuo amore", riportata anche sul mio blog, nella quale riornano i temi dell'età che passa come le stagioni
e del vento (Passa il tempo sopra il tempo ma non devi aver paura, sembra correre come il vento però il tempo non ha premura...)
Grazie cara Annamaria.
anna
Ho citato La stagione del tuo amore perchè non si trova in molte raccolte e molti non la conoscono ... a me piace molto
a presto anna
Anna carissima, che bello trovarti qui!
Grazie della tua indicazione: sono andata a cercare nel tuo blog "La stagione del tuo amore" che non conoscevo. Così ho ripercorso un po' i tuoi bellissimi post, completi di musiche e immagini.
Un abbraccio grande e a presto!!!
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