Si avvicina il solstizio d'estate e con l'approssimarsi del caldo anche la natura cambia aspetto e colori.
In alcune zone, soprattutto in pianura, i campi coltivati già imbiondiscono, mentre sui prati da tempo è iniziata la raccolta del fieno.
E sono proprio le operazioni agricole al centro della miniatura del "Ciclo dei Mesi" dei fratelli Limbourg che rappresenta Giugno, un'immagine che, per certi versi, sembra in contrasto con quella del precedente Maggio.
Là infatti, davanti agli edifici più importanti di Parigi, si snodava un'elegante parata, un corteo di nobili in festa, mentre qui - sempre davanti alla città che però ci appare da un altro angolo di visuale - protagonista della scena è il lavoro dei campi.
Pare quasi che l'autore della miniatura abbia voluto mostrare in questi due mesi, due diversi aspetti della società del Quattrocento francese, un mondo ancora per molti versi legato al feudalesimo, in una compagine che già si era avviata - per esempio in Italia - verso configurazioni sociali e politiche differenti.
La miniatura ci presenta i campi su cui i contadini stanno raccogliendo il fieno: dai tre uomini in secondo piano che falciano l'erba, alle due donne in primo piano che la rastrellano e ne fanno dei piccoli covoni. Dietro di loro, al di là di un filare di alberi e della Senna, si eleva la città di Parigi con le sue mura e il Palais de la Cité, dimora reale e allora sede dell'amministrazione.
Bellissima la prospettiva segnata dalla triplice linea dei covoni, del filare di alberi (forse gelsi?...) e delle mura merlate, così come estremamente particolareggiata è la rappresentazione degli edifici completi di pinnacoli, comignoli, torri, finestre, finestrelle e il magnifico rosone.
Tutto è registrato con grande realismo, nulla è lasciato al caso, neppure la vegetazione sulla riva del fiume che presenta esemplari di Tipha latifolia, pianta che anche oggi troviamo di frequente nei canneti vicino ai corsi d'acqua.
Come di consueto, da tutta la composizione spira un'aura di serenità data sia dall'equilibrio e dalle rispondenze dei colori, verdi e blu in particolare, sia dalla grazia delle figure femminili in primo piano alle quali l'autore restituisce eleganza e dignità, quasi a valorizzare il lavoro contadino un tempo disprezzato o ignorato.
A commento di questa immagine, il Preludio di Bach per liuto tratto dal "Preludio, Fuga e Allegro BWV 998".
Interessante la morbidezza e la profondità di suono che lo strumento conferisce al pezzo e pregevole l' interpretazione di Luciano Contini che fa fiorire il canto bachiano con limpida continuità.
Buon ascolto!
8 commenti:
Entrare nel tuo blog è davvero un gioire, cara Annamaria.
Bach, il liuto e la miniatura, un gioiello dai colori esaltanti, sono momenti unici che ci doni.
Grazie!
Un caro abbraccio,
Lara
Grazie Lara!
Sì, la musica fa gioire e questo Bach per liuto è interpretato in modo straordinario.
Ti abbraccio anch'io!
Buona serata!
Annamaria
Eccoci all'appuntamento artistico mensile. Tre volte artistico, per la musica (sempre scelta con grande sensibilità), per la miniatura e per il tuo testo che è da annoverare fra quelli di autori dotti e aperti alla bellezza.
Ambra, lo sai che quest'estate ho la forte tentazione di tornare al Museo Condé a Chantilly a rivedere proprio queste miniature?
Ciao, grazie di tutto e a presto!
Annamaria, sarebbe una visita molto bella. Poi quando si è già stati in un posto, museo, città, la seconda volta si vedono cose che si erano perse la prima volta. Non trovi?
Trovo eccome, Ambra! A me piace molto ritornare negli stessi luoghi.
A un patto però: che non si cerchi di rivivere le suggestioni della prima volta, perchè ogni viaggio ha una storia a sè ed emozioni spesso irrepetibili.
Grazie e buon pomeriggio!
Ciao Annamaria, 21 giugno, S. Luigi, alcune riflessioni; abito in un paese di fronte al Gruppo delle Grigne e nei giorni che precedono e seguono il soltizio estivo, nel nostro piccolo, possiamo mostrare al mondo un fenomeno affascinante, non proprio come quello che succede a Karnak in Egitto dove il sole raggiunge il centro della terra in questi giorni...... No A Barzio verso le 8 della sera puoi vedere il sole tramontare dietro il Grignone e dopo pochi minuti rinascere di nuovo per un quarto d' ora, cio' grazie al fatto che la montagna in quel punto strapiomba nel vuoto. Peccato che ora il caldo non sia ancora arrivato e le giornate si preparano ad accorciarsi.....
Bach e' immenso e al Liuto o Chitarrà lo e' ancor di piu', ha scritto poco per questi strumenti, ha fatto diverse trascrizioni di brani concepiti per altri e alcuni Esecutori hanno trascritto dell' altro, molto belle quelle dalle partite per violino e partite per violoncello solo. Bach a differenza degli Altri e' sempre magico all' ascolto; sia che lo esegui alla marimba o sulla tastiera dell' organo di Colonia..... Io possiedo di Bach tutte le Opere per liuto nell' esecuzione del grande Narciso Yepes che aveva anche realizzato una chitarra a 10 corde, che rende la sonorità ancor meglio dello splendido liuto; un CD doppio della Deutsche Gramophone. Annamaria hai notato le mani dell' esecutore? A me sembrano due polipi o piovre che si muovono automaticamente e autonomamente, quasi dotate di vita propria. Splendido pezzo eseguito magistralmente e interpretato con sentimento. Grazie Annamaria per le Tue proposte e osservazioni. Un saluto caloroso a Te e a quanti Ti seguono.
Ciao.
Francesco'57
Francesco, hai ragione: Bach eseguito all'organo o alla marimba è sempre e comunque straordinario.
Conosco le registrazioni di Narciso Yepes sul decacordo, ma - te lo dico francamente - mi convincono meno di altre fatte su di una normale chitarra classica.
Comcordo invece su questo interprete del brano per liuto: è davvero eccezionale e riesce ad ottenere un suono morbidissimo.
Grazie del tuo commento.
Ciao!
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