
Ieri, qui in pianura è ricomparsa la neve, una neve che tuttavia non ha imbiancato i tetti, lasciando il paesaggio colmo di grigiore e di tristezza. Oggi, affiora una campagna giallastra bruciata dal gelo dei giorni scorsi che il pallido sole di mezzogiorno non è riuscito a illuminare.
Eppure gennaio è finito, le giornate sono già più lunghe e la terra sotto la sua crosta di aridità sta covando la primavera. E’ il tempo dell’attesa: arida e brulla, dura e legnosa, eppure anche splendente attesa, piena di speranza per la ricchezza che l’inverno porta dentro, per quella vita che prepara nel segreto.
Lo testimonia un fiore che si apre in gennaio, un fiore dalla bellezza discreta, quasi inosservata, ma dal profumo intensissimo e inebriante: il Calycanthus. Quante volte, in questa stagione, il suo profumo mi ha colto per strada - nel buio della sera - come un regalo inaspettato, una sorpresa che ti fa rallentare il passo e cercare l’albero nascosto magari nella penombra di un giardino!
Come il profumo del Calycanthus può illuminare una sera invernale facendocene scoprire la segreta magìa, così anche una musica può restituire sorriso e forse passo di danza al nostro cuore.
Il secondo movimento della "Sinfonia fantastica" di Berlioz dal titolo "Un ballo", è un valzer dai toni delicati ma anche pieni di irruenza e inebrianti come un profumo. Infatti, il ritmo della melodia - sognante e appassionata - ora rallenta e si allarga a sottolineare con garbo la frase musicale, ora si fa più vivace per arrivare poi ad un finale concitato e trascinante.
Su queste note, buona settimana e buon ascolto!