S'intitola "Giorno d'estate" il dipinto che vedete e, in teoria, non potrebbe esserci tema più adatto a questi giorni agostani.
Il quadro, conservato presso la National Gallery di Londra, è opera di Berthe Morisot (1841 - 1895) una tra le pittrici più celebri e rappresentative dell'Impressionismo insieme a Marie Brocquemond, Mary Cassat ed Eva Gonzales che ho preso in considerazione nei mesi scorsi. Dopo aver frequentato l'atelier di Corot, l'artista si avvicina a Manet e alla pittura en plein air tipica dello stile impressionista. E come per le altre sue colleghe, i temi delle sue opere spaziano da raffigurazioni familiari e domestiche - tra le più celebri "La culla" - e scene di vita all'aperto a contatto con la natura.
Che cosa mi affascina in questo dipinto? Non solo la coincidenza stagionale del titolo che, di primo acchito, ci fa confrontare l'immagine col clima torrido di questi giorni - ah, le estati di una volta! vien da pensare vedendo le due protagoniste in soprabito e maniche lunghe - ma insieme una serie di elementi che indicano quella delicata attenzione femminile alla quale non sfuggono certi dettagli.
La pittrice ritrae due donne su di una barca nel laghetto del Bois de Boulogne, colte in una pausa di tranquillità, durante una passeggiata o una giornata di svago.
Alcuni critici sottolineano la spensieratezza che il quadro ci comunica con le sue tinte chiare, la pennellata veloce e leggera dall' andamento a zig zag teso a imitare il lieve movimento delle onde e i riflessi di luce. Certo, il tratto pittorico della Morisot è impalpabile e insieme efficacissimo: basti confrontare l'azzurro chiaro dell'acqua con quello del vestito della figuretta centrale per vedere come sfumature diverse e materiali differenti siano stati resi con una delicatezza senza pari. Ma interessante osservare anche la maestria con cui sono state realizzate le anatrelle che nuotano confondendosi letteralmente con la superficie del laghetto nel quale si specchia la vegetazione circostante.
Così pure, l'abbigliamento delle due donne rivela l'eleganza della buona borghesia francese del secondo Ottocento - spesso raffigurata anche da Monet, Manet o Renoir - fatta di cappellini di paglia col fiocco, guanti, ombrellini parasole e graziose ruches che sporgono dai colli delle giacche. Un mondo di dettagli piacevoli e vezzosi che davvero fanno pensare a un momento di serena distensione in mezzo alla natura.
Tuttavia...Tuttavia, a ben guardare, non so se si possa parlare di totale spensieratezza, soprattutto in riferimento ai volti e agli atteggiamenti delle due figure. La giovane donna al centro del quadro infatti non sorride, è seria, ha un'espressione attonita e gli occhi tradiscono una preoccupazione quasi avesse ricevuto una cattiva notizia o confidato un peso sul cuore all'amica la quale - se ci fate caso - si piega leggermente verso di lei come per dedicarle tutta la sua attenzione. Anche i dolci tratti del suo viso e la mano appoggiata sull'orlo della barca testimoniano un moto di vicinanza, di ascolto o forse incoraggiamento. L'estate cui si fa cenno nel titolo è intorno, ma non nel cuore di questa scena.
Sto esagerando? Non lo so. Senza scomodare troppo la fantasia, si potrebbe anche ipotizzare che la donna a sinistra stia semplicemente guardando le anatrelle, mentre l'amica si annoia. La realtà è talora più banale dei nostri arzigogoli...pardon, dei miei. Voi che dite?
In ogni caso, il dipinto rivela la grande abilità della Morisot nell'indagare l'animo dei suoi personaggi e insieme nel rappresentare un natura bellissima e vibrante come lo sfondo di questo quadro.
E quale potrebbe essere la sua colonna sonora? La presenza dell'acqua e lo stile impressionista mi suggerirebbero Debussy, ma come talora mi capita, ho fatto una scelta diversa. Infatti, non ho seguito la suggestione del paesaggio e della tranquillità di una giornata estiva, ma ho perseverato nella mia prima impressione, quella di un velo di tristezza nella figura centrale, una sorta di non detto che traspare però dai visi e dai gesti.
Così, sono approdata a Felix Mendelssohn Bartholdy (1809 - 1847) e al brano che apre i suoi "Charakterstücke op.7" per piano solo. Si tratta di una raccolta di sette pezzi in cui possiamo ravvisare reminiscenze bachiane, sia dal Clavicembalo ben temperato che dalle Variazioni Goldberg.
Ma stavolta non è stato l'amore per Bach a guidarmi nella scelta, bensì la sottile malinconia che aleggia proprio nel primo brano, un Andante in mi minore. Vi ho ritrovato infatti una struttura che può quasi ricordare un dialogo: mano destra e mano sinistra si alternano in quello che può sembrare un parlare da un lato e un prestare attenzione dall'altro. Ci
sono infatti brevi passaggi drammatici insieme a una melodia che
talora ritorna su stessa quasi a reiterare una confidenza o un moto di
comprensione, simile alla cura e alla delicata sollecitudine che una persona può avere verso un'amica che le abbia confidato la sua pena.
Buon ascolto!
(Le foto sono prese dal web)
2 commenti:
No, cara Annamaria, non credo che tu abbia esagerato nella tua interpretazione, anzi: personalmente mi spingerei ad ipotizzare che la donna vestita di chiaro sia addirittura spaventata. Da qualcosa che ha appena vissuto... o per qualcosa che deve affrontare..? Mi appare comunque tutt'altro che tranquilla, e quasi estraniata rispetto all'ambiente circostante. Mi chiedo anche se non troverei quella sua espressione più appropriata all'interno di uno spazio chiuso.
Per quanto la riguarda c'è anche un altro elemento che mi sorprende, ed è l'azzurro di quel suo ombrellino. Colore a suo modo affascinante e reso in modo magistrale, eppure nello stesso tempo quasi incongruo e direi estraneo rispetto al contesto; proprio come certi avvenimenti che s'impongono a volte all'improvviso all'interno di una vita fino a sconvolgerla, ed è ciò che la proprietaria dell'ombrellino sembra stare vivendo, ricordando o temendo...
L'atteggiamento dell'altra figura mi risulta invece diversamente enigmatico, a partire da una banale indecifrabilità nel senso che plasticamente sembrerebbe guardare dietro l'amica, e quindi come ipotizzi tu verso l'acqua e magari le anatre; però il suo atteggiamento complessivo dà proprio l'impressione di una partecipe vicinanza e di un caloroso sostegno all'amica, a cagione dello stato d'animo di questa, preoccupato o spaventato che sia, comunque in allarme.
Quanto al tratto pittorico complessivo lo trovo davvero incantevole, così soave e insieme estremamente efficace, proprio come rilevi tu.
Ad ogni modo non mi sembra esagerato considerare Morisot una vera fuoriclasse, anche se mi pare goda in generale di minore successo rispetto a quanto meriterebbe (puntatina al veleno: forse perchè donna?)
Il pezzo di Mendelssohn ci sta a pennello, trovo, proprio per quel suo velo di malinconia unito alla struttura dialogica, come acutamente rilevi. E mi fa piacere incontrare questo Autore anche perchè ho l'impressione che in genere sia sottovalutato, nel senso soprattutto di poco eseguito rispetto a quanto, da vero genio musicale qual è, meriterebbe.
Qui non riesco però a non farmi scappare un'altra stoccatina velenosa... ebbene sì, inevitabilmente a favore della sorella Fanny che a sua volta aveva doti non comuni di compositrice, di fatto irregimentata però dalla società dell'epoca e soprattutto dai parenti più stretti, Felix compreso, nel ruolo della buona madre di famiglia che... certo, può coltivare la sua propensione per l'arte musicale, ma solo come passatempo: praticamente un hobby che non deve in alcun modo interferire con, tra molte virgolette, la funzione e i compiti che spettano a una donna. Con buona pace del suo grande talento andato praticamente disperso.
Buon Ferragosto anche a te, carissima Annamaria!
Cara Siu, buon Ferragosto a te e grazie di questo commento così articolato!
È vero, la figura centrale del dipinto sembra spaventata e in un certo senso il suo abbigliamento elegante contrasta con la preoccupazione che traspare dal suo sguardo, come fosse un bell' abito esteriore che non corrisponde però al suo stato d'animo.
Quanto allo stile, trovo questo quadro meraviglioso: non smetterei mai di contemplare il particolare con le anatrelle che si confondono con l'acqua perché è magistrale e degno dei più celebri impressionisti.
Certo il ruolo delle donne nell'Ottocento, sia che fossero pittrici o musiciste, era limitato al mondo familiare e tante di loro che si sono fatte strada divenendo famose non hanno avuto vita sempre facile svolgendo professioni dominate da figure maschili. È proprio il caso di Fanny, la sorella di Mendelssohn che però recentemente mi pare sia stata rivalutata.
Tornando indietro nel tempo, qualche studioso sostiene che anche Anna Magdalena, la seconda moglie di Bach che lo aveva tanto aiutato trascrivendo i suoi testi, sia in realtà l'autrice di alcuni quaderni musicali.
Come forse avrai letto nel post di stamattina, col blog mi prendo qualche settimana di vacanza, ma ci risentiamo in settembre.
Ti ringrazio ancora e ti auguro un'estate serena!!!
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