Domenichino (1581 - 1641) : "S.Cecilia col coro" |
Metto proprio tre punti esclamativi perchè, all'inizio della mia piccola avventura di blogger, mai avrei immaginato la sua durata e soprattutto l'immensa gioia che mi avrebbe regalato.
Ma se oggi, a distanza di anni da quel primo post del 2010, mi ritrovo dentro ancora intatto l'entusiasmo della condivisione, devo dire GRAZIE agli amici lettori che, conosciuti o sconosciuti, esplicitamente o meno, commentando o in silenzioso ascolto dietro un computer, hanno gustato con me l'inesauribile splendore della Musica.
Tuttavia, parlare di entusiasmo intatto non è pienamente rispondente al vero perchè - com' è naturale per ogni cosa - lo scorrere del tempo cambia il nostro modo di essere insieme alle nostre percezioni. Così a volte, alla prova del quotidiano e confrontate con quelle altrui, le esperienze assumono connotati e spessore diversi, a somiglianza di un cammino in continuo mutarsi e divenire.
Bene. Alla luce di tutto ciò, devo dire che il mio entusiasmo non è intatto per il semplice motivo che è raddoppiato e, se ieri muovevo i primi passi gioiosi ma un po' incerti, oggi il mio desiderio di condividere ha messo radici in una convinzione sempre più solida e serena.
Insomma, non mi sono ancora stancata e questo - oltre che a tutti voi - lo devo alla Musica che, con la sua infinita e multiforme Bellezza, mi ha regalato il piacere dell'ascolto sollecitando in me anche tanta voglia di imparare.
È alla luce di tali considerazioni che mi piace festeggiare ancora una volta Santa Cecilia dedicandole un brano che mi ha catturato, nonostante sia un po' diverso rispetto alle mie consuete scelte musicali.
Si tratta della celebre "Ciaccona di Paradiso et dell'Inferno" dalla raccolta intitolata "Canzonette spirituali e morali" (Milano, 1657), scritta e musicata da un Anonimo del XVII sec.
Il pezzo si dipana in una sorta di contrasto di accattivante teatralità tra il coro e il solista - qui interpretato dal famosissimo controtenore Philippe Jaroussky - accompagnati dall' "Arpeggiata", ensemble vocale e strumentale di musica antica diretto da Cristina Pluhar.
Eccovi il testo:
"O che bel stare è stare in Paradiso
dove si vive sempre in fest'e riso
vedendosi di Dio svelato il viso.
O che bel stare è stare in Paradiso!
Ohimè che orribil star qui nell'Inferno
ove si vive in pianto e foco eterno
senza veder mai Dio in sempiterno.
Ahi ahi che orribil star giù nell'Inferno!
Là non vi regna giel, vento, calore,
che il tempo è temperato a tutte l'hore,
pioggia non v'è, tempesta, nè baleno,
che il Ciel là sempre si vede sereno.
Il fuoco e 'l ghiaccio là, o che stupore,
le brine, le tempeste e il sommo ardore
stanno in un loco, tute l'intemperie
si radunan laggiù, o che miserie!
Havrai insomma là quanto vorrai,
e quanto non vorrai non haverai.
E questo è quanto, o Musa, posso dire,
però fa pausa il canto e fin l'ardire.
Quel ch'aborrisce qua là tutto havrai,
quel te diletta e piace mai havrai
e pieno d'ogni male tu sarai,
dispera tu d'uscirne mai, mai, mai!
O che bel stare è stare in Paradiso
dove si vive sempre in fest'e riso
vedendosi di Dio svelato il viso.
O che bel stare è stare in Paradiso!"
Nella successione di quartine di endecasillabi cantate alternativamente dal solista e da due strumentisti che fungono da coro, si descrive la vita dei beati e dei dannati con espressioni che hanno radici sia nella letteratura che in tanti dipinti medioevali sull'argomento.
Assolutamente straordinaria la voce di Jaroussky - in voluto contrasto con quelle solo in apparenza disordinate dei due coristi - così come la simpatica ironia con cui viene interpretato il brano.
Spero che Santa Cecilia - dal Paradiso appunto - approvi questa dedica un po' singolare e sorrida con noi.
Buona visione e buon ascolto!
10 commenti:
Che meraviglia questa Ciaccona di Anonimo! Bellissima l'esecuzione strumentale e vocale sia nella fantastica parte paradisiaca del solista che nel coro che canta l'inferno. I'm astonished.
Grazie, Annamaria cara, per questa preziosa e rara chicca per Santa Cecilia.
Un abbraccio.
egle
Sì, cara Egle, bellissima esecuzione sia nella parte vocale che strumentale.
Meravigliosa la voce di Jaroussky e straordinaria la limpidezza dell'acuto finale.
Ma mi ha anche molto divertito la simpatica ironia di tutta l'interpretazione, coristi compresi, che per saper cantare in quel modo meno sottile e apparentemente disordinato, devono in realtà essere bravissimi!
Grazie di cuore e buona serata!!!
Davvero simpaticissimo ( e colto sotto l'apparente scherzosità ) il brano che ci hai presentato. Mi ha colta di sorpresa ( come dicevi giustamente, un po' diverso dai tuoi consueti )e mi ha molto divertita l'ironica e teatrale interpretazione.
Tutti gli esecutori hanno mostrato grande maestria in questo godibilissimo brano d'epoca; non ho parole poi per commentare la voce di Jaroussky che sembra - appunto - provenire da un altro ( e paradisiaco! ) mondo!
Colgo l'occasione per formularti il mio compiacimento per l'Anniversario, con l' Augurio sincero di una lunga e soddisfacente prosecuzione...
Grazie del tuo augurio e di tutto, cara Frida! Come ho scritto, l'esperienza del blog in questi anni mi ha consentito e mi consente ancora di imparare, scoprendo musiche e interpreti che mi erano sconosciuti.
Tra questi, proprio i componenti dell'Arpeggiata che dimostrano davvero grande maestria.
Ma le sorprese non sono finite...sto preparando un post che pubblicherò tra qualche giorno sempre sullo stesso gruppo - e non solo - ma con musiche di stile diverso.
Ancora grazie e buona giornata!!!
Che bellezza!
Carissima, desidero sinceramente rinnovare i miei complimenti e dirti che è una vera gioia seguirti
Un brindisi all'inestimabile dono della musica, vero abbraccio universale!
Adriana
Sono io che ringrazio te, cara Adriana, della tua preziosa vicinanza!!
Il brindisi va proprio alla musica che ci appassiona, regalandoci una gioia tale che non si può non condividere!!!
Una simpatica interpretazione, da dedicare a tutti quelli che pensando "musica classica" pensano in automatico "che pesantezza, che noia"!
Bravissima, Anna!!! Grazie di questa tua considerazione! La musica classica è profondità ma pure leggerezza, energia, vivacità, ritmo...e perché no?...divertimento!!!
Trovato ciaccona strumentale di Francesca Caccini edita nel primo ventennio del '600, ben prima di questa versione con testo, che ha identica melodia. Peccato non citare la originale compositrice
Grazie, Mariangela, di questa preziosa informazione che non conoscevo. In effetti la famosa "Cecchina" è stata una delle compositrici più significative del suo tempo.
Auguri di buon anno!
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