Febbraio è già iniziato da più di una settimana, ma non ho ancora aggiornato il calendario di casa, piccolo rituale che - puntualmente - compio all'inizio di ogni mese, nell'angolo della mia cucina che s'illumina di sole di primo mattino.
Ma non si tratta di una dimenticanza.
Il fatto è che non riesco a staccarmi dall'immagine che mi ha accompagnato finora in questo esordio d'anno, rischiarandomi lo sguardo ogni volta che vi passo davanti.
Contrariamente alle mie abitudini che - come scrivevo in passato - mi hanno sempre indotto a scegliere un calendario illustrato da panorami toscani, quest'anno è stato quello della Provenza ad attirarmi con vedute e colori.
Il tempo vi è scandito da immagini molto luminose: il viola dei campi di lavanda vicino all'abbazia di Sénanque, cesti colmi di frutta variopinta, casolari di pietra nel mezzo della campagna talora innevata e così via.
Anche qui da me i campi sono imbiancati di neve, ma il paesaggio provenzale del mese di gennaio - sì, proprio quello che vedete! - stranamente mi regala cielo blu e ginestre, insieme alle pale ariose di un mulino a vento: un'immagine di splendore mediterraneo dove si vive un anticipo di primavera.
Volendo, è piacevole anche febbraio che rappresenta un uliveto nel periodo della raccolta; tuttavia lì non si vede il cielo e non ne deriva lo stesso respiro. Così ho fermato il tempo al mese scorso.
Qui infatti è proprio il giallo in primo piano, è il contrasto tra il blu intenso e la pietra chiara del mulino ad offrirmi una prepotente ed energica sensazione di vita. E quelle ginestre nel cuore
dell'inverno - fiori umili e poveri in fondo, fiori del deserto come ricorda il Leopardi - quando l'occhio si posa fuggevole su di loro, sanno regalarci una suggestione che resta dentro simile all'eco di un sogno luminoso, mentre magari i pensieri correvano a tutt'altro.
E questa strana stagione che, mentre in certe zone porta neve in quantità, in altre già volge a primavera, mi fa pensare alla mutevolezza e alla luminosità di alcuni brani di Frédérick Chopin, ariosi e animati, per un momento tempestosi e poi dolcissimi. Così oggi, del compositore polacco vi propongo lo "Studio in La bemolle maggiore op.10 n.10".
Uno Studio - lo dice la parola stessa - è originato da finalità didattiche e consente al pianista di impadronirsi di figurazioni particolarmente difficili, ora ripetute, ora arricchite da varianti, ora trasposte in altre tonalità così da permettere l'uso di
tutta una serie di tattiche nella diteggiatura e nell'esercizio della mano. Tuttavia non si tratta solo di tecnica, ma - come accade anche per diversi altri autori - un afflato poetico insieme a una vivace inventiva percorre quasi sempre questi brani.
In Chopin appena ventenne, l'intenzione nel comporre gli Studi era proprio quella di fondere virtuosismo - pensiamo a Liszt e a Paganini, che sotto questo profilo a quel tempo riscuotevano già consensi - ed espressività, tecnica e arte. Ne derivano quindi pezzi brevi, ma di ricchissima varietà, simili a sprazzi di luce che spalancano al nostro sguardo improvvisi angoli di meraviglia.
Qui, il brano si snoda come un moto perpetuo in un costante vibrare di note e di arpeggi che sembrano squillare come i colori
vivi della foto, in taluni passaggi simili ad ali di farfalla lievi e
inafferrabili, ma altrove segnati da un ritmo sempre più irruente e acceso.
Un brano che dà spazio alla fantasia come l'immagine del mio calendario che, offrendoci un piccolo luminoso scorcio, ci consente di sognare la visione d'insieme.
Buon ascolto!
10 commenti:
Lo studio di Chopin ben si accompagna con i colori e i profumi della Provenza, che tanto amo e conosco in ogni angolo.
Grazie per riportarmi a ricordi del passato. Riesci sempre a farmi scoprire che qualcosa di bello l'ho vissuto.
Grazie, cara Annamaria!
egle
Ne sono felicissima, cara Egle!!!
Grazie e un abbraccio serale!!!
Come sempre riesci ad accoppiare bene il post scritto con la meravigliosa musica di Chopin.
Ciao cara Annamaria
Stefano G.
Ciao Annamaria, la pagina di Gennaio del tuo calendario porta tanta luce, da quasi l'idea della bella stagione, forse è proprio quello che attrae, un po' l'illusione delle giornate luminose e piene di colore. Anch'io come Egle trovo ottimo l'abbinamento di Chopin con i colori e i profumi della Provenza ... musica affascinante e ottima scelta come sempre. Buon proseguimento di settimana e un abbraccio Stefania
Grazie, Stefano!
Sono contenta che l'abbinamento musica - immagine piaccia anche a te.
Buona serata!!!
Sì, Stefania, è un'immagine particolarmente luminosa che dà respiro al cuore e allo sguardo.
E credimi, è ancora al suo posto in cucina, perchè neppure oggi ho aggiornato il calendario....
Un grande abbraccio egrazie!!!
Mi piacerebbe andare a visitare la Provenza quest'estate. Un forte abbraccio e Buona Vita.
Ti auguro di poterci andare, carissima Erika!!!
Grazie e un abbraccione a te!!!
Sempre belle le tue associazioni "musicali". Questa volta con un paesaggio della Provenza affascinante e luminoso con le sue ginestre.
Grazie, Ambra, sempre molto buona!
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