venerdì 9 gennaio 2015

Je suis Charlie
















 
Gabriel Fauré (1845 - 1924) : "Agnus Dei" dal "Requiem op.48".

12 commenti:

Anonimo ha detto...

"Je suis" in ogni uomo maltrattato,ucciso...nei gesti,nelle parole:
"Je suis la fraternitè"

Annamaria ha detto...

Certo, Anonimo, pienamente d'accordo con te.
Ma mi piacerebbe ringraziarti dandoti un nome....
Ciao!

amicusplato ha detto...

Commovente e molto significativo il riferimento a Charlie Brown, carissima Annamaria.

Bellissima la musica del Requiem di Fauré.

Due dimostrazioni di arte somma in giornate dove qualcuno vorrebbe riportarci alla barbarie.

Un grande abbraccio :-)

Ambra ha detto...

Questo Requiem intriso di dolore è la nostra corona ai funerali dei nostri compagni trucidati.

Annamaria ha detto...

Grazie, Antonio! Non si può davvero restare in silenzio davanti a questa barbarie. E quando mancano le parole, lasciamo che a parlare sia la musica!
Un grande abbraccio a te!!!

Annamaria ha detto...

E' proprio così, cara Ambra!!!
E' il nostro modo di partecipare.
Ti ringrazio e ti abbraccio!!!

Anonimo ha detto...

http://www.sullastradadiemmaus.it/il-guado-di-yabbok/2087-charlie-hebdo-una-disquisizione

Annamaria ha detto...

Grazie, Anonimo, ora lo sei un po' meno!

Anonimo ha detto...

io non ho bisogno di identificarmi con Charlie Hebdo per condannare la strage di Parigi e per dire che non si uccide in nome di Dio.
Il mio Dio mi dice che la vita è sacra, che non si uccidono i bambini nel grembo materno, che non si uccidono le persone malate in stato terminale, che non si deve uccidere finanche chi si rende responsabile del più atroce dei crimini.
Il mio Dio mi dice che non si uccide e basta.
Invoco perciò la Sua pietà per le vittime di questa ennesima mattanza e la Sua misericordia per i carnefici, augurandomi che questi ultimi possano al più presto essere assicurati alla giustizia degli uomini che deve fare il suo corso.

Ma non ci può essere libertà senza verità; e la verità non deve servire a giustificare, ma a comprendere.
Questa strage non è stata un attentato contro la libertà di stampa, ma un’azione esecrabile, ripugnante e abominevole compiuta da criminali che credono che possa esistere un Dio orgoglioso di chi lo vendichi delle offese subite.
Perché di questo si è trattato, fanatici criminali che hanno giustiziato, dal loro punto di vista in maniera esemplare, chi si è reso reiteratamente responsabile di gravi e imperdonabili offese al loro Dio.
La libertà di stampa non c’entra nulla, come invece ipocritamente si vuol far credere.

PERÒ PUR CONDANNANDO IL GESTO CRIMINALE SENZA SE E SENZA MA, NON SI PUÒ ACCETTARE L’IDEA CHE SI DEBBA ESSERE TUTTI CHARLIE HEBDO.
LA MIA CULTURA, LE MIE RADICI CRISTIANE, LA MIA FEDE, L’APPARTENENZA ALLA MIA CHIESA ME LO IMPEDISCONO.
IO NON SONO COME CHARLIE HEBDO, IO NON SORRIDO DI FRONTE A UNA VIGNETTA CHE RAFFIGURA LA MADONNA A GAMBE APERTE MENTRE PARTORISCE GESÙ BAMBINO COME IN UN PRODIGIOSO NUMERO DA CIRCO E NON MI DIVERTE L’ILLUSTRAZIONE SATIRICA DELLO SPIRITO SANTO CHE SODOMIZZA GESÙ CROCIFISSO CON TANTO DI BUCHI SU MANI E PIEDI CHE A SUA VOLTA POSSIEDE DA DIETRO IL PADRE ETERNO CON LA LINGUA DI FUORI IN ESPRESSIONE GAUDENTE.
QUESTA NON È SATIRA, È VILIPENDIO.
NE SONO PROFONDAMENTE OFFEA, MA NON PER QUESTO COLPIREI L’AUTORE DELLA VIGNETTA, NEANCHE CON UNO SCHIAFFO.
CREDO SIA IMPORTANTE NON VERGOGNARSI DELLA PROPRIA IDENTITÀ E CHE SIA ALTRETTANTO IMPORTANTE DIRE LA VERITÀ, ANCHE IN QUESTO MOMENTO DI LUTTO.

IL DIRITTO DI SATIRA FINISCE DOVE INIZIA IL DIRITTO DI UNA CULTURA E DI UN POPOLO A ESSERE RISPETTATO NEI SUOI VALORI COSTITUENTI.
CHIARLIE HEBDO È PROPRIO UN BRUTTO GIORNALE PERCHÉ NON HA RISPETTO DI CIÒ CHE PER GLI ALTRI È SACRO.
IO NON SONO COME CHARLIE HEBDO.
graZIE
luisa

Annamaria ha detto...

Grazie a te, Luisa!
Ho letto con attenzione il tuo post, ho visto anch'io le vignette blafeme e non posso certo condividerne il contenuto!!!
Insieme a te "ne sono profondamente offesa, ma - come scrivi anche tu - non per questo colpirei l'autore della vignetta neanche con uno schiaffo".
Al di là del significato letterale della frase, il mio "je suis Charlie" - e penso anche quello di molti altri - non voleva essere un'adesione o peggio un' identificazione con la volgarità di certe immagini, ma semplicemente un modo di esprimere solidarietà nel dolore a degli esseri umani così barbaramente trucidati. E' come dire "sono con te, vicino a te nel tuo dolore". Tutto qui.
Grazie!

Anonimo ha detto...

Non sono venuta per "arrogarmi" meriti con opinioni "firmate" (a cosa serve? se non a gloriarsi ?), ma solo per esprimere un semplice pensiero. (Anonimo del 9 gennaio ore 13:09)La saluto cordialmente

Annamaria ha detto...

Grazie, Anonimo, ma la sua volontà di "esprimere un semplice pensiero" era chiara e non ho pensato che volesse "arrogarsi meriti con opinioni firmate."
La saluto cordialmente anch'io!