
Ancora un'immagine a tema natalizio? Mah...l'ho già pubblicata l'altro giorno; o una rappresentazione dell'inverno con la neve, sempre piena di calore...o magari un quadretto naif ? Sì certo, però non tutte le opere mi convincono e non posso postare un dipinto qualsiasi solo perchè "è bello": ciò che condivido qui deve provocarmi dentro uno scatto, una scintilla, altrimenti non vale.
Poi, mi è tornata sott'occhio la "Natività di Gesù" che vedete, opera di uno dei miei antichi amori, Gentile da Fabriano (1370 - 1427), e subito sono stata presa dalla suggestione intensissima di quel cielo stellato, lassù, che sembra ricoprire tutto il quadro come un manto, ricolmandoci di stupore.
Così, mi sono detta che non potevo non postare una tale meraviglia e, abbandonata ogni incertezza, sono ritornata al tema natalizio.
E' un'atmosfera intima, familiare e insieme un po' fiabesca quella che il dipinto - conservato a Firenze, agli Uffizi - ci presenta: è la fiaba del Gotico internazionale di cui Gentile da Fabriano è in Italia il massimo esponente.
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Quando ancora la Storia dell'Arte nella scuola italiana aveva un suo spazio e non era mortificata da una politica scolastica gretta come accade oggi - eh sì, una volta tanto permettetemi una punta di polemica! - sui testi si studiava che, tradizionalmente, il primo "notturno" dell'arte italiana era considerato il "Sogno di Costantino" di Piero della Francesca, inserito nel ciclo di affreschi della Chiesa di S.Francesco ad Arezzo.
Oggi, accurati restauri hanno rivelato che, più che una notte, quella in cui s'inquadra l'episodio è un'alba. Ma a parte questo, l'opera vanta giustamente tale fama perchè si tratta del primo tentativo di dare del cielo notturno una visione realistica e non stereotipata come per il passato.

Diversi sono stati i pittori di questa fase di transizione, ma un cielo stellato incantevole come quello dipinto da Gentile da Fabriano penso sia raro.
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E' una luce di origine divina che s'irradia dal Bambino e dal quel meraviglioso angelo che, in alto, dà l'annunzio ai pastori, mentre una miriade di stelle illumina il blu profondo della notte. Ed è il blu di una notte reale, non un cielo stereotipato, ma un cielo visto davvero, di un blu cobalto come capita a volte di osservare in certe serene notti invernali, quando la volta stellata ci riempie del suo fascino di sogno.
Da tutta la scena spira un'aura di stupore che ci riporta in modo significativo e pure pacatissimo al mistero e all'incanto del Natale.
E c'è una muta dolcezza che accomuna i vari personaggi: dalla Vergine un po' meno intensamente illuminata rispetto agli altri e assorta nel suo manto di adorante umiltà, alle due semplicissime figure a sinistra.
Ma tenero anche il protendersi dell'asino verso il Bambino in un atteggiamento di attenzione quasi umana.
E a commento di queste immagini, un brano di Antonio Vivaldi (1678 - 1741) : il "Largo" dal "Concerto in la minore per flauto ed archi RV 108", nel quale il particolare timbro del flauto dolce sembra risuonare come una lieve ninna-nanna e può aiutarci a entrare meglio nella contemplazione del dipinto.
Un modo pacato e rasserenante per avviarci - nel nome della bellezza - alla conclusione di quest'anno e verso il nuovo.
Buon ascolto e Buon Anno a tutti !