Cade in questi giorni il settimo anniversario della strage di Beslan, massacro avvenuto nel 2004 in una scuola dell'Ossezia del Nord, ad opera di un commando di terroristi che ha lasciato dietro di sè quasi 400 morti di cui 186 bambini.
Non è facile commemorare un simile evento perlomeno a parole. Talora può diventare solo un atto formale che rischia di togliere spessore al nostro dire : capita infatti che, a volte, le parole restino discorsi d'occasione e non riflettano la reale vicinanza dettata dal cuore.
Forse occorre ritrovare il senso della lezione di Ungaretti che, a proposito della poesia - quindi anche del proprio modo di comunicare - scriveva: "Quando trovo / in questo mio silenzio / una parola / scavata è nella mia vita / come un abisso."
Ma credo che questi versi ungarettiani si possano applicare anche alla musica.
Ci sono infatti profondissime vicinanze d'anima che nascono a monte delle parole o delle note, anche se poi di queste si servono. E quando ciò accade, il cuore autentico affiora dallo scritto o dai suoni che regalano veri accenti di poesia.
E' il caso di "Foglie di Beslan", brano di Allevi per pianoforte e orchestra tratto dal cd "Evolution" (2008), che il compositore ha dedicato esplicitamente alle vittime di quella tragedia: note come parole d'amore e di pietà, ma anche ribellione ad ogni forma di violenza, soprattutto quella contro l'infanzia.
Il pezzo si apre sui bassi frementi del pianoforte, simili a un tuono lontano che annuncia il temporale, a introdurre il tema del brano: un'aria di struggente malinconia.
Questa è poi ripetuta più volte : ora sommessa e dolce - pianto, invocazione e ninna-nanna ad un tempo - dove alla delicatezza dello strumento solista risponde l'intensità dell'orchestra con straordinari "pianissimo"; ora pervasa da ritmi più forti e martellanti.
Una serie di passaggi di tonalità - peraltro frequenti nella scrittura musicale di Allevi - conferisce infatti sempre maggiore drammaticità al brano, quasi il compositore avesse immaginato una strage degli innocenti simile a quella di Guido Reni riportata nella foto, intrisa di violenza e ferocia, dolore e compianto.
Tuttavia non è solo il ricordo della tragedia in queste note, ma un intero mondo di affetti che qua e là affiora con l'eco lontana di cantilene e giochi, come un abbraccio pietoso a nascondere l'orrore.
Buon ascolto!
Non è facile commemorare un simile evento perlomeno a parole. Talora può diventare solo un atto formale che rischia di togliere spessore al nostro dire : capita infatti che, a volte, le parole restino discorsi d'occasione e non riflettano la reale vicinanza dettata dal cuore.
Forse occorre ritrovare il senso della lezione di Ungaretti che, a proposito della poesia - quindi anche del proprio modo di comunicare - scriveva: "Quando trovo / in questo mio silenzio / una parola / scavata è nella mia vita / come un abisso."
Ecco, serve davvero un'espressione che nasca dall'abisso del cuore : non plastica frusta, ma carta filigranata da osservare in controluce per scoprirne la preziosa trama segreta!
Ma credo che questi versi ungarettiani si possano applicare anche alla musica.
Ci sono infatti profondissime vicinanze d'anima che nascono a monte delle parole o delle note, anche se poi di queste si servono. E quando ciò accade, il cuore autentico affiora dallo scritto o dai suoni che regalano veri accenti di poesia.
E' il caso di "Foglie di Beslan", brano di Allevi per pianoforte e orchestra tratto dal cd "Evolution" (2008), che il compositore ha dedicato esplicitamente alle vittime di quella tragedia: note come parole d'amore e di pietà, ma anche ribellione ad ogni forma di violenza, soprattutto quella contro l'infanzia.
Il pezzo si apre sui bassi frementi del pianoforte, simili a un tuono lontano che annuncia il temporale, a introdurre il tema del brano: un'aria di struggente malinconia.
Questa è poi ripetuta più volte : ora sommessa e dolce - pianto, invocazione e ninna-nanna ad un tempo - dove alla delicatezza dello strumento solista risponde l'intensità dell'orchestra con straordinari "pianissimo"; ora pervasa da ritmi più forti e martellanti.
Una serie di passaggi di tonalità - peraltro frequenti nella scrittura musicale di Allevi - conferisce infatti sempre maggiore drammaticità al brano, quasi il compositore avesse immaginato una strage degli innocenti simile a quella di Guido Reni riportata nella foto, intrisa di violenza e ferocia, dolore e compianto.
Tuttavia non è solo il ricordo della tragedia in queste note, ma un intero mondo di affetti che qua e là affiora con l'eco lontana di cantilene e giochi, come un abbraccio pietoso a nascondere l'orrore.
Significativo anche il titolo che, con l'immagine delle foglie, suggerisce il senso di una fragilità spazzata via dal turbine dell'uragano ma allo stesso tempo fatta di tenerezza, come sola può essere la piccola esistenza di un bimbo.
Buon ascolto!
14 commenti:
Leggerti: una ricchezza. Bacini!
Grazie, Chiara!
Una ricchezza questa musica!
Abbraccio grande!!!
"...nell'abisso del cuore".
Cara Annamaria,non tutti riescono ad affrontare il viaggio che conduce in quell'abisso. E quando ciò inevitabilmente accade,la vera paura è di non riuscire a raccontarlo,a far emergere tutto il dolore atteraverso le nostre parole, di rimanere in qualche modo prigionieri di questo dolore.
Il Maestro Giovanni Allevi, attraverso questo brano, esterna in maniera molto toccante, tutte le emozioni che la tragedia di Beslan ha suscitato in lui, facendole rivivere in maniera profonda anche a coloro che magari distrattamente non avevano sentito parlare del brutto fatto.
Cara Annamaria,la tua descrizione di questo brano è come sempre perfetta, ti ringrazio perchè laddove io non trovo parole, ci sei tu! Sei un grande tesoro per me!
Paola.
Paola, il tuo commento è così bello e profondo che arricchisce questo blog!
E' vero: è difficile affrontare il dolore e saperlo raccontare.
Ma le note del Maestro Allevi sanno scendere in quell'abisso e riemergerne con straordinaria comunicativa.
Straordinaria perchè VERA.
Grazie del tuo contributo!!!!
Quando ci troviamo di fronte a tragedie come quella della Scuola di Beslan, rimaniamo disarmati, inermi.
La mente si svuota, il respiro si blocca, il cuore si ferma in un interminabile attimo.
Ci troviamo come sospesi sul baratro della follia, dell'assurdità.
Il dolore è insopportabile, inumano, inconciliabile con la ragione, con l'esistenza stessa.
Ci cambia nella misura in cui ci restituisce la consistenza reale, finita e gravosa della vita.
Ci arricchisce in termini di consapevolezza, ma toglie tanto alla freschezza e alla leggerezza.
Come le foglie che cadendo, spazzate via dal turbine della pazzia, si adagiano al suolo e lì rimangono.
Ciao, Lorella!
Vero quanto scrivi: eventi come questo ci restituiscono "la consistenza reale, finita e gravosa della vita"....
Grazie di essere passata di qui!
Ciao cara, non conoscevo questo brano di Allevi sull'orrore di Beslan. Mi sento molto ignorante.Per fortuna mi hai regalato questa musica molto toccante con la solita descrizione meravigliosa. Grazie dolce amica. Per me é cominciata la scuola. I ragazzi mi raccontavano con l'entusiasmo le loro storie d'estate ma c'erano anche delle storie tristissime, purtroppo.
Baci e buona nuova settimana
Che bello ritrovarti Caterina!
Buona settimana e soprattutto buon lavoro con tutti i tuoi alunni e i loro problemi.
Ti penso e ti mando un abbraccione!
Mi piace molto Allevi...so che è anche parecchio criticato ma a me piace tanto. Non conoscevo questo brano . E' davvero struggente.
Sì, Sandra, questo brano è molto struggente.
Anch'io conosco le critiche che vengono mosse ad Allevi, ma sono convinta che spesso siano originate da invidia.
Se vuoi conoscerlo meglio, ti invito a leggere anche i suoi libri: "La musica in testa" e "In viaggio con la strega".
Tra l'altro, uscirà a giorni il terzo intitolato "Classico ribelle" (ed. Rizzoli).
Grazie e buona giornata!
Quando Allevi ha eseguito per la prima volta questo brano (diversi anni fa, molto prima di Evolution) il direttore d'orchestra alla fine dell'esecuzione si è avvicinato e gli ha detto: "Complimenti giovanotto, lei suona davvero bene e il pezzo è magnifico. Ah, quando lo vede (lei sicuramente lo conosce) faccia i miei complimenti anche al compositore, questo Allevi. E' davvero bravo!" Come diceva quello: ne è passata di acqua sotto i ponti da allora! Un saluto.
Grazie, Giulio!
Ricordo anch'io questo episodio, raccontato ne "La musica in testa".
Ne è passata davvero acqua sotto i ponti!...D'allora Allevi è diventato famoso in tutto il mondo, ma la freschezza della sua musica non si è perduta, anzi!!!
Un salutone!
E' una delle pagine più drammatiche che ricordo, proprio perchè furono coinvolti i bambini, creature innocenti che pagano con la vita la stoltezza e la ferocia degli adulti.
Non conoscevo questo brano di Allevi, come sempre la tua presentazione è pregevole quanto l'esecuzione.
Grazie, buon pomeriggio!
Grazie, Sirio!
Sì, questa è una spaventosa pagina di storia.... e le note di Allevi sanno coglierne tutta la drammaticità.
Splendida l'esecuzione del pianoforte come dell'orchestra.
Buon pomeriggio a te!
Posta un commento