
Dalla poesia alla pittura, dall'architettura alla musica, ogni autentica creazione artistica, per quanto possa inscriversi nel proprio tempo e rispecchiarlo, ha in sè un soffio di vita che non si spegne col suo autore, ma tende a oltrepassare l'orizzonte del finito per collocarsi nel cuore dell'uomo di ogni epoca.
Per questo, a distanza di secoli, ci affascina ancora l'equilibrio di un tempio greco o la tensione di una scultura di Michelangelo che sembra volersi sprigionare dal peso della materia o la drammaticità di un contrasto di luce in un dipinto del Caravaggio.
Per questo, ci incanta la leggerezza ariosa dei colori di Monet, così come ci riconosciamo nell'energia plastica di certi versi di Dante e nel suo sguardo che - se è certamente rivolto alla sua epoca - si incide tuttavia con forza nell'anima di chiunque cerchi, lungo il proprio cammino, un riscatto dalle selve oscure di ogni tempo.
Con vigore e intensità l'arte ci parla di quel desiderio nascosto nel profondo dell'uomo, dal teatro alla danza, da un testo letterario a una partitura musicale: non pezzi di carta senz'anima, ma storia palpitante e viva, umanità vibrante di emozioni per suscitarne altre in noi, di inequivocabile concretezza.
E' l'eternità, qui e adesso.
Mi sono nate dentro queste brevi considerazioni ascoltando il brano che propongo oggi: la Melodia della "Danza degli spiriti beati" dall'opera "Orfeo ed Euridice" di Christoph Willibald Gluck (1714 - 1787) che riporto qui in duplice versione, per flauto e pianoforte e per pianoforte solo.
Trovo che il pezzo - a circa 250 anni dalla sua composizione - sia ancora di straordinaria modernità, dalla luminosa e nitida dolcezza del flauto alla stupenda interpretazione al pianoforte, malinconica e ombrosa nella sua delicatissima fioritura di note quasi a precorrere l'atmosfera di un notturno di Chopin.
Dall'epoca barocca, la melodia sembra aprirsi verso un'aura di romanticismo in una vicenda - quella di Orfeo ed Euridice - in cui, amore e morte, felicità e rimpianto s'intrecciano.
Il brano, infatti, insieme al clima di serenità dei Campi Elisi, ci restituisce in pieno il senso dell'accorato desiderio di Orfeo per la perduta Euridice e i moti di un'intensa passione si fondono col sogno struggente che l'amore possa sfuggire ai lacci degli inferi.
E farsi eterno.
Buon ascolto!