
Dico "sorpresa" perchè ci sono pezzi che non sento più da una vita, ma che scopro di avere ancora dentro quasi nota per nota come se, dopo la prima volta, fossero divenuti miei per sempre.
Alla "Sinfonia fantastica" di Berlioz, primo disco in assoluto, ne erano seguiti molti altri come ho già avuto occasione di dire in un recente post, anche se non tutti mi "prendevano" immediatamente.
Non sono un soggetto particolarmente emotivo e, a parte i canti di montagna che hanno sempre esercitato su di me particolare suggestione, smuovermi dentro non è facile.
Capitava che certi brani classici di primo acchito non mi piacessero e richiedessero di essere risentiti a lungo prima di parlarmi. O per meglio dire, era necessario che, per cogliere la bellezza della musica, fossi io ad aprirle il cuore, a socchiudere quello spiraglio dell'anima che, rendendoci vulnerabili, consente di stabilire un'autentica comunicazione.
Mozart e Chopin mi avevano preso subito, ma nonostante a sedici anni fossi già innamorata di Bach, non tutto di lui mi era di immediato approccio: occorrevano tempo e frequentazione assidua, come capita con quelle persone a cui al momento non fai molto caso e delle quali solo più avanti scopri l'immenso valore.
Tuttavia, ho il ricordo nitido di brani che, per una serie di circostanze, sono stati amore al primo ascolto.
Ho in mente l' "Ouverture" del "Tannhauser", il primo Wagner che abbia mai ascoltato e che mi aveva spalancato l'anima verso l'infinito. Così pure la "Mariazellermesse" di Haydn, scoperta all'improvviso nel Duomo di Salisburgo, o il "Larghetto" della Sinfonia classica di Prokofiev con la sua dolcezza e il suo ritmo. Ma ogni pezzo dentro di me è denso di ricordi e meriterebbe attenzione particolare.
Possedevo poi un disco che comprendeva autori di varie epoche: lì, avevo scoperto il "Largo" di Haendel, così come il "Concerto di Varsavia" di Addinsell o la "Meditazione di Thais" di Massenet. Ascoltarlo era passare dalla solennità dell'organo alle note più intime del violino e così via, lasciando che l'anima letteralmente si ri-creasse alla luce di tanta bellezza.
E' proprio con uno di questi brani che mi riporta alle atmosfere della mia adolescenza che desidero augurare buon weekend a chi mi legge.
Ascoltare la "Meditazione di Thais" di Massenet dal violino della magica Anne Sophie Mutter non mi ricorda solo il fremito di un particolare periodo della mia vita, ma mi suggerisce che, sull'onda delle note e nell'attenzione del cuore, quella Vita è ancora qui.
Buon ascolto!